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Come trattare il legno impregnato in autoclave https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Banner_630x467px_legno-autoclave_1_12209_1.jpg Addio a macchie verdi e azzurre! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-trattare-il-legno-impregnato-in-autoclave 12209

COME TRATTARE IL LEGNO IMPREGNATO IN AUTOCLAVE

 

Addio a macchie verdi e azzurre!

Avete mai notato una sorta di macchie tendenti al verde o all’azzurro su arredi come, ad esempio, tavoli e panche o su oggetti utili per il giardinaggio in legno, spesso di pino o abete, appena acquistati? Niente paura è più che normale ed ora ti spiegheremo il motivo e delle strategie su come farle sparire all’istante.

La causa di queste macchioline colorate è dovuta al trattamento del legno impregnato in autoclave.

Il trattamento del legname impregnato in autoclave consiste in un’ottima tecnica per poter utilizzare al meglio negli spazi esterni i tuoi prodotti.
Vediamo nel dettaglio come viene lavorato questo materiale ed il processo che viene attuato su di esso.

  1. Per prima cosa il legno viene introdotto in una cisterna di notevoli proporzioni, dove si avvia una procedura di “vuoto” per gradi.

  2. Dopo il serbatoio in cui è stato inserito il legname viene riempito con un liquido colorato tendente al verde/azzurro con la funzione di aiutare il legno a conservare le sue proprietà e a non marcire. Inoltre, lo aiuterà anche a proteggerlo da eventuali attacchi di insetti e dalle muffe.

  3. In seguito, la cisterna con all’interno il materiale attua una fase di “pressione” per garantire la penetrazione a fondo del liquido precedentemente immesso e successivamente la cisterna viene svuotata dal fluido colorato e viene attivata una seconda volta la procedura di “vuoto” al fine di levare il liquido in eccesso dalle superfici del legname.

  4. Come ultimo passaggio ma non meno importante è l’estrazione del legno dalla cisterna per poi procedere alla mineralizzazione con sali privi di cromo che consentono al legname di resistere agli agenti atmosferici.

Detto ciò, capiamo che le macchie verdi/azzurre presenti sul legno sono provocate da questo trattamento e non dovute a danneggiamenti o muffe, questo dovrebbe farci capire che il prodotto in legno che abbiamo acquistato sarà resistente e soprattutto durevole nel tempo.

Il risultato ottenuto apparirà all’occhio antiestetico, ma non siate timorosi, sarà solo questione di tempo!

Infatti, se l’idea di avere un oggetto con questo tipo di macchie non vi aggrada potrete rimediare in due modi facili e poco impegnativi:

  1. Sicuramente quello meno faticoso è attendere: ti consigliamo di lasciare all’esterno i tuoi prodotti in legno in modo tale che le macchie grazie all’esposizione al sole tenderanno ad ingrigirsi più o meno rapidamente andando ad uniformare il colore
  2. Oppure per un risultato immediato puoi tranquillamente andare a pitturare con della semplice vernice o con dell’impregnante il tuo oggetto per poter ricoprire tutte le imperfezioni dovute al trattamento in autoclave.  Per un effetto ancora più coprente ti raccomandiamo di usare della vernice scura.

Ora fai un bel sospiro di sollievo e decidi quale delle due opzioni scegliere!

Manutenzione laghetto artificiale https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Banner_630x467px_12132_1.jpg Semplici e poche mosse per tenerlo pulito! https://www.eurobrico.com/it/blog/manutenzione-laghetto-artificiale 12132

MANUTENZIONE LAGHETTO ARTIFICIALE: NON È MAI STATO COSÌ SEMPLICE

Ecco come mantenere l'acqua pulita del tuo laghetto artificiale in poche e semplici mosse!

Si sa che una volta creato il proprio laghetto artificiale si desidererebbe non metterci più mano, ma ahimè non è così. Scopriamo insieme qualche trucchetto facile e veloce per garantirne la pulizia.
Ci sono due diversi modi che combinati assieme renderanno al meglio il risultato desiderato: il primo un po' più complesso è lo svuotamento dell'intero laghetto e il secondo è il mantenimento della superficie pulita al fine di temporeggiare e rinviare di qualche giorno lo svuotamento.

Svuotare il laghetto
Per pulire più a fondo il tuo laghetto artificiale avrai bisogno di compiere quest’azione se pur più complessa periodicamente in base alla grandezza e al numero di animali o piante acquatiche al suo interno.
Al fine di svolgere al meglio lo svuotamento ecco a te elencati alcuni semplici e chiari passaggi da seguire.
  1. Rimuovi l’acqua con l’aiuto di una pompa ad immersione in grado di far passare anche piccoli residui come rami e foglie.
  2.  Una volta che il livello dell’acqua si sarà abbassato procedi a rimuovere piante e animali acquatici riponendoli in un secchio con acqua del laghetto.
  3. Finisci di svuotarlo e dedicati alla pulizia del fondo, sarà normalissimo trovare della melma e strofinando un po’ si rimuoverà facilmente.
  4. Dopo aver lavato sotto all’acqua corrente le tue piante acquatiche, riposizionale all’interno del laghetto e inizia a riempirlo di nuovo.
  5. Quando il livello dell’acqua sarà raggiunto inserisci i prodotti chimici che fanno al caso tuo, falli agire per una quindicina di minuti e assicurati che non danneggino la fauna e la flora al suo interno.
  6. Infine, aggiungi gli animali acquatici ma assicurati che la temperatura dell’acqua sia più o meno simile di quella precedente per non creare traumi ai piccoli esseri viventi, per questo si consiglia si metterli all’interno del laghetto anche con un po’ d’acqua dello svuotamento iniziale.
Mantenere la superficie pulita
Come prima cosa è necessario l’utilizzo di accessori che aiutino il mantenimento dell’acqua limpida come un sistema filtrante e un aeratore che favoriscano il ricircolo e l’ossigenazione dell’acqua.
Suggeriamo di inserire all’interno del laghetto la quantità di animali e piante acquatiche adatta allo spazio disponibile e adatta anche alla potenza della pompa con filtro utilizzata.
Inoltre è raccomandato dare la giusta quantità di cibo agli animali, ad esempio, pesci all’interno del laghetto non solo per evitare uno spreco di cibo o mettendo a rischio la vita della fauna presente ma proprio perché andrebbe a creare ulteriore sporco in superficie e non solo.
Invece per evitare la formazione di troppe alghe si propone di allestire il proprio laghetto con piante galleggianti come le ninfee o marginanti come la gunnera manicata che fungono da riparo dai raggi solari in modo tale da non dare modo alle alghe il loro continuo sviluppo.
In seguito, una volta a settimana ti consigliamo di utilizzare un retino con fori molto piccoli in grado di raccogliere la maggior parte di residui sulla superficie dello stagno come foglie, rami o insetti. Questa mansione occorrerebbe svolgerla quotidianamente per non permettere l’accumulo di sporcizia al fine di raggiungere un risultato impeccabile. Compiendo regolarmente questo incarico si potrà posticipare di qualche giorno o settimana lo svuotamento completo del laghetto artificiale siccome contribuirà a tenere pulita l’acqua. 

Questi sono i trucchetti per tenere pulito il tuo laghetto artificiale, l’importante è non rinviarli per tempi lunghi altrimenti tutto il lavoro fatto fino ad ora sarebbe sprecato e in più ti troverai con il doppio delle mansioni da fare per tornare al punto iniziale. 
E allora cosa aspetti? Armati di retina e corri a pulire il tuo laghetto, i tuoi animaletti di ringrazieranno!

Pulizia ordinaria stufa a pellet https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Banner_630x467pxspazzacamino_941.jpg La manutenzione ordinaria della stufa e della canna fumaria https://www.eurobrico.com/it/blog/pulizia-ordinaria-stufa-a-pellet 9414

Abbiamo già parlato di stufe a pellet, ma oltre al tipo di combustibile utilizzato, dovrai anche pensare a come pulire la tua stufa. Vediamo i passaggi fondamentali per la pulizia.

Pulizia come fare

Lo sappiamo, può essere una seccatura, ma ti garantiamo che è davvero importante che tu pulisca la stufa con costanza. Perché? Eccoti alcuni motivi:

  • è essenziale per il mantenimento dell’efficienza dell’impianto;
  • hai speso un bel po’ di soldi nel comprarla, meglio far sì che duri;
  • risparmio energetico, una buona pulizia garantisce un minor consumo;
  • contribuisce positivamente alla qualità dell’aria dei locali in cui la stufa è collocata.

Ora che ti abbiamo motivato, passiamo ai fatti.


La frequenza della pulizia dipende dal tipo di pellet utilizzato e dalle ore di combustione, in genere ogni 1-2 giorni. Non ti preoccupare, se sai come farla, risulterà una cosa veloce.

Innanzitutto, raccomandiamo che la stufa e le ceneri siano spente e fredde, per evitare infortuni domestici.
Comincia aprendo l’anta della stufa per accedere al bruciatore e alla camera di combustione della stufa, dove si deposita la cenere residua della combustione; la cenere si stratifica sia all’interno del bruciatore, sia sulla griglia orizzontale della camera di combustione, per cui entrambe andranno pulite. Per rimuovere la cenere utilizza un apposito aspiracenere, scopa e paletta sono sconsigliate. Aspirare con attenzione tutta la cenere e altra sporcizia presente nel bruciatore e nel corpo della stufa.

 

L'aspiracenere

Ti abbiamo appena consigliato l’aspiracenere, vale la pena soffermarsi un momento su questo strumento. Per una pulizia della stufa rapida e senza rischi è necessario l’utilizzo di un bidone aspiracenere. In commercio ne esistono di diversi tipi a diversi prezzi, le caratteristiche fondamentali sono:
  • che sia dotato di un tubo metallico flessibile e lancia;
  • che funzioni anche da soffiatore, così da permetterti di raggiungere anche quelle zone difficili da pulire con una semplice bocchetta.
Per coloro in cerca di qualcosa di più professionale e disposti a pagare un po’ di più, proponiamo l’acquisto di un bidone aspiratutto, adatto ad aspirare ceneri fredde, polvere, liquidi e con funziona da soffiatore.

Altri dettagli

Oltre alla cenere presente nel corpo della stufa, non dimenticarti del vetro! Infatti la combustione produce la fuliggine, che si deposita sui vetri interni della stufa, e va pulita con un prodotto sgrassante. Il procedimento è facile: accertati che il vetro sia freddo, spruzza il prodotto sulla superficie da pulire, lascia agire per qualche secondo, poi con della carta o con un panno che non rilasci peli, pulisci. È un procedimento rapido, consigliato per la protezione del vetro della stufa, infatti se non pulito con costanza, rischia di macchiarsi.


Tra le altre componenti da pulire, raccomandiamo la pulizia del bruciatore e della canna fumaria almeno due volte all’anno. Per quanto riguarda il primo, allenta con una brugola le viti dello sportello di ispezione per poterlo rimuovere, alcune stufe al posto delle viti hanno delle farfalline, svitatale e rimuovi le piastre. A questo punto ti basterà aspirare tutte le impurità presenti e controllare l’usura delle componenti.
Per la pulizia della canna fumaria, potrai rivolgerti ad un tecnico o far da te, in commercio esistono infatti kit funzionali che ti permetteranno di fare la pulizia in completa autonomia.

Ora che sei un esperto pure nella pulizia della stufa a pallet, goditi l’atmosfera calda e accogliente che la tua stufa ti regala mentre aspetti l’uscita del prossimo articolo! 

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Speciale Prato Inglese: come ottenerlo! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/A12_9069_1.png Con i nostri consigli, non avrai più invidia del tuo vicino! https://www.eurobrico.com/it/blog/speciale-prato-inglese-come-ottenerlo 9069

Chi ha un giardino davanti a casa ha di sicuro provato almeno una volta a far diventare il prato come un campo da golf.  Un bel verde brillante, senza imperfezioni quasi come fosse un tappeto.

É vero ci vuole molta pazienza ma non è per nulla difficile con gli strumenti adatti e con la giusta manutenzione.

In questo articolo ti spieghiamo come prendersi cura di un prato inglese dall’inizio e come mantenerlo in tutto il tuo splendore per tutta la bella stagione.

PREPARAZIONE DEL TERRENO

Per prima cosa bisogna preparare il terreno prima della semina, marzo e aprile sono i mesi ideali per questo passaggio. Bisogna liberarsi da tutte le erbacce, sassi e detriti.

Cosa ti serve? Rastrello per la pulizia grossolana del terreno e successivamente vanga, zappa o motozappa per la vangatura, infine nuovamente il rastrello per livellare il terreno.

La vangatura consiste nel sminuzzare le zolle del terreno per eliminare a fondo ogni frammento roccioso, agglomerato grossolano e tutte le radici presenti.

SEMINA

Comprare i semi necessario per il prato inglese e stabilire la superficie in mq che si intende trasformare in prato. Noi vi consigliamo “Perfect Grass” di Canada Green un miscuglio ideale di graminacee da prato, fertilizzante e vermiculite che si adatta a qualsiasi tipo di terreno e cresce in tutte le stagioni.

La semina può avvenire a mano, in questo caso si consigliamo di miscelare i semi con della sabbia così da distribuirli meglio nel terreno. In alternativa si può utilizzare uno spargitore, soprattutto per superfici grandi, procedendo prima in una direzione e poi in quella opposta.

TRATTAMENTO CON INSETTICIDA

Successivamente si distribuisce un insetticida in polvere per le formiche (se non è già presente nella miscela di semi) dopodiché si compatta il terreno per fissare i semi. Questa operazione può avvenire munendosi di un rullo oppure camminandoci sopra con delle tavolette di legno legate ai piedi. Infine importante una leggera irrigazione non diretta ma servendosi di una doccetta.

Dopo la semina si può usare del diserbante per eliminare le erbacce più infestanti e poi si concima il terreno con dei fertilizzanti naturali come ad esempio del letame (anche in questo caso se non è già presente nella miscela di semi)

Il primo taglio lo si può effettuare dopo pochi giorni quando i fili d’erba avranno raggiunto i 10 centimetri.

Perché il prato rimanga perfetto per tutta la primavera ed estate è necessario dedicargli del tempo e non lasciarlo abbandonato a sé stesso.

ACQUA E TAGLIO

È importante annaffiarlo soprattutto quando è molto caldo. Puoi utilizzare una semplice canna dell’acqua con la doccetta oppure se la superficie è molto estesa puoi installare un impianto di irrigazione automatico. Al momento dell’irrigazione è importante che l’acqua vada in profondità nel terreno.

Importante tagliarlo poco ma spesso, almeno una volta in settimana, si possono accorciano i fili d’erba fino a 5 cm. L’estate l’erba può essere lasciata un po’ più alta perché resiste meglio alla siccità. Per i perfezionisti ci sono anche tagliabordi e rifilabordi per un risultato proprio perfetto!

CONCIMAZIONE

Importante dare del concime al prato una volta al mese per ridargli le sostanze necessarie che perde al momento del taglio come azoto, potassio e fosforo, si trovano in commercio concimi appositi con riportate le indicazioni e le quantità necessarie per il tuo prato.

Importante tenere sempre sotto controllo le erbacce: veronica, trifoglio bianco, margherite e denti di leone sono le più comuni. Si può utilizzare uno scarificatore manuale o un sarchiatore per radici. Se sono insistenti e non se ne vogliono proprio andare puoi utilizzare dei diserbanti.

AREAZIONE

Le radici per respirare e crescere forti hanno bisogno d’aria perché solitamente il terreno del prato è molto compatto. Per risolvere questo problema si può utilizzare un forcone e praticare dei fori nel terreno e riempirli con della sabbia, in questo modo l’acqua riesce a penetrare meglio.

Un’alternativa alla classica semina è quella di utilizzare i rotoli o le zolle di prato già erbosi, il risultato è certo e il prato è pronto in pochi giorni, anche in questo caso però la manutenzione è molto importante.

Come hai visto bastano pochi accorgimenti ma non è così difficile avere un prato perfetto!

Non ti resta che posizionare un paio di sdraio e un bel tavolino e rilassarti al sole con un bel libro.

Tinteggiatura, tutti i consigli per il perfetto Fai Da Te https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Banner_630x467px-tinteggiatura_8.jpg Protezioni, pennelli e tipi di vernici. Tutto il mondo della tinteggiatura in un unico posto! https://www.eurobrico.com/it/blog/l-ora-della-tinteggiatura-il-rullo 8883

Tinteggiare casa fai da te: ottima scelta per risparmiare e dare un tocco di personalità ai muri di casa o dar loro vita nuova! Vediamo tutti i passaggi fondamentali.

Proteggi gli interni dagli schizzi

Per ogni superficie scegli il prodotto e il metodo adeguato per proteggere correttamente il mobilio di casa tua. Perché proteggere prima significa evitare di dover, poi, pulire approfonditamente ogni singolo elemento se non addirittura dover esser costretti a gettare l’arredo perché macchiato a vita. Segui i nostri semplici consigli per guadagnare tempo e denaro in fase di tinteggiatura. 
 
  • Prese ed interruttori. Non c’è nulla di più odioso di dover pulire gli interruttori dalle piccole gocce di pittura; piccoli fori o fessure rendono impossibile una pulizia senza residui per questo ti consigliamo di togliere la placchetta e, munito di un nastro per mascheratura in carta, formare una sorta di cornice tutt’attorno all’interruttore per poi ripiegarlo e farlo aderire (questa tecnica è valida anche per le prese a muro). Quando la pittura sarà asciutta, in pochi secondi potrai rimuovere agevolmente il nastro e avere l’interruttore, o la presa, in ottimo stato, credici il tempo impiegato per proteggere questi elementi sarà sicuramente inferiore a dover ripulire tutte le prese di casa da macchie oramai secche ed incrostate.
  • Mobili. Stacca dai muri quadri, librerie, insomma tutto il mobilio che aderisce alle pareti, spostalo in centro alla stanza, (questo ti permetterà di muoverti facilmente nel locale da tinteggiare). Sigilla i mobili con carta affinché la polvere non si insinui nei cassetti o attraverso le fessure tra le antine. Ricopri tutto il mobilio con il film protettore in nylon, visto la leggerezza di questo, onde evitare che, con il tuo passaggio, si scosti dall’elemento coperto, fissalo qua e là con del nastro per mascheratura…Proteggi anche il suolo a mano a mano che tinteggi la parete o il soffitto. 
  • Porte e finestre. Per gli infissi interni un nastro di carta si applica e si rimuove facilmente ma se vuoi tinteggiare l’esterno utilizza nastri specifici, resistenti alle intemperie e ai raggi UV. Per i telai puoi optare per un rotolo di nylon adesivizzato, ottimo modo per guadagnare tempo perché permette di coprire velocemente ampie superfici. Non dimenticare gli stipiti da proteggere con nastro da mascheratura e giornali vecchi per evitare infiltrazioni di pittura.

 

Tipi di supporto

Prima di pitturare le pareti di casa valuta attentamente il tipo di supporto che intendi dipingere, la sua preparazione e il procedimento di tinteggiatura possono differire molto. E’ la prima volta che tinteggi le pareti? Hanno già ricevuto un trattamento con idropittura? Nel primo caso devi valutare l’assorbenza del supporto, nel secondo devi capire lo stato della pittura per individuare eventuali difetti e correggerli. Scopri come comportarti in base al tipo di parete che devi tinteggiare.

 

  • Intonaco civile grezzo. Parete mai trattata, si presenta di colore biancastro, passando la mano sulla superficie tende a sgranarsi, dall’aspetto ruvido. Di norma questo tipo di supporto è molto assorbente e può presentare delle crepe. Prevedi sempre un fissativo, questo riduce notevolmente l’assorbenza della pittura e garantisce un lavoro effettuato in meno tempo, con un effetto più omogeneo e necessiterai di  meno quantitativo di pittura da utilizzare.
  • Finitura a gesso. Si presenta di colore bianco, liscio al tatto, devi controllare che alla base delle pareti non ci siano zone con ancoraggio incerte al supporto. Anche in questo caso consigliamo assolutamente l’utilizzo di un buon fissativo per apportare tutti i vantaggi visti precedentemente. Questo tipo di supporto non è idoneo a bagni e cucina o comunque ad ambienti esposti ad umidità. Inoltre suggeriamo, per evitare che ci siano possibili distacchi della finitura di non scegliere finiture a calce.
  • Pareti con tinteggiature precedenti. La prima cosa da fare è verificare visivamente la buona aderenza, la parete non deve presentare visibili sfogliature. Passa con una spugna umida per verificare la consistenza della pittura: se si rimuove con facilità devi prevedere un’adeguata preparazione, sei sicuramente difronte ad una pittura a tempere. Se invece la pittura con l’umidità della spugna resta ben ancorata non è necessario l’uso di un primer.
  • Pareti smaltate. Dall’aspetto lucido o satinato, se fai il test con la spugna umida la parete non ha cambiamenti, la parete non assorbe l’acqua. In questa situazione il fissativo non serve ma se vuoi sovrapporre ad una parete smaltata un’idropittura ti consigliamo di carteggiare prima per rendere più ruvida la superficie e quindi il colore prenderà meglio. In questo caso usa una pittura piuttosto densa per evitare colature del prodotto e quindi inestetici difetti.

 

Prepara le pareti

Per ottenere una tinteggiatura di elevata qualità, rimuovere polvere, ragnatele e muffa è un passaggio obbligatorio. Controlla accuratamente i muri, tutti i danni e le imperfezioni come scrostamenti, crepe e fori vanno sistemati, vediamo come!


Se ti trovi a dover tinteggiare una parete dove l’umidità si infiltra in profondità o sale dal basso rendendo friabile la finitura e lo strato di intonaco devi provvedere a risanare correttamente la parete prima di tinteggiare. Opta per una scrostatura energica ma leggera delle pareti avvalendoti di una spatola o di un trapano dotato di spazzola metallica o una levigatrice orbitale, non lasciare nulla di precario sulla parete. 
Chi dice umidità dice anche muffa, in effetti l’umidità non crea solo scrostamenti ma anche macchie di muffa visibili all’occhio nudo, oltre ad essere nociva per la salute. Le macchie superficiali vanno rimosse con una spatola passata dolcemente in modo da non provocare solchi nell’intonacato poi successivamente puoi usare una spazzola a setole rigide per rimuovere tutte le particelle secche che a questo punto si staccheranno più agevolmente, staccherai così anche finissimi frammenti prossimi al distacco che, se lasciati, rovinerebbero la tinteggiatura creando piccoli grumi.
Per dire addio alla fastidiosa e nociva muffa, sulla parte del muro intaccata distribuisci in modo uniforme un prodotto apposito, lascialo agire per almeno 24 ore prima di passare alla fase di tinteggiatura.


Se la parete da tinteggiare presenta dei fori si devono ripristinare, se sono piccoli riempili di stucco aiutandoti con un piccolo sacchetto di plastica al quale avrai tagliato un angolo; se il foro è più grande riempilo con un pezzetto di giornale arrotolato e poi copri con una spatolata di stucco da muro. Prima di lisciare la parete con carta vetrata lascia asciugare bene e in profondità lo stucco. Scegli la grana in base all’aspetto più o meno rustico del muro.
Per crepe di maggiore entità e larghezza consigliamo di ripulire bene la “ferita” della parete e con lo scalpello allargarla fino a raggiungere la muratura sottostante e poi riempirla con malta di calce e cemento o ancora meglio con le paste sigillanti da applicare con la pistola a estrusione.
Dopo aver preso tutte queste accortezze in base alla salute della parete da tinteggiare conviene applicare un fissativo. Questo prodotto è ottimo per isolare il supporto da infiltrazioni esterne, inoltre consolida le superfici porose e povere di legante, impedisce che il supporto assorba troppa pittura alla parete facilitando così l’ancoraggio. Sceglilo denso e dal colore simile al nuance scelta per la tinteggiatura, saprai così se lo hai passato su tutta la parete interessata. Dopo averlo steso e fatto asciugare la tua parete sarà protetta e pronta ad essere tinteggiata.

Tipi di pittura

In commercio si trovano scaffali e scaffali pieni di bidoni di pittura di varie dimensioni ma soprattutto con varie terminologie: idropitture lavabili, traspiranti, termoisolanti ed ancora smalti all’acqua, a solvente, quelli speciali… aiuto: quale scegliere? Prima di recarti in negozio o fare un acquisto online devi impadronirti della qualità e delle loro diverse applicazioni per scegliere ciò che ti serve veramente. Scopri con noi le diverse tipologie di pittura per un lavoro fai da te con risultati eccellenti.

 

  • Idropitture lavabili. Per finiture di elevata qualità, alta copertura e resistente nel tempo, pittura utilizzabile in qualsiasi ambiente di casa ma non devono essere locali con umidità. Le pitture lavabili hanno di norma una buona pennellabilità, sono idrorepellenti ed eventuali tracce di sporco possono essere tolte con facilità.
  • Idropitture traspiranti. Pittura traspirante ideale per ambienti come bagni, cucine o comunque zone ad alto tasso di umidità; queste pitture sono specifiche per evitare la formazione di muffe. Puoi ottimizzare le loro prestazioni aggiungendo un additivo direttamente nella pittura, doppia barriera assicurata. 
  • Pitture termoisolanti. Prodotti innovativi concepiti per ambienti dove vi è presente spesso la condensa. Le pitture termoisolanti formano una sorta di camera d’aria tra la pellicola di pittura e il muro, mantengono calde le pareti e questo permette di evitare la formazione di vapore acqueo: ideali per camere esposte a nord.
  • Smalti all'acqua. Ottima copertura, non attira la polvere, zero effetto sbiadito e/o ingiallimenti. Usare gli smalti all'acqua significa avere una superficie che risulta liscia e quindi facilmente pulibile; è anche per questo che gli smalti sono usati in ambienti dove occorre igienizzare spesso. Questo prodotto può sostituire le tradizionali piastrelle.

Il pennello giusto

Dopo aver protetto i beni, dopo aver preparato la parete da tinteggiare, dopo aver valutato il tipo di parete da tinteggiare non ti resta altro che capire quale pennello fa al caso tuo e tra le decine di tipologie di pennelli che puoi trovare in commercio spesso la scelta non è facile. Leggi il nostro articolo per capire le particolarità dei principali pennelli e fare l’acquisto giusto.

Consiglio: usa il pennello quando hai delle pareti ricche di discontinuità o di elementi architettonici che ne riducono la superficie piana; utile anche se tinteggi per la prima volta la parete perché con il pennello risulta più facile dosare la quantità di pittura applicata. (E’ buona norma iniziare con il soffitto e poi passare alle pareti perimetrali).

  • Pennellessa testa dritta e obliqua. Ideale per le rifiniture, ha una sezione rettangolare, piatta o larga, ha una larghezza tra i 3 e i 10 cm con uno spessore che può variare dall’1 al 1,15 cm. Usa la pennellessa se devi stendere delle colle, imprimuture, vernici di finitura o tecniche pittoresche.
  • Pennello per radiatori. Pennello piatto con testa angolata all’altezza della ghiera. Il manico lungo permette di arrivare nelle zone poste dietro i radiatori, usalo anche per tinteggiare le parti di parete coperte dagli stessi radiatori, ti sarà molto comodo. 
  • Plafoncino. Pennello idoneo per tinteggiare le pareti ma anche usato per stendere colle e imprimiture su superfici ampie. E’ la versione “fai da te” del ben più grande plafone usato nel mondo dei professionisti soprattutto per bagnare le superfici. Il plafoncino può avere una sezione rettangolare, piatta o larga; ha dimensioni dai 12 ai 18 cm avendo uno spesso che varia dai 3 ai 6 cm. 
  • Pennello tondo. Ideale da avere sempre in casa per pitturare agiatamente e correttamente gli angoli di una parete ma sappi che è lo strumento perfetto da usare anche per la tecnica dello stencil. In base alla forma della ghiera lo puoi trovare anche sotto il nome di “strozzato” o “ovalino”. Ha una testa di circa 3-4 centimetri, essendo tonda, riempie le irregolarità delle pareti che spesso si trovano proprio negli angoli.

Amico di sempre, il rullo

Superfici ampie da pitturare? Pareti alte? Tempi stretti? La soluzione è l’utilizzo del rullo, cilindro imperniato su un asse collegato a una impugnatura; rivestito di pelo morbido, di lunghezza varia permette di tinteggiare superfici anche non perfettamente lisce. Qualche consiglio per fare le scelte giuste, ottenere degli ottimi risultati per una tinteggiatura fai da te da vero professionista!

 

Se devi realizzare finiture decorative, bugnate e/o rugose opta per un rullo in materiale spugnoso e una pittura particolarmente densa per ottenere buoni risultati. Questo tipo di rullo è chiamato anche a “Nido d’ape” appunto per l’effetto decorativo che si ottiene ma sappi che è utile anche per nascondere eventuali irregolarità della parete!
Se ti appresti ad utilizzare degli smalti scegli piuttosto dei rulli con pelo molto corto e fitto per pitturare con facilità; da avere sempre con te rullini, tamponi a manico lungo e di piccola dimensione per lavorare agiatamente anche nelle parti più difficili da raggiungere.

 

A seconda della sagomatura del rullo si ottengono trame ed effetti diversi, se il tuo obiettivo è quello di dare un po’ di brio e di personalità alla tua parete non passare più volte il rullo nello stesso punto altrimenti rischi di coprire troppo la tinta sottostante. (cerchi un effetto WOW per la tua parete: tamponi, guanto di lana o spugne fanno al caso tuo: risultato strabiliante assicurato).
Qualunque sia il rullo da utilizzare dovrai sempre abbinare l’utilizzo della vaschetta con griglia sgrondante. Intingi il rullo nella pittura e passalo una o più volte sulla griglia per togliere l’eccesso di pittura. Il rullo deve essere passato sulla parete facendolo scorrere lentamente, evita di farlo pattinare. Stendi la prima mano accavallando bene le passate e una seconda incrociando le passate in modo da realizzare una copertura uniforme.

 

Per evitare di utilizzare la vaschetta e quindi interrompere ad intervalli ravvicinati la tinteggiatura evitando anche di far diventare faticoso il lavoro e lungo puoi optare per l’utilizzo del rullo alimentato, più comunemente conosciuto come le pistole per verniciatura. Ne trovi di diversi modelli e marche in commercio ma di norma devi riempire di pittura il serbatoio pressurizzato e collegato al rullo; puoi regolare il flusso delle pittura verso il rullo in modo tale che è sempre bagnato di pittura ma soprattutto potrai contare su un utilizzo omogeneo e corretto della pittura.
Altra opzione: il rullo con serbatoio inglobato, eviti così di dover attingere alla vaschetta con griglia. Inserisci nel serbatoio l’idropittura, questa confluirà attraverso il rivestimento peloso del rullo mantenendolo sempre inzuppato correttamente di pittura… risparmio di tempo assicurato!
 

Ora hai tutte le conoscenze per affrontare il lungo e complicato lavoro dell'imbianchino, ma che poi dà tanta soddisfazione!

piscine fuori terra, come funzionano https://www.eurobrico.com/foto/NOR/piscina_630x467px_11581_1.jpg Tutto ciò che devi sapere per montare, mantenere e pulire la piscina fuori terra https://www.eurobrico.com/it/blog/piscine-fuori-terra-come-funzionano-11581b1-ita.php 11581

La piscina è un prodotto che in estate è molto desiderato: l’acqua fresca, la comodità di casa e potrai sempre trovare il desiderato posto all’ombra! Ma come tutte le cose, deve ricevere le giuste cure; continua a leggere per sapere cosa fare se hai a casa una piscina fuori terra!

 

Avere una piscina è un buon investimento anche per aumentare il valore del proprio giardino. Si deve sapere quale modello scegliere e dove poterla appoggiare, ma questo te lo spieghiamo approfonditamente nell’articolo “Quale modello di piscina scegliere”.
Ora però trattiamo il momento in cui hai già acquistato la piscina, la porti a casa entusiasta della novità e non vedi l’ora di vedere le facce dei bambini, nel vederla! Sappi però che una volta montata non la potrai utilizzare per i prossimi giorni: eh si, perché ci sono dei trattamenti da fare e non ne potrai saltare nemmeno uno! Ti permettono di avere la qualità dell’acqua buona, affinché i tuoi bambini possano giocare in un ambiente salubre!
Non ti spaventare però, è solo necessaria un po’ di attenzione. Cominciamo a vedere tutto nel dettaglio!

Come montare una piscina fuori terra?

Il montaggio delle piscine, dipende ovviamente dal modello che hai acquistato, se autoportante, gonfiabile oppure con struttura esterna; ti consigliamo sempre di utilizzare un telo di protezione della piscina: con esso potrai garantire una vita più lunga al liner, la parte in PVC che contiene l’acqua, proteggendolo da sassolini o piccoli residui organici di alberi o piante.
Segui le istruzioni del produttore per il montaggio, solitamente riuscirai a completarlo entro un’ora a seconda della dimensione. In generale, i passaggi fondamentali sono:
  1. stendere il liner in PVC sopra il telo di protezione;
  2. preparare valvole e guarnizioni di pompa – filtro – depuratore;
  3. montare i supporti per la struttura portante (se prevista).
Consiglio: per quest’ultimo passaggio, se hai acquistato un modello con struttura portante in metallo, metti delle tavole in legno sotto i montanti in ferro, così da creare un piano d’appoggio migliore rispetto al manto erboso.

 

Bene, una volta montata la struttura, non ti resta che riempire la vasca; fallo appena puoi perchè aiuta a far fissare e distendere il liner. Ti avvisiamo fin da subito che le ore di riempimento necessarie non sono poche: ovviamente anche in questo caso dipende dalla grandezza del modello acquistato, ma è possibile che ci si impieghi più di un giorno! Facciamo un passo indietro partendo dal principio.

Per riempire la vasca hai bisogno di tantissimi litri e l’acqua deve avere determinate caratteristiche. Per questo utilizza quella del rubinetto di casa o del giardino, magari con più tubi, così da ammortizzare un po’ il tempo di riempimento. Se invece hai a disposizione un pozzo nelle vicinanze, potrebbe essere utile utilizzare quella. Attenzione però! Fai delle analisi all’acqua; sarebbe un peccato ritrovarsi una vasca verde, con acqua che non è possibile neutralizzare nemmeno con i trattamenti più aggressivi.

Vediamo come calcolare il tempo di riempimento. Dovrai sapere il volume di portata del rubinetto o di tutti i tubi con cui vorrai riempire la vasca e il volume di acqua che la piscina contiene.

Se non sai la portata del rubinetto, prendi un contenitore graduato e riempilo con il massimo della portata e della velocità che può raggiungere il rubinetto e calcola il tempo. Il volume della piscina, lo calcoli moltiplicando lunghezza x larghezza x profondità. Se si tratta di una piscina rotonda il calcolo è diametro x diametro per profondità x 0.78 che è la costante.

Facciamo un esempio.
Il tuo rubinetto porta 12L/min quindi 720L/h ossia 0.73 m3 di acqua.
Se la tua piscina è un 8x3.5x1.5 m, il volume di acqua contenuta è di 42 m3. Con la portata di un rubinetto da 0.73 m3 impiegherai 58 ore. Se disponi di due tubi di portata 0.73 m3, le ore necessarie saranno 29!

In ogni caso, le ore di riempimento sono molte e per farlo in più giorni, ti consigliamo l’utilizzo di una copertura per piscine: il telo di copertura ti è utile in questo caso, per contrastare l’evaporazione dell’acqua che altrimenti dovresti recuperare, ma anche durante il corso della stagione per far riscaldare prima l’acqua, per farla raffreddare dopo, per proteggerla da sporcizia nelle brutte giornate e per ostacolare la formazione di alghe.

Superclorazione piscina fuori terra

Il primissimo passaggio da effettuare una volta riempita la piscina è quello di superclorazione dell’acqua, un modo per sanificarla con l’utilizzo del cloro, il prodotto più utilizzato in commercio in quanto semplicemente fruibile a poco prezzo e in diverse forme come pastiglie, liquidi o polveri.
Il processo di clorazione shock consiste nel diluire alte concentrazioni di cloro nell’acqua, solitamente il doppio rispetto alle quantità normali, per poterla stabilizzare verso i corretti valori chimici.

 

Consigli pratici da seguire durante il trattamento di clorazione d’urto.
  • Utilizza dicloro 55-60% che libera il 55% di particelle utili, oppure tricloro al 90% che ne rilascia il 90%;
  • Oltre il dicloro e il tricloro puoi usare anche prodotti antialghe e flocculanti che favoriscono la pulizia dell’acqua;
  • Calcola sempre bene le quantità di prodotto da usare in base ai volumi d’acqua della tua vasca;
  • Per tutti i trattamenti chimici dell’acqua, inserisci i prodotti in un secchio separato, diluendoli; solo successivamente versa il composto nella vasca. Questo protegge le pareti della piscina ma anche skimmer e filtri;
  • Utilizza questo processo anche per situazioni dove l’acqua è in gravi condizioni o si è sporcata molto. Non serve solo prima al primo riempimento!
 
Una volta scelti i prodotti, calcolate le quantità, diluite nel secchio e poi versate nella vasca, aziona i filtri per le 24 ore successive, evitando assolutamente la balneazione. Il giorno successivo misura con i kit utili, i parametri: durezza dell’acqua, il Ph e la quantità di cloro. Questi tre fattori sono influenzabili tra loro ed è necessario un monitoraggio costante e un equilibrio tra essi.

 

Durezza dell’acqua, il Ph e quantità di cloro

Durezza dell’acqua
La durezza e l'alcalinità dell’acqua sono quei dati che misurano la presenza di calcio, magnesio o di eventuali metalli pesanti; si consigliano tassi tra i 150 e 250 mg/L per la durezza e per 125-150 mg/L per l’alcalinità. Perché controllarli?
  • La durezza elevata provoca incrostazioni, acqua torbida, filtri e tubazioni otturate, macchie sulle superfici.
  • La durezza bassa è responsabile di danni alle parti metalliche attraverso la corrosione.
  • L’alcalinità alta causa incrostazioni, acqua torbida, Ph elevato e irritazione delle mucose dei bagnanti.
  • L’alcalinità bassa determina una difficile regolazione del Ph, favorisce la corrosione e macchie sulle parti metalliche.
PH
Ph è la sigla che sta per potenziale d’idrogeno, cioè la concentrazione di ioni di idrogeno contenuti nell’acqua. Questo valore è neutro se uguale a 7; acido se inferiore a 7 o basico se superiore a 7.
I livelli da mantenere per l’acqua della piscina sono da 7.2 a 7.4. Il monitoraggio di tale valore deve essere fatto almeno una volta a settimana. Mantenere i giusti valori permette al cloro di agire nel pieno delle sue possibilità, il quale previene la corrosione delle parti metalliche e il danneggiamento delle attrezzature di filtraggio. Inoltre, se il Ph ha valori errati, si rischia l’irritazione delle mucose e contribuisce alla torbidità dell’acqua.

 

Cloro
Come indicato nel precedente paragrafo della clorazione shock, il cloro è il prodotto più utilizzato al mondo per la disinfezione delle piscine, ma devi stare attento a introdurlo e mantenerlo nelle giuste quantità tra 1.0 e 1.5mg/L(ppm). Infatti, se corretto, il cloro non dà riscontri negativi all’uomo ed è dannoso solo per funghi, alghe, virus, eczemi e altro di più grave, come la legionella.
 
Tutti questi tre fattori possono essere comodamente testati con gli appositi kit per piscine che danno modo di ispezionarli con facilità. Consiglio: testa l’acqua a diverse profondità.

Filtri e Skimmer

Come pulire la piscina fuori terra? Per mantenerla bella e limpida, oltre i parametri dell’acqua dovrai utilizzare macchinari appositi per depurarla da particelle di sporco come filtri e skimmer.
I sistemi di filtraggio servono per garantire la pulizia attraverso l’aspirazione delle particelle sporche, trattenendo lo sporco all’interno di sé e reimmettendo l’acqua pulita nella vasca. Lo sporco trattenuto si accumula nel filtro il quale ti farà capire il bisogno di pulirlo quando il manometro aumenta di pressione. Un ottimo modo per verificare il giusto stato di pressione è quello di segnare con un pennarello il valore iniziale, il primo giorno d’uso. Questo ti aiuterà a capire la pressione corretta che deve avere il filtro e se aumenta di due valori, è ora di dare una pulizia manuale.

 

Esistono due tipi di filtro: quello a cartuccia e quello a sabbia.
Il primo è composto da una cartuccia cilindrica di cellulosa che imprigiona le particelle; è consigliato per piscine di piccole dimensioni ed è pratico e veloce da ripulire, con il vantaggio di acquistare un prodotto economico e semplice da utilizzare. Pulisci la cartuccia con una soluzione disincrostante per 24 ore e poi risciacquala prima dell’uso. Nonostante questo trattamento da eseguire ogni settimana, dovrai sostituirla dopo circa 20 giorni di utilizzo.
Il filtro a sabbia invece, è composto da due strati di sabbia silicea o a vetro che attraverso la gravità e la sua elettrostaticità, cattura le particelle di sporco. Questa tipologia di filtro è più costoso rispetto il precedente, però ha un grado di filtraggio migliore e si può utilizzare per piscine più grandi.

Gli skimmer sono strumenti da inserire nella vasca della piscina e servono sempre per ripulire l’acqua dalle impurità: viene convogliata l’acqua attraverso un imbuto che blocca foglie e particelle di sporco più grandi. Ottimo strumento per proteggere il tuo filtro da sporco grossolano e migliorare lo stato dell’acqua e del sistema di filtraggio in generale. Poco costoso è semplice da installare ed è un alleato usatissimo dai possessori di piscine!

 

Azioni giornaliere, settimanali e mensili

Per garantire lo stato della piscina e dell’acqua sempre ottimali, ti schematizziamo le attività da fare in ordine giornaliero, settimanale e mensile.

 

Giornalmente:
  • Aziona il filtro ogni giorno per 12 – 18 ore;
  • Regola il livello dell’acqua che deve essere sempre a metà dello skimmer;
  • Testa il livello di Ph e di cloro;
  • Svuota i residui nello skimmer e nel filtro;
  • Controlla la pressione del filtro e aziona un robottino pulitore se lo possiedi.
Settimanalmente:
  • In quest’ordine, pulisci la superficie dell’acqua con un retino, aspira e spazzola i bordi del liner con una spugna morbida;
  • Controlla il grado di alcalinità che deve essere compreso tra 80 e 120ppm;
  • Pulisci l’area circostante alla piscina, aiuta a mantenere anche l’acqua;
  • Aggiungi un po’ di alghicida, il cloro e il chiarificatore contro i metalli;
  • Pulisci il filtro se necessario.
Mensilmente:
  • Controlla i livelli di calcio da tenere tra i 200 e i 400 ppm;
  • Controlla i livelli di acido cianurico compresi tra i 30 e i 50 ppm;
  • Una sera fai il trattamento di superclorazione;
  • Sposta la scaletta per controllare la presenza di alghe da eliminare;
  • Pulisci l’interno degli skimmer.
Bene, se sei arrivato fino alla fine, sei pronto a mantenere bella e funzionale la tua piscina; è giusto dare valore ad un acquisto importante come questo. Fai attenzione ai dettagli e vedrai come potrai godere del risultato della tua costante manutenzione.

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5 Cose da sapere quando progetti l'illuminazione da esterno https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Banner_illuminazione_630x467px_8.jpg Illuminare il giardino non è semplice: ecco come avere un progetto… Chiaro! https://www.eurobrico.com/it/blog/e-luce-funel-tuo-giardino 8854

Avere uno spazio esterno intorno a casa propria è un vero surplus di valore, soprattutto nelle città dove gli appartamenti sono sempre più piccoli. Ma come ogni cosa anche il giardino necessita accorgimenti specifici per essere illuminato a dovere! Leggi fino in fondo per scoprire i consigli dei professionisti.

 

La progettazione della parte elettrica del giardino e quindi della sua illuminazione, fa parte di un settore specifico con tanto di figure professionali esperte: noi abbiamo raggruppato un po’ di idee per poterti dare i consigli giusti per dare luce agli esterni di casa tua, anche con soluzioni ecologiche!

 

Illuminare a dovere passi carrabili e pedonali: l’illuminazione funzionale

Sicuramente un importante passaggio da tenere nel top della tua lista è quello di dare valore e dare luce ai passaggi carrabili e pedonali. Questo non è solo un fattore estetico, ma soprattutto di sicurezza!
Per passaggi, entrate, cancelli o citofoni, ottimo è utilizzare luci interrate nel pavimento o faretti che stanno a qualche cm da terra: nel mercato ci sono tantissimi modelli diversi, riuscirai sicuramente a trovare quello che si abbina bene al design della casa e delle zone esterne! Un classico è montare faretti segna passo, ti accompagnano dall’inizio alla fine! Altrimenti, gli applique a muro daranno valore alle pareti e alle loro texture senza occupare posto utile a manovre o ad intralciare gli ospiti.
Se disponi di un accesso oppure di una zona esterna su più piani, illuminare la scala è importantissimo: sarebbe un peccato se gli ospiti la reputassero pericolosa e buia. Le giuste luci sulla scala la renderanno bellissima, con dei chiaro/scuri pazzeschi senza dover investire necessariamente in materiali di pregio per pedate ed alzate!
Illuminazione utile alla sicurezza degli ambienti è anche quella che delimita i confini della proprietà: in questo modo potrai vedere sempre chiaramente gli angoli più remoti del giardino, dove magari potrebbero accedere ospiti non desiderati. Ricordati anche che le luci sono molto utili in presenza di sistemi videosorvegliati! Il connubio migliore per sentirti sereno nei muri di casa tua.

 

Consiglio: se il tuo desiderio è quello di dare importanza a tavolo, lettini o una zona conviviale con barbecue e gazebo, puoi optare per un’illuminazione più tenue verso i passaggi carrabili e pedonali, così da non togliere lo sguardo degli ospiti sui punti di forza da te scelti.

 

Illuminazione scenografica: la bellezza attraverso la luce

Dividi gli ambienti in zone diverse: in questo modo crei degli spazi tematici o d’uso che puoi illuminare correttamente mantenendo un equilibrio tra gli elementi, funzionali o decorativi che siano. Inoltre, riuscirai meglio ad individuare gli elementi giusti fin da subito così da risparmiare tempo e risorse solo sui veri punti di forza!
Crea un percorso guidato attraverso le luci! Con l’illuminazione scenografica potrai far “cadere” l’occhio dei tuoi ospiti ai dettagli a cui vuoi dare attenzione.
Un ruolo determinante lo fanno ovviamente le piante, vere protagoniste del giardino. Attenzione però: non tutte le piante sono adatte. Quelle alte, illuminale dal basso verso l’alto ma solo se le foglie permettono alla luce di penetrare creando il perfetto effetto luci/ombre. Hai piante con cortecce di texture interessanti? Valorizzale nello stesso modo. Se invece hai alberi con rami fitti, la luce si fermerebbe subito non valorizzando le forme, in questo caso evita di illuminarli e spostati su altri elementi. Cespugli o aiuole? Scegli luci dall’alto!

 

Consiglio: nascondi più che puoi le fonti di luce in mezzo alla flora così da rafforzare “l’effetto wow” all’intera composizione.

 

Per illuminare le parti rilevanti del giardino come gazebo pergole o tavoli, dipende soprattutto dall’effetto che vuoi dare all’ambiente. Le lampadine che cadono dal basso danno un effetto fantasioso e romantico alla zona: con una pergola ben arredata ti sembrerà di essere in mezzo ad un regno fatato! Se preferisci le lanterne con luce calda, avrai subito un ambiente vintage.
Tipo da stile moderno? Cosa c’è di meglio delle nuovissime strisce a led?! Consumano poco, illuminano tanto e non occupano posto. Per avere un effetto moderno, ricercato e molto lounge bar, ti consigliamo anche l’utilizzo di arredi luminosi: fioriere, sfere galleggianti o meno oppure interi salottini da illuminare durante le serate più esclusive!

Illuminazione da esterno con i pannelli solari

In questi anni, le tecnologie avanzate hanno permesso la creazione di prodotti funzionanti con l’energia solare: questa metodologia è molto utile per installazioni successive agli impianti elettrici e sono un’ottima soluzione se vuoi aggiungere un punto luce economico senza tirare fili e cavi elettrici. Infatti, funzionano attraverso dei pannelli che catturano il sole e permettono il funzionamento con un accumulo di energia: una scelta green ed ecologica che ci piace tanto!
Sempre sul filone del risparmio energetico ti consigliamo sensori di movimento o crepuscolari per consumare solo nelle ore necessarie e senza rischiare di dimenticare le luci accese durante il giorno!
 

Colore della luce

Sai bene che forme desideri nel giardino o nel terrazzo?! Bene, ma conoscere anche i tipi di luce è importante per dare l’effetto che cercavi per i tuoi momenti in famiglia o con amici. In commercio ci sono 3 principali colori di luce inteso proprio come le onde che i nostri occhi percepiscono.
  1. Luce calda, con temperatura di colore inferiore ai 3300K: variano dal rossiccio fino ad un bianco piuttosto caldo. Consigliate per arredare ambienti interni di case private, ma anche di uffici e strutture ricettive perché dà una sensazione di calore e di accoglienza.
  2. Luce neutra, con temperature tra i 3300 e i 5300K: ottimo compromesso tra luce e calore per i nostri occhi!
  3. Luce fredda, con temperature tra i 5300 e i 3500K: al nostro occhio viene percepita con riflessi blu, proprio quelli che la rendono appunto fredda. Ottima per luoghi commerciali in quanto l’associamo ad ordine, pulizia e concetti spigolosi, rigorosi; supermercati, ospedali e magazzini la utilizzano.

 

Grado di protezione

Fattore da tenere sempre a mente quando si acquista materiale elettrico è proprio il grado di protezione. Questo dato indicizza dove i prodotti possono essere usati e a cosa resistono: un esempio è l’umidità o agli agenti atmosferici e quindi alla penetrazione di particelle solide e liquide. E’ sempre seguito da un numero che può variare tra 44 e 68: in maniera pratica, puoi trovare prodotti con IP46, ma anche IP60. Il primo ha una protezione inferiore rispetto al secondo, ma questo non determina che non lo puoi utilizzare per l’esterno, magari in parti riparate dalla pioggia diretta!
Consiglio: fai attenzione al grado di protezione rischi di avere danni alla sicurezza di tutto il tuo impianto, è una cosa importante da sapere!

 

Ora puoi pensare al tuo giardino con occhi diversi... Sicuramente, potrai "vedere meglio" i punti da valorizzare e quelli da lasciare bui! 

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Piscine fuori terra, come funzionano https://www.eurobrico.com/foto/NOR/piscina_630x467px_11552_1.jpg Tutto ciò che devi sapere per montare, mantenere e pulire la piscina fuori terra https://www.eurobrico.com/it/blog/piscine-fuori-terra-come-funzionano 11552

La piscina è un prodotto che in estate è molto desiderato: l’acqua fresca, la comodità di casa e potrai sempre trovare il desiderato posto all’ombra! Ma come tutte le cose, deve ricevere le giuste cure; continua a leggere per sapere cosa fare se hai a casa una piscina fuori terra!

 

Avere una piscina è un buon investimento anche per aumentare il valore del proprio giardino. Si deve sapere quale modello scegliere e dove poterla appoggiare, ma questo te lo spieghiamo approfonditamente nell’articolo “Quale modello di piscina scegliere”.
Ora però trattiamo il momento in cui hai già acquistato la piscina, la porti a casa entusiasta della novità e non vedi l’ora di vedere le facce dei bambini, nel vederla! Sappi però che una volta montata non la potrai utilizzare per i prossimi giorni: eh si, perché ci sono dei trattamenti da fare e non ne potrai saltare nemmeno uno! Ti permettono di avere la qualità dell’acqua buona, affinché i tuoi bambini possano giocare in un ambiente salubre!
Non ti spaventare però, è solo necessaria un po’ di attenzione. Cominciamo a vedere tutto nel dettaglio!

Come montare una piscina fuori terra?

Il montaggio delle piscine, dipende ovviamente dal modello che hai acquistato, se autoportante, gonfiabile oppure con struttura esterna; ti consigliamo sempre di utilizzare un telo di protezione della piscina: con esso potrai garantire una vita più lunga al liner, la parte in PVC che contiene l’acqua, proteggendolo da sassolini o piccoli residui organici di alberi o piante.
Segui le istruzioni del produttore per il montaggio, solitamente riuscirai a completarlo entro un’ora a seconda della dimensione. In generale, i passaggi fondamentali sono:
  1. stendere il liner in PVC sopra il telo di protezione;
  2. preparare valvole e guarnizioni di pompa – filtro – depuratore;
  3. montare i supporti per la struttura portante (se prevista).
Consiglio: per quest’ultimo passaggio, se hai acquistato un modello con struttura portante in metallo, metti delle tavole in legno sotto i montanti in ferro, così da creare un piano d’appoggio migliore rispetto al manto erboso.

 

Bene, una volta montata la struttura, non ti resta che riempire la vasca; fallo appena puoi perchè aiuta a far fissare e distendere il liner. Ti avvisiamo fin da subito che le ore di riempimento necessarie non sono poche: ovviamente anche in questo caso dipende dalla grandezza del modello acquistato, ma è possibile che ci si impieghi più di un giorno! Facciamo un passo indietro partendo dal principio.

Per riempire la vasca hai bisogno di tantissimi litri e l’acqua deve avere determinate caratteristiche. Per questo utilizza quella del rubinetto di casa o del giardino, magari con più tubi, così da ammortizzare un po’ il tempo di riempimento. Se invece hai a disposizione un pozzo nelle vicinanze, potrebbe essere utile utilizzare quella. Attenzione però! Fai delle analisi all’acqua; sarebbe un peccato ritrovarsi una vasca verde, con acqua che non è possibile neutralizzare nemmeno con i trattamenti più aggressivi.

Vediamo come calcolare il tempo di riempimento. Dovrai sapere il volume di portata del rubinetto o di tutti i tubi con cui vorrai riempire la vasca e il volume di acqua che la piscina contiene.

Se non sai la portata del rubinetto, prendi un contenitore graduato e riempilo con il massimo della portata e della velocità che può raggiungere il rubinetto e calcola il tempo. Il volume della piscina, lo calcoli moltiplicando lunghezza x larghezza x profondità. Se si tratta di una piscina rotonda il calcolo è diametro x diametro per profondità x 0.78 che è la costante.

Facciamo un esempio.
Il tuo rubinetto porta 12L/min quindi 720L/h ossia 0.73 m3 di acqua.
Se la tua piscina è un 8x3.5x1.5 m, il volume di acqua contenuta è di 42 m3. Con la portata di un rubinetto da 0.73 m3 impiegherai 58 ore. Se disponi di due tubi di portata 0.73 m3, le ore necessarie saranno 29!

In ogni caso, le ore di riempimento sono molte e per farlo in più giorni, ti consigliamo l’utilizzo di una copertura per piscine: il telo di copertura ti è utile in questo caso, per contrastare l’evaporazione dell’acqua che altrimenti dovresti recuperare, ma anche durante il corso della stagione per far riscaldare prima l’acqua, per farla raffreddare dopo, per proteggerla da sporcizia nelle brutte giornate e per ostacolare la formazione di alghe.

Superclorazione piscina fuori terra

Il primissimo passaggio da effettuare una volta riempita la piscina è quello di superclorazione dell’acqua, un modo per sanificarla con l’utilizzo del cloro, il prodotto più utilizzato in commercio in quanto semplicemente fruibile a poco prezzo e in diverse forme come pastiglie, liquidi o polveri.
Il processo di clorazione shock consiste nel diluire alte concentrazioni di cloro nell’acqua, solitamente il doppio rispetto alle quantità normali, per poterla stabilizzare verso i corretti valori chimici.

 

Consigli pratici da seguire durante il trattamento di clorazione d’urto.
  • Utilizza dicloro 55-60% che libera il 55% di particelle utili, oppure tricloro al 90% che ne rilascia il 90%;
  • Oltre il dicloro e il tricloro puoi usare anche prodotti antialghe e flocculanti che favoriscono la pulizia dell’acqua;
  • Calcola sempre bene le quantità di prodotto da usare in base ai volumi d’acqua della tua vasca;
  • Per tutti i trattamenti chimici dell’acqua, inserisci i prodotti in un secchio separato, diluendoli; solo successivamente versa il composto nella vasca. Questo protegge le pareti della piscina ma anche skimmer e filtri;
  • Utilizza questo processo anche per situazioni dove l’acqua è in gravi condizioni o si è sporcata molto. Non serve solo prima al primo riempimento!
 
Una volta scelti i prodotti, calcolate le quantità, diluite nel secchio e poi versate nella vasca, aziona i filtri per le 24 ore successive, evitando assolutamente la balneazione. Il giorno successivo misura con i kit utili, i parametri: durezza dell’acqua, il Ph e la quantità di cloro. Questi tre fattori sono influenzabili tra loro ed è necessario un monitoraggio costante e un equilibrio tra essi.

 

Durezza dell’acqua, il Ph e quantità di cloro

Durezza dell’acqua
La durezza e l'alcalinità dell’acqua sono quei dati che misurano la presenza di calcio, magnesio o di eventuali metalli pesanti; si consigliano tassi tra i 150 e 250 mg/L per la durezza e per 125-150 mg/L per l’alcalinità. Perché controllarli?
  • La durezza elevata provoca incrostazioni, acqua torbida, filtri e tubazioni otturate, macchie sulle superfici.
  • La durezza bassa è responsabile di danni alle parti metalliche attraverso la corrosione.
  • L’alcalinità alta causa incrostazioni, acqua torbida, Ph elevato e irritazione delle mucose dei bagnanti.
  • L’alcalinità bassa determina una difficile regolazione del Ph, favorisce la corrosione e macchie sulle parti metalliche.
PH
Ph è la sigla che sta per potenziale d’idrogeno, cioè la concentrazione di ioni di idrogeno contenuti nell’acqua. Questo valore è neutro se uguale a 7; acido se inferiore a 7 o basico se superiore a 7.
I livelli da mantenere per l’acqua della piscina sono da 7.2 a 7.4. Il monitoraggio di tale valore deve essere fatto almeno una volta a settimana. Mantenere i giusti valori permette al cloro di agire nel pieno delle sue possibilità, il quale previene la corrosione delle parti metalliche e il danneggiamento delle attrezzature di filtraggio. Inoltre, se il Ph ha valori errati, si rischia l’irritazione delle mucose e contribuisce alla torbidità dell’acqua.

 

Cloro
Come indicato nel precedente paragrafo della clorazione shock, il cloro è il prodotto più utilizzato al mondo per la disinfezione delle piscine, ma devi stare attento a introdurlo e mantenerlo nelle giuste quantità tra 1.0 e 1.5mg/L(ppm). Infatti, se corretto, il cloro non dà riscontri negativi all’uomo ed è dannoso solo per funghi, alghe, virus, eczemi e altro di più grave, come la legionella.
 
Tutti questi tre fattori possono essere comodamente testati con gli appositi kit per piscine che danno modo di ispezionarli con facilità. Consiglio: testa l’acqua a diverse profondità.

Filtri e Skimmer

Come pulire la piscina fuori terra? Per mantenerla bella e limpida, oltre i parametri dell’acqua dovrai utilizzare macchinari appositi per depurarla da particelle di sporco come filtri e skimmer.
I sistemi di filtraggio servono per garantire la pulizia attraverso l’aspirazione delle particelle sporche, trattenendo lo sporco all’interno di sé e reimmettendo l’acqua pulita nella vasca. Lo sporco trattenuto si accumula nel filtro il quale ti farà capire il bisogno di pulirlo quando il manometro aumenta di pressione. Un ottimo modo per verificare il giusto stato di pressione è quello di segnare con un pennarello il valore iniziale, il primo giorno d’uso. Questo ti aiuterà a capire la pressione corretta che deve avere il filtro e se aumenta di due valori, è ora di dare una pulizia manuale.

 

Esistono due tipi di filtro: quello a cartuccia e quello a sabbia.
Il primo è composto da una cartuccia cilindrica di cellulosa che imprigiona le particelle; è consigliato per piscine di piccole dimensioni ed è pratico e veloce da ripulire, con il vantaggio di acquistare un prodotto economico e semplice da utilizzare. Pulisci la cartuccia con una soluzione disincrostante per 24 ore e poi risciacquala prima dell’uso. Nonostante questo trattamento da eseguire ogni settimana, dovrai sostituirla dopo circa 20 giorni di utilizzo.
Il filtro a sabbia invece, è composto da due strati di sabbia silicea o a vetro che attraverso la gravità e la sua elettrostaticità, cattura le particelle di sporco. Questa tipologia di filtro è più costoso rispetto il precedente, però ha un grado di filtraggio migliore e si può utilizzare per piscine più grandi.

Gli skimmer sono strumenti da inserire nella vasca della piscina e servono sempre per ripulire l’acqua dalle impurità: viene convogliata l’acqua attraverso un imbuto che blocca foglie e particelle di sporco più grandi. Ottimo strumento per proteggere il tuo filtro da sporco grossolano e migliorare lo stato dell’acqua e del sistema di filtraggio in generale. Poco costoso è semplice da installare ed è un alleato usatissimo dai possessori di piscine!

 

Azioni giornaliere, settimanali e mensili

Per garantire lo stato della piscina e dell’acqua sempre ottimali, ti schematizziamo le attività da fare in ordine giornaliero, settimanale e mensile.

 

Giornalmente:
  • Aziona il filtro ogni giorno per 12 – 18 ore;
  • Regola il livello dell’acqua che deve essere sempre a metà dello skimmer;
  • Testa il livello di Ph e di cloro;
  • Svuota i residui nello skimmer e nel filtro;
  • Controlla la pressione del filtro e aziona un robottino pulitore se lo possiedi.
Settimanalmente:
  • In quest’ordine, pulisci la superficie dell’acqua con un retino, aspira e spazzola i bordi del liner con una spugna morbida;
  • Controlla il grado di alcalinità che deve essere compreso tra 80 e 120ppm;
  • Pulisci l’area circostante alla piscina, aiuta a mantenere anche l’acqua;
  • Aggiungi un po’ di alghicida, il cloro e il chiarificatore contro i metalli;
  • Pulisci il filtro se necessario.
Mensilmente:
  • Controlla i livelli di calcio da tenere tra i 200 e i 400 ppm;
  • Controlla i livelli di acido cianurico compresi tra i 30 e i 50 ppm;
  • Una sera fai il trattamento di superclorazione;
  • Sposta la scaletta per controllare la presenza di alghe da eliminare;
  • Pulisci l’interno degli skimmer.
Bene, se sei arrivato fino alla fine, sei pronto a mantenere bella e funzionale la tua piscina; è giusto dare valore ad un acquisto importante come questo. Fai attenzione ai dettagli e vedrai come potrai godere del risultato della tua costante manutenzione.

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4 Modi per organizzare la casetta da giardino https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Blog__casette_da_giardino_630x46.jpg Organizza con criterio tutti i tuoi attrezzi nella casetta da giardino https://www.eurobrico.com/it/blog/4-modi-per-organizzare-la-casetta-da-giardino 11547

Se hai sempre il giardino disordinato e nel garage non ci sta più nulla, è ora di pensare a dello spazio aggiuntivo: continua a leggere e ti daremo alcuni consigli su come organizzare la casetta da giardino, il prodotto giusto per risolvere i tuoi problemi!

Tipologie di casette


La prima domanda da porti se non l’hai ancora fatto, è: “Come posso avere una casetta da giardino?”
Beh, ci sono due modi, entrambi molto semplici nel concetto ma meno nell’esecuzione: il primo è acquistare una casetta in kit prefabbricato, un pacchetto già completo di tutti i componenti compresa la viteria, che dovrai montare minuziosamente seguendo le istruzioni. Esistono tantissimi modelli, quelli con finestre, quelli senza, in lamiera, in legno o anche in resina. A te la scelta!
La seconda possibilità è creare pezzo per pezzo come farebbe un vero bricoleur esperto, forgiando pannelli in legno, completamente personalizzati in base alle tue esigenze e tenendo conto dell’utilizzo che ne farai! Molti ci chiedono come poterla costruire, ma la verità è che si tratta di un lavoro complesso, lungo e che necessita di ottima manualità con gli strumenti e con le costruzioni; noi preferiamo indicarti come arredare correttamente una casetta da giardino!


Prima di cominciare i lavori di montaggio o della creazione del terrapieno dove vorrai collocarla, verifica che tutto sia conforme alle norme locali: solitamente costruzioni entro i 20m quadrati necessitano solo di una dichiarazione di inizio lavori, ma sempre meglio essere informati, prima di spendere i propri soldi per qualcosa che non ti permettono di tenere!


Questi box da inserire in giardino possono avere tantissimi usi diversi a seconda di quello che ti serve. I più comuni sono:

  1. Capanno degli attrezzi;
  2. Serra o ripostiglio per giardinaggio;
  3. Stoccaggio di legna da ardere;
  4. Garage per biciclette o scooter;
  5. Magazzino per le cose più disparate.
 

Come organizzare una casetta da giardino

 

Ora iniziamo il vero e proprio lavoro di riordino del capanno; alcune di queste tattiche le potrai utilizzare anche per la soffitta o il garage, soprattutto quelle di riordino e organizzazione.

 

Togli tutto quello che hai

 

Per prima cosa ti consigliamo di togliere tutto quello che trovi all’interno e che con il tempo hai accumulato. Questo permetterà di renderti effettivamente conto di quante cose hai accumulato e probabilmente di quante non sapevi nemmeno l’esistenza! Spesso infatti acquistiamo grandi confezioni di ferramenta, quando in realtà ci basterebbe solo qualche pezzo singolo, per poi, finito il lavoro, non usarne più nemmeno uno. Oppure succede di acquistare olio o benzina per la motosega, dimenticando di averlo comprato la volta precedente, ritrovandosi con tante confezioni uguali della stessa cosa, mezze cominciate.
Estraendo tutti i materiali, potrai già capire cosa tenere e cosa invece puoi eliminare. Attrezzi rotti che non sai riparare? Via! E tutte le cianfrusaglie che non usi da anni? Via anche quelle! Ti concediamo solo alcuni oggetti storici, magari quelli del nonno, che fanno riaffiorare ricordi; anche questi però devono essere scelti con molto raziocinio e poco trasporto, altrimenti il decluttering sarà inconcludente! Sempre in questa fase, suddividi gli attrezzi per categoria o per area d’uso, come per esempio attrezzi per il prato, accessori auto ecc. se si tratta di un capano multiuso; se invece è già un’area di lavoro selezionata per il giardino, fai categorie ristrette come per esempio sementi e attrezzi per seminare, utensili per piantare, cura per l’erba, diserbanti e così via!

Utilizza soffitto e pareti


Da un ambiente vuoto è immediato vedere tutte le pareti sgombre e anche il soffitto, evento unico e raro! Rendi utili anche questi due elementi per poter avere un posto veramente organizzato ed efficiente! Sai quante cose potrai sistemare su di essi senza che tocchino terra? Più oggetti riuscirai ad attaccare in alto o di lato, più spazio avrai a livello dei piedi e quindi di movimento.


Ora che hai ben libero tutto il pavimento, utilizza una scala per accessoriare pareti e soffitto a dovere. Se hai dei vecchi tubi dell’acqua, di quelli grandi e rigidi, ti possono essere utili come contenitori di altri tubi, cavi o lunghi pali in legno o metallo. Attaccali con delle staffe sul soffitto e vedrai che libertà ad avere tutti pezzi più lunghi fuori di mezzo. Se hai modo, appendi anche ganci di vario genere, ti serviranno per appendere qualsiasi oggetto tu voglia: puoi anche pensare ad un pannello in legno che fa da ripiano aggiuntivo, attaccato al soffitto. Così non solo i pali, ma anche vecchi pezzi di legno o di altro genere, saranno lontani dai piedi. Sempre per questo fine, in commercio esistono rastrelliere da soffitto oppure porta biciclette o ganci per appendere le scale. Fai solo attenzione al peso: sarebbe poco piacevole caricare troppo e vedere cadere tutto il lavoro fatto!


Le pareti le puoi utilizzare in tantissimi modi diversi. Partiamo con le mensole, che sono il materiale più semplice e che tutti conosciamo. Sembrano scontate ma sono un ottimo prodotto per organizzare e togliere di mezzo soprattutto oggetti più piccoli, che se disposti in maniera disordinata, occupano un sacco di spazio.
Puoi optare per modelli da fissare direttamente alle pareti, strutture composte senza possibilità di scegliere l’altezza tra una e l’altra, oppure kit di scaffali in metallo che possono essere utili per posizionare oggetti più pesanti. 
Per quanto riguarda le mensole singole da fissare a muro, ricordati che non si tratta della parete di casa, ma di una struttura è più fine e delicata. Utilizzale con attenzione senza forare eccessivamente e soprattutto non far sporgere dall’altra parte della parete le viti di fissaggio: potrebbero far male a qualcuno! Se vuoi una soluzione aggiuntiva, puoi installare un pannello extra alla parete, così da forare quella!


Le strutture a più piani, sono comode in quanto dovrai predisporre molti meno fori sul muro, ma devi fare bene il focus sul peso totale che la struttura avrà una volta riempita! Utilizza ferramenta apposita con una buona portata e vedi di non inserire oggetti troppo pesanti: opta per qualcosa di più piccolo così sarai sicuro! Potrebbe essere un’idea posizionarci sopra piccoli strumenti organizzati in base alla loro dimensione!


Gli scaffali invece, ti sono utili in quanto componibili: se hai strumenti abbastanza ingombranti o alti puoi predisporre solo alcune mensole ma ben distanziate. Acquistane più di uno della stessa marca: avere tutto di un fornitore ti può permettere di utilizzare i diversi pezzi, anche tra loro, personalizzando al massimo le scaffalature. Spendi un po’ di più, ma prendi modelli che sopportino più peso possibile: almeno così non ti precludi alcun utilizzo. Noi ti consigliamo quelli in metallo galvanizzato o zincato. Ricordati che ci sono anche i modelli angolari; non sempre hai modo di sfruttare completamente gli angoli di un ambiente!


Un'altra soluzione per occupare le pareti è quella di usare le rastrelliere: usate spesso nei magazzini e nei capanni, hanno effettivamente molti benefici e potrai sbarazzarti degli utensili manuali che devi spostare ogni volta che te ne serve uno! Ti permette di fare ordine per gli attrezzi che non stanno in piedi da soli e che occupano molto posto in terra. Un modo un po’ più creativo è di utilizzare una striscia di velcro bella spessa, da appendere alle pareti e dove potrai appiccicare tantissime cose diverse. 
Perfetti anche in questo caso, oltre che nei garage e laboratori, sono i pannelli in metallo pre-forati: fatti appositamente per appendere tantissimi oggetti diversi, dai cacciaviti, alle forbici ad attrezzi per idraulica o giardinaggio. Puoi anche disegnare la sagoma degli oggetti, affinchè ogni volta che li togli dalla parete, saprai esattamente dove è il loro posto! D’altronde i ganci per sostenere gli oggetti, li devi posizionare a seconda di cosa dovranno supportare, quindi disegnare il contorno, ti permetterà di avere sempre ben chiaro l’ordine delle cose!
Vuoi mettere a posto oggetti piccoli che perdi ovunque e non sai mai dove trovare? Un trucco è quello di utilizzare barattoli in vetro o plastica trasparente, da attaccare sulle pareti o anche sotto alle mensole. Come? Semplice, attacca con una colla forte o fissa con una vite il tappo del barattolo alla superficie. Poi avvita il barattolo pieno di ciò che vuoi, al tappo: un organizer sempre disponibile che non toglie posto al tuo banco da lavoro! 

Crea un corridoio

 

Una volta che hai selezionato tutto il materiale e ricominci a popolare la tua casetta, ricorda di tenere sempre lo spazio per un corridoio. Calcolalo sempre di circa 40-60 cm così tu possa passare agevolmente anche con attrezzi pesanti o ingombranti al seguito. Se hai una metratura più ampia rispetto a qualche metro quadro, puoi pensare ad un passaggio trasversale oppure un secondo corridoio parallelo. L’importante è che ci sia sempre spazio usabile per muoversi e prelevare ciò che ti serve!

 

Prodotti chimici e come conservarli

 

Soprattutto per chi ama il giardinaggio e la cura dello stesso, i prodotti chimici da usare sono sempre molti: dai diserbanti, ai carburanti infiammabili oppure gli antiparassitari… Questi, sono spesso delicati da usare, ma anche da conservare. Ricorda sempre di acquistare il minimo indispensabile per il completamento del lavoro: così non avrai tanti prodotti chimici stipati nel magazzino, magari scaduti e che nemmeno ti ricordavi di avere. E’ importante tenerli in un posto sicuro, lontano dai bambini ma anche da animali domestici curiosi; inoltre devi anche fare attenzione a non disperdere accidentalmente le sostanze nell’ambiente, recando danno all’area circostante e nei casi peggiori anche a condutture dell’acqua!
Consiglio utile da adottare è quello di mantenere tutte queste sostanze nelle loro scatole originali, così da sapere sempre che cosa si ha per le mani e l’utilizzo delle stesse, con indicata anche il loro grado di pericolosità e con le indicazioni in caso di emergenza/necessità. Utilizza contenitori o cassette di sicurezza poste in alto per evitare il contatto con il suolo per poter conservare correttamente le scatole, anche avendo la possibilità di metterle sotto chiave!

 

 
Uno spazio aggiuntivo in giardino è sempre comodo, che sia dedicato alle attrezzature sportive, a quelle per il giardinaggio oppure come laboratorio di faidate. L’importante è che tu lo usi con ordine e organizzazione, altrimenti diventerà un altro angolo di casa disordinato e poco efficace!

 

I nostri addetti e i nostri punti vendita, compreso quello online, ti aspettano per darti tutte le informazioni necessarie alla scelta del modello corretto, potendo scegliere tra tantissimi materiali e dimensioni!

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Come rimodernare un mobile in legno https://www.eurobrico.com/foto/NOR/mobile_630x467px_11516_1.jpg Rinnovare il legno non è mai stato così semplice! Mobile vecchio che all'occhio sembra nuovo! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-rimodernare-un-mobile-in-legno 11516

Se anche tu come noi hai a casa un vecchio mobile di cui non vuoi disfarti, ma non si accorda bene con il resto dell’arredo oppure non ti piace più, questo è l’articolo che fa al caso tuo.

In pochi passaggi scoprirai come rimodernarlo, dandogli nuova vita e colore!

 

Materiali necessari:

  • Cacciavite o Avvitatore;
  • Carta abrasiva da 80 -120;
  • Decerante, sverniciante;
  • Pennello;
  • Primer;
  • Nuova vernice o smalto;
  • Scotch;
  • Panno di cotone o lana;
  • Lana d’acciaio;
  • Raschietto o spatola.

Procedimento

In breve, i passaggi da fare sono: lo smontaggio del mobile, l’eliminazione di vecchi strati di vernice, l’eventuale riparazione del legno e la fase di carteggio.
Poi si passa al vero e proprio ammodernamento con i nuovi colori. Vediamo tutto nel dettaglio!

Smontaggio

Utilizza un cacciavite o un avvitatore per togliere tutti i componenti possibili e copri le parti in metallo che non devono essere trattate con dello scotch così da preservarle. Puoi trovare maniglie, pomelli o altre decorazioni.
Smontare il mobile ti permette di maneggiare con più facilità i pezzi e raggiungere anche le parti più scomode e difficili.

 

Trattamento di pulizia dai vecchi strati

Una volta smontato, togli tutti gli strati applicati in passato in modo preciso: farai emergere il legno nudo.
Attenzione alle caratteristiche del mobile: sei sicuro si tratti di un mobile verniciato e non cerato? Questo, determina il prodotto che dovrai utilizzare per togliere gli strati! Se hai dubbi, ecco metodo semplice per rispondere a questa domanda. Utilizza qualche goccia d’acqua per capire il materiale dello strato esterno: se fa una macchiolina si tratta di cera, se invece si forma una pallina compatta che rotola sulla superficie, si tratta di vernice! Per l’appunto, se si tratta di cera, dovrai utilizzare un prodotto decerante, altrimenti uno sverniciatore se invece è verniciato.
Sia deceranti che sverniciatori, devono essere applicati dal basso verso l’alto, quindi procedendo dalle gambe o dai piedi del mobile a salire; lascia agire circa 30 minuti (segui sempre le istruzioni applicate direttamente sui prodotti).
Quando gli strati si distaccano utilizza un raschietto o delle spatole, oppure della lana d’acciaio di varia dimensione a seconda dello sporco e seguendo le fibre del legno continua a togliere tutti i residui di prodotto. Di tanto in tanto pulisci con un panno, ti aiuterà a togliere tutto. Quando avrai completato tutte le parti e messo a nudo l’essenza del legno originaria, puoi passare alla fase successiva!

 

Riparazione delle superfici

Una volta che il mobile è nudo e crudo, potrai procedere alla riparazione delle superfici. La riparazione si può effettuare anche senza dover tornare al legno grezzo, con una rosa di prodotti sul mercato a disposizione.
Se ripari i difetti dopo aver tolto gli strati precedenti, ti consigliamo di utilizzare la pasta di legno per riparazioni e restauri. Si tratta appunto di una pasta che ti permette di riempire crepe, fori e fessure; esiste in diversi colori e puoi anche scegliere se acquistare un formato più grande oppure un tubetto per riparazioni di piccola entità. Inoltre, anche in presenza di questo prodotto potrai smerigliare, avvitare e limare il legno; insomma un ottimo alleato!

Carteggiatura

Operazione importantissima da cui deriva l’ottima stesura degli strati superficiali: la carteggiatura. Questa fase rende il legno omogeneo, liscio e senza imperfezioni così da ricevere i prodotti successivi completamente.
Ciò che ti consigliamo è di carteggiare il più possibile a mano utilizzando più carte abrasive di grammatura dagli 80 ai 120. Più grossa di 80 rischieresti di segnare eccessivamente il legno, più fine di 120 rende le superfici troppo lisce e non adatte a ricevere gli strati successivi. Le parti più ampie le puoi fare con una levigatrice, ma ricorda di passare comunque dopo, manualmente.
Per carteggiare prendi delle precauzioni personali, è infatti un passaggio che crea molta polvere! Se sei al chiuso apri le finestre e proteggi tutte le altre superfici: ottimo utilizzare un aspiratore. Metti i pezzi da trattare su un cavalletto in modo orizzontale: lavorare comodi rende tutto più semplice e piacevole.
Per cominciare inizia con la carta abrasiva più grossa che hai scelto e procedi mano a mano con quelle più fini: un procedimento migliore rispetto a utilizzare solo una grammatura ma utilizzata per più tempo.
Carteggia regolarmente e quando lo fai senza attrezzi elettrici, utilizza un supporto o un tampone dove posizionare la carta, in questo modo non creerai avvallamenti con pressioni diverse, ed essa si consumerà in maniera uniforme.
Una volta completate le superfici e dato nuovamente aria al legno grezzo coperto da anni, dovrai pulire accuratamente le superfici. Utilizza un panno umido per togliere residui di segatura e polvere per preparare ulteriormente il legno a ricevere le vernici che lo copriranno nuovamente.
Adesso puoi rimontare il mobile, così da verniciarlo e averlo pronto!

 

Verniciatura

Ora è finalmente arrivato il momento di ridipingere il mobile come si desidera. Se si tratta di un pezzo esposto all’umidità, al sole oppure semplicemente vuoi prepararlo perfettamente alla vernice, ti consigliamo l’uso di un primer specifico: è una buona soluzione per la protezione da umido e raggi solari diretti, la vernice non viene assorbita dal legno ma fa solo uno strato superficiale e lo rende più aderente.
Se invece non ritieni importante questo passaggio puoi andare dritto al sodo e pensare all’effetto finale che desideri dare alla composizione. Al di là dei gusti personali e della tipologia di colori che desideri usare, quello che ti possiamo dire a livello generale e che rimane una cosa sempre valida, è di non utilizzare le vernici sopra le superfici oliate.
Come indicato all’inizio i passaggi per il trattamento del mobile sono tutti necessari e prima dovrai togliere gli strati già presenti!
Ricorda che il colore di base del legno, che è diverso se è betulla, frassino, abete o noce, può incidere sull’effetto finale: pertanto prova sempre la vernice scelta in un angolino così da verificare se effettivamente è ciò che ti aspettavi. Sarebbe un peccato rimanere delusi proprio alla fine del progetto!
La stesura delle vernici, falla sempre in direzione delle fibre di legno, non ha alcuna importanza l’incrocio delle pennellate: vai sempre nello stesso senso e togli gli eccessi di colore dai lati della pennellata con quelle successive. Un ulteriore strato, dopo quelli di colore, può essere di vernice trasparente che renderà ancora più perfetto il risultato finale.

 

Manutenzione dei mobili

A seconda del trattamento a cui è sottoposto il legno, potrai dare nuova luce con vernici, smalti, oli oppure cera, ma ci interessa dirti come prenderti cura giornalmente dei tuoi pezzi d’arredo, con dei semplici accorgimenti per tutti i giorni.
Se utilizzi il mobile per mangiare oppure se ci sono delle macchie incrostate, utilizza un semplice panno bagnato con acqua e sapone, ben strizzato. Potrai pulire le macchie senza essere aggressivo sulla superficie; per togliere la polvere invece, è sufficiente un panno cattura polvere per poi utilizzare il prodotto per legno specifico. In questo modo non perderà la lucentezza e il legno sarà sempre in ottima forma!

 

Ora prova con il comodino che non ti piace più come una volta, la madia della zia che è troppo scura per i tuoi gusti, o un vecchio mobiletto che vuoi rimodernare secondo il gusto Shabby.
Non resta che provare e divertirsi con il Fai da Te!
Quale modello di piscina scegliere https://www.eurobrico.com/foto/NOR/piscina_630x467px_9206_1.jpg Guida a tutti i tipi di piscine che puoi avere a casa! https://www.eurobrico.com/it/blog/quale-modello-di-piscina-scegliere 9206

L’estate è un periodo piacevole anche potersi dedicare al relax all’aperto, vivere le giornate in giardino e cogliere quel senso di libertà e serenità che solo la natura ti può trasmettere. Se non sempre hai la possibilità di viaggiare e godere di immensi spazi nella vegetazione, puoi optare semplicemente per arredare ed equipaggiare con i giusti accessori il giardino di casa tua!


La piscina è divertente per tutta la famiglia che dà un surplus all’ambiente, ma essendo ingombrante e costoso è giusto affrontare l’acquisto con consapevolezza! Noi siamo qua per aiutarti a capire quale modello è giusto per le tue esigenze, così da soddisfare le aspettative.

Interrata, semi interrata o fuori terra?

Ebbene sì, ci sono tre categorie di piscina: le classiche piscine interrate, quelle con un fascino intramontabile; un bene che aumenta il valore dell’immobile e anche del tuo relax! Sono tanto belle quanto le più complesse da installare: è necessario richiedere delle pratiche amministrative per l’autorizzazione ai lavori e a livello di manovalanza sono ovviamente quelle che richiedono più tempo. Infatti, le tempistiche di installazione e costi da sostenere sono i più elevati delle 3 categorie sopracitate.

Puoi valutare una via di mezzo tra la piscina completamente interrata e quella fuori terra, cioè il modello semi interrato. Ha bisogno anch’esso di autorizzazioni di intervento da parte del comune di residenza, ma richiede meno costi e te la consigliamo qualora il terreno non abbia tutte le caratteristiche necessarie al posizionamento di una struttura come questa, come per esempio troppa pendenza o dislivello.

L’ultima categoria, ossia quella fuori terra, è ovviamente posizionata completamente fuori dal terreno e quindi non servono scavi o interramenti; non servono nemmeno pratiche amministrative, dal momento che si tratta di un prodotto che si può rimuovere a fine stagione. Infatti, si tratta di un’ottima soluzione per tutti quelli che hanno un contratto di affitto e non possono effettuare modifiche all’immobile!

 

Noi ci soffermiamo proprio su quest’ultima tipologia: i nostri negozi nei loro scaffali, hanno molti modelli diversi che principalmente si dividono anch’essi in 3 tipi:
  1. Le piscine rigide o semirigide composte di legno, lamiera o metallo;
  2. I modelli frame con liner in pvc e struttura portante esterna;
  3. Piscine autoportanti in pvc con un anello da gonfiare.
Le prime fanno parte della categoria più costosa delle linee fuori terra, in quanto prodotte con materiali diversi dal polipropilene come metallo o legno, che permettono una durata maggiore e delle linee estetiche più ricercate ed eleganti. Se non puoi installare le piscine interrate o semi interrate, queste sono quelle che gli si avvicinano di più, con possibilità di avere ampi specchi d’acqua.

 

Le seconde invece, sono le più versatili. Si parte da metrature ridotte di qualche metro, per arrivare fino ai 10m di lunghezza o diametro, nel caso di forme rotonde. Adatte a quasi tutte le esigenze, vanno bene a chi vuole un’area per farsi una nuotata come si deve, alle famiglie che vogliono dare uno spazio divertente ai propri bambini. Composte da una struttura tubolare che sorregge il tutto, da posizionare all’esterno, le puoi mantenere montate anche per diversi mesi, ma coperte da telo protettivo. Spesso questi modelli sono anche ben accessoriati con scalette, kit di filtraggio e telo di copertura.

 

L’ultima categoria è più semplice sia come componenti che come fasi di montaggio. Gonfiando l’anello che solitamente sta nel punto più alto, potrai godere subito di una piscina performante dal momento che proprio l’anello pieno d’aria sorregge il resto della struttura. Piuttosto resistenti contengono carichi d’acqua modesti; ti consigliamo questo modello se disponi spazi ridotti. Adatta a tutti i genitori con bimbi piccoli ed una piccola zona verde, ottima da tenere in giardino durante l’estate ma assolutamente da riporre nel resto dell’anno dal momento che soffre le basse temperature.

Dimensioni e forma

Le dimensioni e la forma sono determinate soprattutto da due fattori: l’uso che desideri fare della piscina e lo spazio a disposizione nell’area di installazione.
Quando misuri l’area in cui vorrai posizionare la piscina, dovrai calcolare un metro - un metro e mezzo in più in tutti i punti a contorno: questo per permettere un corridoio di movimento pratico e comodo per spostarsi da un punto all’altro e per non rischiare di danneggiare nulla, né gli ostacoli intorno, né la piscina in sé. Devi pensare che si tratta di un’aggiunta alla tua casa, non deve risultare un ingombro o un impedimento! Non per ultimo, le piscine rigide o in frame hanno i contrafforti che occupano quindi spazio ulteriore rispetto alla mera metratura del fondo piscina.
Anche la forma è ovviamente determinata dal posto in cui deciderai di mettere la piscina, ma se hai possibilità di scelta con un grande spazio che può ospitare sia la forma rotonda che quella rettangolare, ora ti diciamo i nostri consigli.
La forma rettangolare è quella più usata ed è comoda in quanto ha il miglior utilizzo tra spazio utile “terreno” e spazio d’acqua: se abbastanza grande permette sia di far giocare i bambini, che nuotate in santa pace!
I modelli rotondi invece, hanno uno specchio d’acqua più ampio ottimo per intrattenersi con bambini o amici, ma non adatte a nuotare.
La profondità, ti consigliamo di considerarla in base alla presenza di piccoli in casa: sarebbe un peccato negargli un così grande divertimento perché troppo pericoloso!
 

Dove posizionarla

E’ molto importante che il punto dove desideri installare la piscina abbia le giuste caratteristiche. Sembra banale ma invece si tratta di un punto delicato su cui devi fare attenzione.
Infatti, devi scegliere un luogo piano perché altrimenti l’acqua si accumulerebbe più da una parte creando sovraccarico solo da un lato, danneggiandolo a lungo andare; poi devi valutare un posto piatto senza irregolarità. Più precisamente devi evitare la presenza di linee sotterranee, fosse biologiche, pozzi perché il terreno potrebbe cedere da un momento all’altro. Devi ricordarti che una piscina con all’interno 1000L di acqua è uguale ad un metro cubo, il che significa che pesa 1000Kg! Invece, radici di alberi, sporcizia o detriti potrebbero danneggiare il telo.
Qualora non disponessi di un luogo con queste caratteristiche, ti consigliamo vivamente di ricrearla con un basamento in calcestruzzo.
Ciò che forse non si considera, è il fatto che la piscina necessita non solo di posto e di acqua ma anche di accessori utili all’uso di questo prodotto, della manutenzione e pulizia. Pertanto, ti ricordiamo che il luogo perfetto dove posizionare la piscina è quello munito di scarico per lo svuotamento dell’acqua, di una spina idrica per il riempimento della vasca e di una spina elettrica per l’allacciamento di filtri di pulizia. Ottimo sarebbe avere anche un piccolo disbrigo per tenere retini, robottini per il fondale prodotti come cloro o trattamenti antialghe. Avere questo tipo di prodotti e automazioni, come per esempio dispositivi del trattamento acque automatici, ti permettono di diminuire il tempo che devi spendere per mantenere bella e pulita la piscina, così da godertela con più serenità!

 

E a fine stagione?

Finita l’estate le temperature non sono più utili per godere della piscina e pertanto devi sapere cosa farne durante la stagione invernale! Quindi ti si presentano due opzioni.
La prima è quella di lasciare la piscina montata – se il tuo giardino te lo consente – riempita d’acqua. Utilizza un prodotto specifico per svernaggio delle piscine; scollega il filtro che riponi all’asciutto e copri l’area d’acqua con copertura apposita. Il livello dell’acqua deve essere 5cm sotto la copertura e fai attenzione a non far accumulare pioggia, neve o foglie sulla copertura. Ricorda di chiudere la valvola di ritegno.
La seconda è quella probabilmente che viene più utilizzata. Lo smontaggio della struttura seguendo passo passo le istruzioni di montaggio, esattamente al contrario, riponendo ordinatamente i componenti e indicandoli con numeri o lettere, così da avere già metà del lavoro fatto per la prossima stagione!

 

Ora hai una panoramica generale sui modelli in commercio e sui punti di forza di ognuno. Soffermarsi sulla scelta prima, per godere dei vantaggi, dopo!
 
Come montare un lampadario a sospensione https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_lampadario_9010_1.png Trucchi e modalità per effettuare un lavoro da manuale! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-montare-un-lampadario-a-sospensione 9010

Casa dolce casa…non c’è luogo più accogliente di casa propria!

Ma a volte capita che abbiamo voglia di qualche cambiamento: non c’è bisogno di stravolgere l’arredamento, è sufficiente sostituire alcuni accessori come cuscini, una tovaglia oppure il lampadario!

Ecco pochi semplici passi da seguire per installarne uno nuovo. Continua a leggere!

In commercio esistono molti tipi di lampadario: a sospensione, applique, plafoniere e lampadari a terra… Noi ora ci soffermeremo su quello a sospensione, probabilmente il più laborioso da montare e quello a cui servono più accortezze.

 

Il lampadario a sospensione è composto da:
  • un paralume in cui si trova la lampadina o il led, che può essere di alluminio, plastica, acciaio, bambù o carta;
  • un coperchio coprifili sulla cima;
  • un cavo che unisce i due elementi e in cui passano i fili dell’alimentazione.
 
Materiale necessario
Per montare il lampadario:
Per creare il foro:
 
Cavi elettrici
Ecco una breve spiegazione dei cavi che troviamo sia sul lampadario tradizionale che sul muro e che vanno collegati tra loro:
  • BLU che rappresenta il neutro;
  • GIALLO e VERDE che corrisponde alla presa di terra;
  • MARRONE o ROSSO relativo alla fase;
Attenzione: il cavo giallo e verde non è necessario se il lampadario è a doppio isolamento e non è sempre presente. In questo caso non occorre spelarlo ed è meglio proteggerlo con un morsetto o con del nastro isolante.

Procedimento
Innanzitutto, è importante togliere la corrente fino alla fine del montaggio per evitare scosse e ti consigliamo di farti dare una mano, specialmente se il soffitto è molto alto e il lampadario molto pesante.
Scegli bene il punto d’installazione del lampadario! Ti ricordiamo che ovviamente devi pensare all’allacciamento elettrico: se lo vuoi montare in un punto “scoperto”, dovrai programmare altri lavori prima di procedere all’installazione. 
Altra importante cosa è la presenza di un gancio di sostegno. Se il gancio è già presente assicurati che sia ben saldo al muro tirandolo con forza; se invece non ci fosse, bisogna realizzare un foro a pochi cm di distanza dai cavi elettrici per poi inserire un tassello di acciaio a cui verrà avvitato il gancio.
Solitamente, all’interno del lampadario i fili elettrici sono già inseriti negli appositi morsetti; nel caso così non fossero è un passaggio che puoi risolvere facilmente con un po’ di bricolage! Spela la parte finale dei fili dal rivestimento esterno con la pinza spelafili oppure con una forbice, e poi fissali negli appositi morsetti tirando le viti di fissaggio con un cacciavite.

Ora è arrivato il momento di attaccare il lampadario al gancetto utilizzando delle fascette. E’ necessario spelare nuovamente i fili e inseriscili nei morsetti! Fai attenzione: ogni cavo del lampadario andrà unito con il cavo del muro di ugual colore.
Consiglio: se non hai morsetti, puoi semplicemente collegare i filamenti di rame tra loro attorcigliandoli e rivestirli con del nastro isolante.
 
Una volta finiti i vari collegamenti dei cavi, nascondi fili e gancio con l’apposito coperchio in dotazione con il lampadario, assicurati di farlo aderire molto bene al muro per evitare che entri polvere al suo interno. Infine fissa il coperchio stringendo le viti presenti alla base del collare.
Inserisci la lampadina, assicurandoti che il voltaggio sia supportato dal lampadario: questa informazione è sempre riportata sull’etichetta dello stesso!

 

Riallaccia la corrente.

 

Ed ecco che in pochissimi minuti il lampadario è installato e darà nuova luce all’ambiente.
Guida al cambio dei tergicristalli https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_tergicristalli_11003_1.png Pochi passaggi per migliorare la sicurezza del tuo autoveicolo! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-risolvere-con-il-far-da-se-/guida-al-cambio-dei-tergicristalli 11003

Caro automobilista, a te che passi il tuo tempo in auto, questo è l’articolo giusto per te! Cambiare le spazzole dei tergicristalli è una semplice ma importante manutenzione da fare almeno una volta l’anno. Questo perché il parabrezza è una parte fondamentale per la guida ed è giusto che sia performante e sempre in ottime condizioni; i tergicristalli sono un grande aiuto alla sicurezza di tutti i giorni, non metterli nel dimenticatoio!

 

Non preoccuparti se è una cosa che non hai mai fatto, anche per le persone meno pratiche e tecniche risulterà un’azione piuttosto semplice. Continua a leggere e segui passo passo il procedimento e i nostri consigli!
Prima di tutto controlla lo stato delle tue spazzole: se vedi che sono un po’ usurate o crepate, dovresti valutare di acquistarne di nuove. In particolare, i tergicristalli devono essere sostituiti quando detergono male il vetro e spargono acqua in modo non uniforme.
Infatti, il peggior nemico dei nostri tergicristalli è il sole, che con i suoi raggi UV danneggia le molecole delle gomme di cui sono composte. Non solo, anche la pioggia acida e lo smog non aiutano il loro benestare!

 

Materiale utile:
  • Spazzole di ricambio nuove;
  • Manuale d’uso dell’auto;
  • Stracci o un asciugamano arrotolato a protezione del parabrezza.
 
Come scegliere le giuste spazzole di ricambio?
Prima di tutto è necessario consultare il manuale d’uso dell’auto per poter colmare eventuali dubbi: per essere sicuro prendi nota delle dimensioni delle tue spazzole attuali, così da non fare acquisti errati. Un fattore importante è considerare se la tua auto monta tergicristalli di vecchia o di nuova generazione. Questo infatti, determina, oltre che il modello, una modalità di aggancio diversa.
Successivamente è importante verificare la tipologia di ricambi compatibili, ossia lo spessore e la lunghezza delle stesse. Non dare per scontato che la spazzola di destra sia uguale a quella sinistra: spesso una è più corta dell’altra di qualche cm!
Con queste informazioni puoi recarti in negozio: i nostri reparti auto-moto-bici sono sempre ben forniti e i nostri addetti saranno pronti ad aiutarti nella scelta corretta!
All’opera!
Dal momento che la maggior parte delle auto attualmente in commercio, ha di serie la tipologia di attacco rapido, sarà spiegato nel dettaglio solo questo sistema di sostituzione.
 
Partendo dal principio, spegni il veicolo: considerazione di base ma non scontata! Se si azionassero accidentalmente, rischieresti di farti male su mani e braccia oltre che danneggiare potenzialmente il parabrezza.
Per poter togliere e sostituire i componenti del tergicristallo, il passaggio obbligatorio è quello di prendere il braccio dove è agganciata la spazzola e allontanarlo dal parabrezza semplicemente sollevandolo in posizione verticale. Qualora il braccio non si sollevasse agevolmente, vuol dire che l’auto ha un sistema di blocco: consulta il manuale d’uso dell’automobile, per poter sbloccare il meccanismo.
Una volta alzato il braccio posiziona al di sotto degli stracci o un asciugamano arrotolato così da proteggere il vetro della tua auto.
Ora è il momento di aprire la scatola dei nuovi ricambi. Assicurati di prendere la spazzola corretta per lunghezza e dimensioni, rispetto a quella che hai deciso di cambiare, soprattutto se le due spazzole non sono uguali! Attenzione: a seconda della marca e del modello di automobile, ci saranno delle leggere variazioni sulla presenza di ganci o pulsanti sull’attacco.

 

Generalmente, è presente un pulsante sulla superficie frontale dell’attacco, che devi premere con energia per poi tirare verso sinistra. In questo modo la spazzola si sgancia e può uscire dal supporto.
Allo stesso modo, la procedura per il nuovo ricambio è molto simile: allinea la spazzola al braccio, inserisci l’attacco nell’apposito supporto e spingilo verso destra. Una volta collegato correttamente, dovrebbe scattare automaticamente al suo posto.

Ora puoi continuare anche con l’altro lato.

Bene, hai completato tutti i passaggi! Controlla che tutto sia al posto corretto, togli l’asciugamano posizionato e abbassa delicatamente i tergicristalli. Accendi il quadro e aziona il lavaggio del parabrezza.
Ascolta con attenzione eventuali rumori per verificare che tutto scorra liscio. Controlla anche che le spazzole rimangano saldamente in posizione e che non lascino strisce: questo potrebbe significare che il montaggio non è stato effettuato correttamente, oppure che perdano aderenza durante l’oscillazione del meccanismo.
Hai visto? Un’operazione semplice e veloce che però ti aiuterà in situazioni di visibilità limitata o durante eventi atmosferici intensi!
Guida: come riparare una tapparella https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467-tapparella_10148_1.png Riparare una tapparella da soli https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-riparare-una-tapparella 10148

Una tapparella potrebbe avere problemi di funzionamento per molteplici motivi, molti di questi facilmente riparabili senza l’intervento di un esperto e senza particolari capacità tecniche. Prima di capire i possibili motivi e conseguenti risoluzioni, scopriamo come funziona un avvolgibile!

 

Com'è Composta?!
Una tapparella non è altro che una persiana avvolgibile composta da diverse parti; tra queste ve ne sono alcune di essenziale importanza:

  • la cinghia, una corda piatta che serve ad alzare o abbassare la tapparella;
  • il rullo di avvolgimento, un tubo in legno o metallo su cui si avvolge la tenda;
  • i pomelli, dei gommini rotondi e sporgenti presenti nella parte bassa della tapparella;
  • le stecche, le varie componenti collegate tra loro, che formano il telo dell’avvolgibile.

Sostituzione Della Cinghia
La cinghia si usura con l’utilizzo e con il tempo: per questo è possibile che si spezzi! Per la sua sostituzione ti servirà una scala stabile su cui poter salire in sicurezza per raggiungere il cassonetto, che è il contenitore dove si “arrotola” la tapparella, incassato nel muro sopra la finestra. Dovrai aprirlo perchè al suo interno ci sarà la cinghia arrotolata sulla puleggia e una ruota: blocca quest’ultima ponendo qualcosa tra la puleggia e la parete. Una volta bloccata la puleggia taglia la cinghia e srotolala. Fai lo stesso per la puleggia inferiore. Una volta tolta la vecchia cinghia introduci quella nuova! Consiglio: fatti aiutare da qualcuno così da riuscire a tenerla bella tesa!

 

Riparazione Del Rullo Di Avvolgimento
Può succedere che la tenda si blocchi! Spesso il problema è dovuto al rullo di avvolgimento che è fuoriuscito da un perno. Anche in questo caso dovrai aprire il cassonetto e far scendere manualmente tutta la tenda. Se il rullo risulta inclinato e non perfettamente orizzontale come dovrebbe essere, vuol dire che dovrai controllare i suoi perni. Ti basterà riposizionare correttamente, quelli che si sono spostati.

 

Riparare I Pomelli Della Tapparella
I pomelli servono a far sì che non tutta la superficie della tapparella entri nel cassonetto: la loro usura farebbe arrotolare la tenda senza aver modo di srotolarla successivamente. Per evitare ciò, è bene controllare il loro consumo e sostituirli in tempo. La sostituzione è molto semplice, ti basterà svitare la vite presente al centro e avvitare quelli nuovi.


Sostituzione Di Una Stecca
Una stecca può rovinarsi o rompersi per diversi motivi. Come per gli altri tipi di manutenzione, dopo aver arrotolato tutta la tapparella, dovrai aprire il cassonetto. A questo punto, tira il telo verso di te e fallo scivolare fino alla stecca rotta. Per la sostituzione dovrai far scorrere orizzontalmente la stecca da sostituire e inserire la stecca nuova. Se preferisci, utilizza un cacciavite: svita la stecca da sostituire e riavvita quella nuova!   

Per problemi o disagi simili a questi, il Fai Da Te ti può essere utile! Sistemati in sicurezza e senza sentirti a rischio. Ricorda, altrimenti, che ci sono molti tecnici sul territorio, pronti a offrire la proprie competenze! 

Conto Termico https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_contotermico_10011_1.png Cambia la tua stufa... Risparmiando! https://www.eurobrico.com/it/blog/conto-termico-cambia-la-tua-stufa-risparmiando 10011

Se stai pensando di cambiare la tua stufa, devi assolutamente conoscere il decreto ministeriale 16/2/16, meglio conosciuto come conto termico. Continua a leggere!

Il conto termico è una serie di agevolazioni e incentivi finanziati dallo Stato e gestiti dal GSE (Gestore Servizi Energetici). Nulla di troppo burocratico, una semplice pratica che comprovi il rispetto dei requisiti. Una volta approvata ti restituirà fino al 65% della spesa totale sostenuta, che può comprendere anche altre spese relative sostenute (per esempio spese di installazione, di trasporto, etc).

 

Come funziona?
Semplice! Eurobrico penserà alla creazione e invio della pratica per il conto termico, ti basterà conservare i documenti necessari e consegnarli nel negozio Eurobrico dove hai fatto l'iter, entro e non oltre il 30° giorno dalla data di fine lavori. Ecco i documenti che dovrai presentare:

  • Fatture di acquisto e di eventuali interventi;
  • Contabili del bonifico ordinario;
  • Documento di identità dell’acquirente;
  • Certificazione del produttore attestante i requisiti minimi del decreto;
  • Documento che comprovi il corretto smaltimento del vecchio apparecchio;
  • Immagini fotografiche del vecchio e del nuovo generatore;
  • La compilazione di una scheda informativa rilasciata da Eurobrico;
  • Atto notorio di Eurobrico SpA debitamente compilato;
  • Attestato della consegna del vecchio generatore al punto vendita Eurobrico per mezzo CAT (centro assistenza territoriale);
 
Ricorda, il conto termico è applicabile solo ad interventi che sostituiscono un sistema di riscaldamento vecchio, con uno alimentato ad energia rinnovabile e che migliori l’efficienza termica;
Inoltre, l’impianto potrà essere massimo 10% più potente di quello sostituito. Infine, il conto termico non è una detrazione fiscale e non è condivisibile con altri incentivi fiscali.

Come ti aiuterà Eurobrico?
Acquistando presso un punto vendita una nuova stufa che gode degli incentivi del conto termico, Eurobrico ti guiderà non solo nell’acquisto ma anche nella creazione della pratica. Dovrai semplicemente consegnare i documenti che l’addetto vendita ti chiederà. L’accettazione della richiesta del conto termico viene confermata entro 60 giorni dall’invio della pratica. In 90 giorni verrà emesso un bonifico sul tuo conto bancario. Recati presso un punto vendita Eurobrico, gli addetti vendita, preparati appositamente per la gestione della pratica, saranno disponibili a offrirti la soluzione migliore per le tue necessità.

Scopri di più!*
Sei interessato? Vuoi saperne di più sul conto termico nei negozi Eurobrico? Scopri di più nella sezione del nostro sito dedicata al conto termico. Eurobrico ha creato per te un catalogo scaricabile contenente tutte le stufe, acquistabili presso i punti vendita, che possono godere degli incentivi. Le stufe presenti all’interno del catalogo sono facili da installare, moderne e per tutte le esigenze. Non perderti questa occasione, risparmia!
 
* Il presente articolo è stato scritto a mero titolo informativo. Per maggiori informazioni ti consigliamo di rivolgerti presso il tuo punto vendita di fiducia.

Personalizza i tuoi spazi con il tintometro! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico_Blog_Servizio_Tintomet1.jpg I colori della tua vita, a portata di mano https://www.eurobrico.com/it/blog/personalizza-i-tuoi-spazi-con-il-tintometro 9308

Arredare casa, ad oggi, non significa solo pensare ai mobili, alle tende o agli accessori ma il colore delle pareti gioca un ruolo sempre più essenziale nell’interior design. 

Una parete colorata riesce a dare carattere e personalità a qualsiasi stanza. Coordinare tonalità di pareti e complementi d’arredo è uno step ormai obbligatorio per dare l’immagine di una casa moderna, personalizzata e curata. In commercio esistono svariati toni di colore ma non sempre rispecchiano la tinta che stai cercando.

La tua bambina desidera le pareti della cameretta del medesimo colore del suo peluche preferito?! Nessun problema il Tintometro fa al caso tuo!

 

Quest’ultimo è proprio lo strumento adatto per creare tutti i colori di cui hai bisogno: fai vedere il tuo stile con le tonalità che renderanno unici i tuoi interni! Ma come funziona il servizio tintometro? Dal bianco base, attraverso un sistema computerizzato, vengono aggiunti quantità precise di colore per poter ricreare la tinta desiderata. Il secchiello di pittura viene posto sotto gli ugelli e riceve il quantitativo di colori previsto dalla formula, poi il fustino viene sigillato e caricato in un miscelatore satellitare che omogeneizza perfettamente la miscela.

Come trovare la formula giusta? Con il tintometro hai oltre 1500 toni diversi ma così tanta scelta ogni tanto confonde! Un ottimo aiuto possono essere le schede RAL, appartenenti alla scala internazionale usata per definire i vari colori. Inoltre, presso i negozi che offrono questo servizio potrai affidarti a un addetto specialista nel settore, che saprà sicuramente aiutarti in caso di difficoltà!

Attenzione: una volta definito il colore, fanne preparare il quantitativo corretto rispetto alla metratura da pitturare così da evitare spiacevoli inconvenienti.

Consiglio: se ti rimane della pittura in eccesso, puoi dare nuova vita a sedie, cornici porta foto o anche alla tua vasca da bagno vintage! Per avere una casa da far invidia, il tintometro può far la differenza!
Guida: come avere pulita la piscina fuori terra https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Piscina-Pulita1-Eurobrico-Blog_9.jpg  I giusti consigli per la manutenzione ordinaria dell'acqua! https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-avere-pulita-la-piscina-fuori-terra 9898

La piscina fuori terra è una scelta di cui è difficile pentirsi. Ad oggi il mercato offre piscine fuori terra di ogni misura, facili da montare e a prezzi convenienti. L'acqua limpida però, è frutto di una pulizia costante, che tuttavia non richiede molto tempo.Comincia con il togliere le folgie e animaletti portati dal vento, il resto te lo spieghiamo noi!

Prodotti chimici per piscina fuori terra

L'acqua della piscina, pur filtrandola, ha bisogno di prodotti chimici specifici per mantenere un'acqua limpida e di qualità. Esistono tre prodotti essenziali per evitare di dover cambiare l'acqua di frequente, ma ci raccomandiamo: non sottovalutare l'importanza di questi prodotti anche per la tua salute e quella dei più piccoli!

  1. Cloro. Usato in tutte le piscine pubbliche, il cloro è essenziale per poter nuotare in un'acqua pura da batteri e virus. Consiglio: per un dosaggio costante e opportuno, usa le apposite pastiglie da riporre nei dispenser/floter per piscine. Avvertenza: se senti un odore di cloro troppo forte, non è perchè ne stai utilizzando troppo, ma è solitamente dovuto ad un innalzamento del pH dell'acqua o ad un filtraggio scorretto.
  2. Antialghe. Le alghe si creano facilmente ovunque ci sia dell'acqua ferma, la tua piscina è uno di questi! Per evitare la creazione di questi organismi, esiste l'antialghe: un prodotto liquido da versare, con dosaggi indicati nelle istruzioni d'uso, con cadenza settimanale. Sono concentrati che non creano schiume. 
  3. Correttori di pH. Sono prodotti liquidi da versare nell'acqua al fine di regolare il livello di acidità che deve essere sempre compreso tra i valori 7.2 e 7.6. Ne esistono di due tipi: uno per alzare questo valore e uno per abbassarlo. Consiglio: ti suggeriamo di controllare di tanto in tanto il livello di pH utilizzando dei kit di analisi specifici.

Filtrare l’acqua con la pompa
La pompa è senza dubbio la componente essenziale per avere una piscina pulita, solo lei, esegue il 60% del lavoro. Non ti viene richiesto nulla, se non attivarla e controllare il filtraggio. Esistono due tipi di pompe, che si distinguono per il filtro utilizzato: le pompe a cartuccia e le pompe a sabbia. Queste ultime sono le più nuove sul mercato, costano di più ma richiedono meno manutenzione. Quelle a cartuccia invece richiedono più attenzioni, in quanto il filtro va lavato tutte le settimane e cambiato una volta usurato; in ogni caso rimane però il sistema di filtraggio migliore. In genere, quelle a sabbia si utilizzano per piscine di dimensioni grandi, quelle a cartuccia, data la loro lenta lavorazione, si prestano meglio per piscine piccole o spa.

Come pulire il fondo e le pareti della piscina
La pulizia della piscina non si ferma all’acqua, pareti e fondo non sono da tralasciare! Sulle pareti della piscina è facile che crescano microrganismi, che si possono prevenire con i prodotti chimici di cui abbiamo parlato. Il fondo fa da letto per tutti i detriti pesanti che vengono portati dal vento ma anche da un usuale uso dell’acqua. Chiaramente, è difficile rimuovere questa sporcizia senza l’utilizzo di una macchina apposita ed esistono robot che ti risolveranno il problema. Questi apparecchi raggiungono tutti gli angoli, salgono sulle pareti e funzionano autonomamente, garantendoti un fondo piscina perfettamente pulito. Una piscina privata è un sogno che può diventare realtà con pochi sforzi!

Come liberarsi dai peli di animali https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico_Blog_Peli_animali_1076.jpg Un nemico comune per tutti gli amanti dei 4 zampe https://www.eurobrico.com/it/blog/come-liberarsi-dai-peli-di-animali 10760

Sia che si tratti di gatti che di cani, gli animali domestici lasciano molti peli in giro per casa. Si tratta di un problema molto comune ed oggi vogliamo aiutarti a capire come “combatterli”, con 3 semplici metodi! Continua a leggere per saperne di più…

Gomma come amica
Se sei un amante degli amici a 4 zampe, adoperare la gomma è importante: puoi utilizzare un tergi pavimento con punta in gomma o di un guanto di gomma. Infatti questi due oggetti comuni ti possono aiutare a togliere i peli dove un’aspirapolvere non riuscirebbe. Ti consigliamo di utilizzare il tergi pavimento se devi pulire una superficie imbottita o un tappeto: fai brevi movimenti dall’alto verso il basso, ti sarà utile per sollevare i peli!  La gomma è veramente un’ottima soluzione, funziona davvero bene in combinazione con la tua aspirapolvere!

 

Direzione dell’aspirapolvere

Spesso sembra che, nonostante il numero di volte che aspiri, il pelo rimanga sul pavimento. Consiglio: utilizza l’aspirapolvere seguendo il modello W, ossia passare con direzioni diverse e perpendicolari. Questo metodo aiuta davvero a raccogliere tutto ciò non è stato aspirato prima!

Un rullo speciale
Gli animali sono abituali a proposito dei luoghi in cui preferiscono rilassarsi: il letto e il divano sono solitamente i preferiti per cani e gatti. Ad ogni modo non vi è posto in cui non lascino peli, si dobrebbe pulire più volte alla settimana e quindi è consigliabile procurarsi un comodo rullo per i pelucchi. La scelta migliore è quella di optare per un modello per lanugine di grandi dimensioni, poiché un normale rullo richiederebbe molto più tempo per la pulizia delle diverse aree. Questo tipo di prodotto possiede anche una maniglia allungabile, che renderà il processo di pulizia molto più semplice e comodo. Riesce a raggiungere aree che solitamente sono difficili, come sotto il letto. Con pochi passaggi riuscirai a raccogliere tutti i peli del tuo animale domestico. 

 

Ricorda che puoi usare il pelo di gatti e cani per arricchire il tuo compost, poiché è una sostanza compostabile. Ottimo anche per la pacciamatura nell’orto!

Come pulire le tapparelle https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Pulire-Persiane2_.JPG Utilizza la quarantena per migliorare lo stato della tua casa! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-pulire-le-tapparelle 10631

Le tapparelle un’ottima protezione sia per la luce durante i mesi più caldi, sia per occhi indiscreti che curiosano dentro casa… Ma questa parte importante dell'abitazione, attira anche molto sporco e polvere essendo sempre esposte all’esterno e alle intemperie. Non temere, i giorni polverosi sono finiti perché ti spiegheremo come pulire le persiane nei migliori dei modi

Ci sono due principali scuole di pensiero quando si tratta di pulire le persiane scanalate siano esse orizzontali o verticali. La prima di queste comporta l’utilizzo di un panno, del liquido per piatti, dell’acqua, un secchio e le proprie mani. L'altra, crede sia meglio smontarle, metterle nella vasca da bagno, sfregarle con dell’acqua per poi farle asciugare e alla fine rimetterle al loro posto. Questa opzione è un po’ più dispendiosa a livello di tempo, ti consigliamo di farlo se le tapparelle sono veramente molto sporche, mentre la prima opzione è più ragionevole e puoi farla più frequente, ecco perché spiegheremo questa nel dettaglio. 
Il tutto funziona perfettamente con tapparelle di alluminio, plastica e legno, meno consigliato invece per tapparelle di tessuto, le quali devono effettivamente essere tolte dal davanzale.

Passiamo ora al procedimento vero e proprio!

  • La prima cosa che devi fare è togliere quanta più polvere possibile che puoi dalle tapparelle usando uno spolverino o meglio ancora un’aspirapolvere. Per le tapparelle orizzontali inizia dall’alto e procedi verso il basso, mentre per le tapparelle verticali comincia da un lato e continua verso l’altro. Se hai optato per l’aspirapolvere utilizza l’accessorio spazzola, se invece hai intenzione di spolverare a mano puoi scegliere uno dei tanti strumenti rimuovi polvere tra cui un adeguato spolverino per tapparelle, un semplice panno in microfibra o persino un vecchio calzino rovesciato e indossato sulla mano come fosse una marionetta.
  • Ora per quanto riguarda il lavaggio aggiungi tre gocce di liquido per piatti all’interno di una ciotola o un secchio e riempilo con acqua calda. Prendi un panno in microfibra e immergilo nella miscela, strizzalo bene fino a quando il panno sarà umido. Consiglio: se vi sono delle macchie più difficili da togliere come del grasso, residui di insetti morti, della sbava di cane o della nicotina, puoi aggiungere un cucchiaio di bicarbonato di sodio alla miscela, questo dovrebbe aiutare ad abbatterli. 
  • Torci ud una ad una le stecche delle tapparelle in modo che siano completamente piatte al tuo passaggio, prendi il panno e inizia dall’alto o di lato. Attenzione, è probabile che tu debba utilizzare una scala per raggiungere le parti più altre: sistemati in maniera stabile e in sicurezza!
  • Avvolgi bene il panno attorno a ciascuna stecca della tapparella premendo su di essa con cautela, così da riuscire a pulire entrambi i lati. 
  • Rimuovi lo sporco e la polvere con attenzione e risciacqua più volte il panno. Rimarrai sorpreso nel vedere quanto sporco toglierai dalle superfici!
  • Una volta che le tapparelle saranno pulite puoi mantenerle tali spolverandole regolarmente usando un semplice spolverino o un’aspirapolvere.

Ed ecco un lavoretto di manutenzione ordinaria che dà sempre molta soddisfazione e che in questi giorni particolari, ti occupa qualche ora della giornata!

Semina le tue future piantine! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Seminare-Piante2_.jpg Con un investimento minimo, potrai riempire il giardino o il balcone con tantissimi fiori diversi https://www.eurobrico.com/it/blog/semina-le-tue-future-piantine 10616

Se ti piacciono i giardini e i vasi fioriti, colorati e pieni di vita, il modo migliore per aver tante piantine nuove ogni anno è quello di coltivarle seminandole fin dal principio. Questo articolo ti spiegherà passo per passo come piantare - noi abbiamo usato quelli di lupino, ma funziona per la maggior parte delle varietà vegetali, sia per i semi annuali così come per le verdure.

 

Importante è leggere sempre le istruzioni dettagliate per il tipo di seme scelto, le quali sono riportate sul retro del pacchetto acquistato. Verrà sicuramente descritto se i semini dovranno essere immersi durante la notte in acqua o quanto in profondità li devi sistemare nel terreno. Altrettanto fondamentale è sapere qual è il momento migliore per cominciare a coltivarli!

 

Di cosa avrai bisogno: 

  • 1 Vassoio per semi con fori di drenaggio;
  • 1 Panno assorbente;
  • Terriccio universale
  • Concime universale
  • Pellicola di plastica;
  • 1 Ago;
  • Etichette per piante.

Iniziamo!
In questo primo step è necessario procurarsi un vassoio per semi con fori di drenaggio, cosicchè il terreno non si saturi di acqua e non ne impedisca la crescita. Una volta che hai il vassoio poni sotto di esso un panno assorbente affinchè l’acqua in eccesso non finisca ovunque, ma all'interno di quest'ultimo. 
Riempi le varie sezioni con un po’ di terriccio universale: un mix di sostanze organiche di origine naturale che permetterà all’acqua un buon drenaggio. Attenzione! Ogni sezione del vassoio dev'essere riempita per tre quarti. 
Il terzo passaggio dipende molto dal tipo di pianta che hai scelto di far germogliare. Leggi quindi le istruzioni riportate sul sacchetto che hai acquistato per sapere se i semi vanno sparsi sopra il terreno o interrati.

Una volta che hai disposto tutti i semini come indicati, dovrai accudirli fin da subito con un po’ di acqua mescolata a del concime naturale liquido, il quale fornisce il nutrimento fondamentale in forma bilanciata, appropriato per qualsiasi pianta ornamentale. Quando la tua soluzione d’acqua e concime sarà pronta, annaffia il terreno senza versare quantità eccessive, altrimenti rischi di smuovere i semi! Il tuo obbiettivo è quello di inumidire la terra, senza danneggiare il lavoro precedente. 
Ora è il momento di coprire con la pellicola di plastica il vassoio, così da evitare che che l’umidità creata, evapori in quanto serve alla germinazione dei semi. Le tue future piantine però, devono respirare, pertanto buca la pellicola aiutandoti con un ago o qualcosa di simile. 
Il tuo vassoio è pronto, dovrai solamente spostarlo in una zona soleggiata della tua casa: infatti la temperatura migliore per la germinazione è di 18-25°C.


Se hai intenzione di trapiantare all’aperto, una volta che i semini saranno pronti, ti consigliamo di posizionare le piantine all’ombra per una settimana o poco più così da renderle più forti e resistenti. Naturalmente dipende sempre da che tipo di colture hai, per questo consulta sempre le informazioni sulla confezione. 
Se ami il giardinaggio, saprai bene che il passo successivo è quello di spostarle in un luogo aperto dove possano crescere rigogliose!
A seconda della grandezza del tuo vassoio e delle rispettive sezioni che possiede, puoi utilizzare una vanga per scavare con premura a 5cm dalle piante, facendo attenzione a non tranciare le radici. Se invece ha delle dimensioni ridotte come quelle in foto, premi un po’ la parte inferiore ed estrai la tua piantina, mantenendo il terreno che si trova attaccato ad essa e posizionala in un luogo in cui il terreno dreni bene. Con il passare dei giorni controlla che le piantine siano sane e che si mantengano forti anche all’aperto!

Cosa sono gli innesti di piante? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Innesti-Piante5_1.jpg Tecnica efficace ed affidabile per creare le piante che desideri! https://www.eurobrico.com/it/blog/cosa-sono-gli-innesti-di-piante 10595

La tecnica dell’innesto permette di unire vegetativamente due piante in una sola. Questo procedimento è utile per creare un nuovo prodotto vegetale con migliori caratteristiche. Le piante innestate utilizzano come parte inferiore le radici di una delle piante e come parte superiore il germoglio dell’altra. 
Questa tecnica viene di frequente impiegata per creare alberi da frutto nani adatti a cortili di grandezza media che non richiederanno anni di attesa prima di raggiungere le dimensioni necessarie per la creazione di frutti. 


Che cosa è il portainnesto?
Il portainnesto è la parte della pianta che riceverà, ovvero la radice sana e parte del suo stelo. Compito del portainnesto è quello di permettere una crescita veloce, anche in condizioni non favorevoli per il suo sviluppo. I portainnesto migliorano le caratteristiche tradizionali dell’albero rendendolo meno soggetto a malattie e più resistente al freddo e alla siccità: un esempio di piante coltivate con questo metodo sono i vigneti europei coltivati su un portainnesto nordamericano resistente alla fillossera, un insetto che nel 19° secolo, causò danni alle viti.

Che cosa è la marza?
La marza invece è la parte superiore dell’innesto, quindi il germoglio di una pianta la quale deve possedere caratteristiche come per esempio una buona capacità di resistenza alle malattie. Il rampollo è colui che dà origine alle foglie, fiori e frutti della pianta. Potendo scegliere sia il portainnesto sia il rampollo puoi avere certezza che la pianta che si svilupperà rispetterà le caratteristiche da te prescelte. 
L’aspetto interessante è che il portainnesto e rampollo non devono per forza appartenere alla famiglia, basterà che siano correlati l’una all’altra come lo è per esempio un pesco e un susino. 
Sembra una magia, ma è proprio così, è possibile creare un melo che produce diverse varietà di mele, questo grazie all’innesto di più di un rampollo!

Come si compie un innesto a spacco?

Il periodo migliore per innestare le piante va da metà febbraio a metà marzo: fondamentale è che le gemme presenti sulla marza non siano ancora fiorite. Il procedimento per creare un innesto a spacco è il seguente:

  1. Prendi una semplice forbice da potatura ed effettua un taglio sul ramo scelto.
  2. Ora è il momento di fare lo spacco sul portainnesto, per fare questo avrai bisogno di un coltello da innesto e un martello. Crea uno spacco di circa 5 cm nel mezzo del portainnesto con il coltello, aiutandoti con il martello. All’interno di questa fessura verrà inserito il rampollo.
  3. Procurati un cuneo in legno o se preferisci crealo tu tagliando un pezzo di legno ed inseriscilo nel portainnesto affinchè si allarghi per poter far spazio alla marza.
  4. Utilizzando il coltellino da innesto affila la punta della marza.
  5. È arrivato il momento di inserire la marza a forma di cuneo nel portainnesto, ricordati poi di togliere il legno inserito.
  6. Ora che è pronto il tutto, prendi del nastro isolante e rivesti l’innesto in modo da tenere ben saldi fra loro i due componenti.
  7. Completata la fase del nastro prendi del mastice per innesti e ferite della pianta e con un pennello spalmalo sulla porzione di pianta interessata.

A cosa devi fare attenzione quanto crei delle piante innestate

  1. Se pianti sottoterra il punto di attacco fra il portainnesto e il rampollo, il primo potrebbe germogliare oppure il secondo potrebbe far crescere le proprie radici e quindi la pianta acquisterebbe le caratteristiche opposte rispetto quelle che avevi pianificato di far crescere!
  2. A volte in inverno il portainnesto ha bisogno di protezione, perciò è ben consigliato coprirlo a fine autunno e riscoprirlo in primavera cosicché non germogli.
Come pulire materassi e cuscini in maniera naturale https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Pulire-Cuscini-Ma.jpg Proteggi la tua salute e quella dei tuoi cari con accorgimenti naturali sull'igiene del letto! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-pulire-materassi-e-cuscini-in-maniera-natural 10592

Scopri come pulire materassi e cuscini per proteggere meglio la tua famiglia da muffe, batteri e acari della polvere!Scopri come pulire materassi e cuscini per proteggere meglio la tua famiglia da muffe, batteri e acari della polvere!

Come pulire i cuscini

Gli acari della polvere si nascondono, appunto, nella polvere presente in cuscini, lenzuola, tappeti, mobili imbottiti e materassi. È quindi normale che i cuscini si sporchino: questo succede anche per via del sudore, cellule epiteliali morte, muffa e molto altro. Le migliori armi nella lotta contro questi produttori di sporcizia sono sicuramente l’acqua calda e la luce solare. Innanzitutto, per evitare l’esagerato accumulo di batteri, muffe e acari ti consigliamo di dare ai tuoi cuscini una bella battuta fuori all’aria, evitando di farlo in camera affinché ciò che esce non finisca sul tuo letto. Fallo una volta in settimana, così da togliere i residui della notte in modo costante. Per pulirli completamente lavali in lavatrice - se non diversamente indicato – sempre in coppia così da bilanciare il carico. Il lavaggio deve esser fatto in acqua calda con ciclo delicato; utilizza un cucchiaio di detersivo per bucato e ricorda di dissolverlo nell’acqua prima di inserire i cuscini. Una volta lavati potrai appenderli all’aria o asciugarli in asciugatrice, facendo attenzione a non usare l’impostazione di riscaldamento, così da evitare che il materiale di cui sono composti, si rovini. Ti consigliamo di asciugarli, o comunque rinfrescarli spesso, al sole per diverse ore poiché la luce solare combatte in modo eccezionale i batteri, le muffe e gli acari.

Come pulire i materassi

I materassi sono un po’ più impegnativi da pulire perché sono più grandi e pesanti, puoi però trattare localmente le macchie presenti! Inizia inumidendo la zona che vuoi trattare, poi cospargi il bicarbonato di sodio e strofina con una spazzola rigida. Una volta fatto spruzza l’aceto bianco distillato e attendi che si asciughi per poi poter togliere via ciò che rimane, oppure pulisci il più possibile mentre è ancora umido e aspiralo una vita che si è asciugato. Quando hai terminato con questo procedimento poni il materasso al sole per alcune ore. Se questo metodo non riesce ad eliminare tutte le macchie, prova con 225 grammi di perossido di idrogeno che aiuta a schiarire le macchie, 1/4 di tazza di bicarbonato di sodio per assorbire macchie ed odori e 1/8 di cucchiaino di sapone liquido. Mescola bene il composto e versalo in un flacone spray. Spruzza e lascia riposare per una ventina di minuti. Successivamente utilizza un asciugamano per assorbire e spazzola il più possibile, poi lascia asciugare ancora. Se necessario ripeti l’operazione. Un altro utile consiglio è quello di mettere il materasso al sole e spruzzare leggermente del succo di limone, questo aiuterà a sua volta a schiarire le macchie! Questi procedimenti li potrai usare anche per i cuscini, inserendoli poi in lavatrice.

Ora ti indicheremo alcuni accorgimenti per evitare che il tuo corredo letto si sporchi meno:

  • Utilizza delle fodere antiacaro per materassi e cuscini per diminuire gli acari della polvere.
  • Prediligi federe e lenzuola di cotone perché è composto da fibre naturali che aiutano il tuo corpo a regolare la sudorazione facendo sì che esso traspiri; altri tessuti naturali sono il lino, la canapa e il bambù. Importante è anche leggere le etichette in fase di acquisto!
  • Ti sconsigliamo inoltre di usare prodotti da spruzzare su cuscini e materassi perché molti di questi contengono materie plastiche, mentre altri sono derivati petroliferi e quindi dannosi per la tua salute!

Adesso è il momento di godersi il lavoro fatto coricandosi nelle lenzuola fresche e pulite, in pieno relax.

Come montare un box doccia in kit https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Box-Doccia-Kit-4_1.jpg Un articolo che ti risolve tutti i dubbi a proposito del montaggio di un box doccia! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-montare-un-box-doccia-in-kit 10587

Se sei un amante del “fai da te” e hai bisogno di cambiare il box della doccia, ecco qualche consiglio su come farlo al meglio nel modo più semplice!

Informazioni di base

Innanzitutto le pareti doccia devono essere montate sui muri che possiedono una buona resistenza meccanica o su componenti in muratura piastrellati: materiali porosi o teneri non andranno bene per il montaggio! Inoltre è importante tenere presente che all’apertura delle pareti doccia, verso l’esterno o verso l’interno, queste non devono toccare altri oggetti di arredo del bagno. 
Il piatto doccia è altresì fondamentale e deve essere livellato e montato in modo da far scorrere l’acqua, così da contrastarne l’accumulo. Suggerimento: presta attenzione alla larghezza del bordo se presente, il quale deve funzionare come barriera evitando che gocce di rimbalzo fuoriescano.
Naturalmente il posto in cui monterai la tua doccia deve essere planare e liscio, così da mantenere l’adeguata tenuta dell’acqua. Se non disponi di ciò e hai invece una superfice in rilievo o se si tratta di un rivestimento in pietra naturale o mosaico, durante il montaggio dovrai prestare particolare attenzione a sistemare tutti i pezzi a livello. Attieniti sempre alle istruzioni del fabbricante!

Per la posa delle pareti proteggi e cura bene i profili metallici poiché la calce potrebbe usurarli. 
Affinché la doccia compia il suo compito in modo appropriato, è necessario che tutte le sigillature assicurino la durabilità, la tenuta e la resistenza alle infiltrazioni! 

Montaggio box doccia 

Prima di tutto pulisci con accuratezza la zona in cui vuoi montare il box togliendo qualsiasi sporcizia presente e lasciando asciugare perfettamente: questo è importante per assicurare al silicone una tenuta eccellente. 
Una volta che la superficie è asciutta puoi posare i profili in alluminio alle pareti e con un pennarello fai dei puntini in prossimità dei fori che dovrai fare sul muro. 
Con il trapano, crea dei fori sui puntini precedentemente segnati: questa fase richiede molta cura e concentrazione al fine di non creare delle crepe sulle piastrelle. Una volta completati i fori, dovrai inserire delle viti con tasselli per avere più sicurezza nel fissaggio dei profili. 
Utilizzando i connettori in dotazione nel kit, aggancia i profili in alluminio orizzontali con quelli verticali. Una volta che i fori sui profili sono allineati con quelli sul piatto doccia e sulle pareti, passa al fissaggio del tutto usando un semplice cacciavite. 
È arrivato il momento di inserire le pareti mobili nei suoi binari. Questa fase cambia da fornitore e modello di box: le istruzioni specifiche per il montaggio variano da modello a modello, seguile passo passo!
Per conferire una maggiore stabilità al box dovrai chiudere gli angoli utilizzando i pezzi ad L in dotazione. Sarà il silicone che ti permetterà di sigillare il telaio al piatto doccia e alle pareti: ciò permette di contrastare la nascita di muffe originate da infiltrazioni d’acqua. 
Adesso aspetta che il silicone si asciughi completamente, dopodiché potrai gustarti dei momenti rilassanti nella tua nuova doccia!

Come pulire correttamente la lavatrice https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Pulizia-Lavatrice.jpg Suggerimenti utili per allungare la vita alla tua lavatrice! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-pulire-correttamente-la-lavatrice 10556

Pensare di pulire un apparecchio progettato per la pulizia potrebbe sembrare ironico. Ma affinché una lavatrice faccia il suo lavoro in modo efficace ed efficiente, per poterle prolungare la vita e per avere sempre bucati perfetti e igienizzati ha bisogno di cure, attenzioni e lavaggi costanti!


I modelli con caricamento frontale sono leggermente più delicate per problemi legati alla struttura di cui sono fornite: hanno zone problematiche a cui prestare maggiori controlli perchè possono portare a muffa, oltre che a sgradevoli odori. Per tali motivi faremo riferimento principalmente a questi modelli. Leggi tutti i nostri suggerimenti e scrivili da parte, così ogni volta li avrai sotto mano durante i momenti di pulizia domestica!

 

1. Dopo ogni lavaggio ricordati di pulire la porta e la guarnizione di gomma che la circonda utilizzando un panno: sarà sufficiente usarne uno in microfibra, bagnato in un composto a base di acqua e aceto di mele o di vino bianco. Lasciare socchiusa la porta della lavatrice è importantissimo! Permette all'aria di circolare e ciò aiuterà ad asciugare l'interno evitando ristagni di acqua sporca. Alcuni modelli recenti hanno uno speciale dispositivo di chiusura che lascia la porta leggermente socchiusa appositamente per questi motivi. Una raccomandazione: per chi ha bambini o piccoli animali curiosi, è di bloccare la porta della lavanderia per impedire che loro entrino nella lavatrice aperta.

2. Circa una volta al mese, è importante disinfettare l'interno della lavatrice. Non si tratta di qualcosa di faticoso, tutt’altro! Devi solamente eseguire un ciclo di lavaggio con alte temperature senza biancheria, aggiungendo solo una tazza di candeggina dentro la vaschetta dei detersivi e all’interno del cestello. La candeggina, grazie al cloro in essa presente, ha il potere di rimuovere i batteri: riuscirà così a uccidere le spore di muffa che prosperano nell'ambiente caldo e umido della lavatrice. Consiglio: se preferisci prodotti più naturali, ti indichiamo un bicchiere di aceto di mele o di vino bianco e in aggiunta nel solo cestello un po’ di bicarbonato che aiuterà ad eliminare i cattivi odori!

Cosa aiuta a ridurre al minimo i residui? Certamente l’uso della corretta quantità di detersivo! Molto spesso è veramente difficile riuscire a vedere le linee di riempimento su alcuni tappi. Se questo è il caso del detersivo per bucato che hai deciso di comprare allora aiuta la tua vista evidenziando con un pennarello la linea di riempimento. Aggiungi un cucchiaino di bicarbonato al detersivo in ogni lavaggio, ti aiuterà a prevenire la formazione di residui!

3. La pulizia del filtro viene fatta molto meno frequentemente rispetto agli altri componenti di cui è composto l’elettrodomestico, puoi farla anche una volta ogni 3-4 mesi. Lo si trova in basso, solitamente nell’angolo frontale del lato destro. Per cominciare devi ricordarti spegnere la lavatrice, di chiudere l’acqua e avere una bacinella a portata di mano: servirà per raccogliere l’acqua di scarto presente nel filtro! Una volta tolta la plastica esterna, devi trovare dove è posizionato il filtro per poterlo svitare: se questo ti è difficile usa il libretto delle istruzioni! Prima di svitarlo completamente, fai uscire tutta l’acqua residua, successivamente toglilo del tutto. Rimuovi ciò che trovi all'interno magari qualche sassolino, monetine o piccoli pezzi e poi sciacqua con uno spazzolino e bicarbonato il filtro, sotto l’acqua corrente. Ora puoi riavvitarlo per rimetterlo al suo posto!

4. Eliminare i cattivi odori?! Semplicissimo, con bicarbonato, aceto e succo di limone! Pulisci a fondo la vaschetta dei detersivi: l’aceto lo farà in modo perfetto, eliminando anche eventuali tracce di sapone rimaste. Con un composto a base di acqua e acido citrico inserito in uno spruzzino, “riempi” il cestello e pulisci le guarnizioni. Per sciacquare il tutto, fai un lavaggio a vuoto, meglio se a 90° così da igienizzare il più possibile. Ora tua lavatrice profumerà di nuovo!
 
Come hai visto non servono tante cose per mantenere la tua lavatrice altamente funzionante e pulita! Queste semplici azioni non vanno mai tralasciate, poiché sono efficaci ed aiutano a risparmiare tempo!
Come organizzare in modo semplice la tua dispensa https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Ordinare-dispensa.jpeg Qualche idea per ordinare con orgoglio le tue scorte di cibo https://www.eurobrico.com/it/blog/come-organizzare-in-modo-semplice-la-tua-dispensa 10546

 

 

Hai sempre invidiato quelle dispense gloriosamente organizzate che vedi negli show di cucina?! Se non riesci più a trovare niente e non ti ricordi nemmeno ciò che hai comprato, forse è ora di riorganizzare tutto.

 

 

Svuotatutto

Rimuovi tutto ciò che è presente nella dispensa: svuotando, ti stupirai da quante cose ci sono, di cui ti eri completamento dimenticato! Posiziona tutto su un tavolo e dai una pulita ai piani interni con uno strofinaccio. Ora ammira la moltitudine di cibarie e bevande che possiedi! 

Riorganizza

Pensa alla dispensa come il tuo armadio. Ordina tutto a seconda della tipologia di alimento. Riunisci tutti i dolci, il reparto salato, i liquidi e le salse secondo una logica precisa in modo da avere tutto sott’occhio. Questo è anche il momento perfetto per controllare la data di scadenza e sbarazzarsi dei prodotti che sono andati a male!

 

Fai mente locale

Misura tutte le mensole e disegna un veloce diagramma su come vuoi organizzare i ripiani. Questo step non è indispensabile, ma ti potrà essere di grandissimo aiuto nel pianificare il processo e decidere quanti e di quale tipo di contenitori hai bisogno. 

Usa barattoli e scatole

Per quanto riguarda la scelta dei contenitori utili a farine, zucchero, frutta secca così come pasta, riso o legumi, ti consigliamo dei barattoli di vetro con chiusura ermetica: sono chic, eleganti da vedere e hanno anche il grande pregio di far vedere il contenuto. Sceglili di dimensioni diverse a seconda di ciò che vuoi inserirci! Per biscotti e alimenti che deperiscono in fretta, utilizza i barattoli di latta. Questi sapranno mantenere il gusto e la consistenza del cibo che così si manterrà più a lungo. Inoltre, puoi sceglierli colorati e con le fantasie che più ti piacciono. Delle scatole in plastica ti possono aiutare con l’olio e l’aceto, mentre barattoli o portaspezie per sale e altre spezie.

 

Etichetta ogni cosa

L'etichettatura è la parte divertente. La soluzione più efficiente è l'etichettatrice a pressione, con cui creare in un solo colpo targhette adesive e impermeabili. Puoi scegliere anche di scriverle a mano, o stamparle su carta adesiva. Lascia spazio alla vostra creatività e voglia di personalizzazione!

Crea la nuova dispensa

Nei ripiani bassi e centrali riponi le cose più pesanti e che usi maggiormente, nei ripiani alti, invece, colloca le cose più leggere e che vengono usate meno. Impila gli oggetti sui vari scaffali: trovando la combinazione giusta riuscirai a sfruttare l’intera altezza a disposizione.

Ti assicuriamo che dopo ave seguito questi step, la tua dispensa avrà cambiato completamente aspetto e che troverai tutto più facilmente. Non solo preparare i pasti ma anche tenere sott'occhio le scorte utili alla lista della spesa, evitando sprechi.

Come realizzare delle candele per Halloween con una bordatura di nastro! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Blog-Eurobrico-lavoretti-halloween_10466_1.jpg Vuoi creare un lavoretto per Halloween ma non hai in mente nulla di creativo? Non ti preoccupare ecco qui un’idea semplice ma raffinata. https://www.eurobrico.com/it/blog/come-realizzare-delle-candele-per-halloween 10466

Halloween non è solamente un giorno festivo o un’altro evento commerciale, è un rituale che ci tiene insieme. Pensa, per un momento, a quanto spesso interagisci con i tuoi vicini. Se hai figli, dolcetto o scherzetto è un ottimo modo per conoscerli. Anche se non hai figli, mettere una zucca o delle decorazioni sul prato potrebbe migliorare la tua reputazione sociale. Ci sono studi empirici che dimostrano che questi tipi di connessioni sociali rendono più felici, più gentili e più sani e che i benefici possono diffondersi da persona a persona.


Materiale:

-Perline, le puoi trovare in qualsiasi negozio di decoupage, devono essere piccoline e ti consiglio di scegliere un colore adatto, in questo caso si tratta di Halloween quindi arancione, nero e viola calzano a pennello!

-Forbici 

-Nastro reticolato del colore che meglio rappresenta per te Halloween

-Filo

-Ago

-Candele a pilastro 

-Trama di garza

-Spilli

 

Una volta che hai procurato i componenti necessari, si può procedere con la parta divertente della creazione!

 

Procedimento:

  1. Metti il nastro attorno alla candela, facendo il giro della candela lasciane un centimetro in più e taglia il superfluo. 

  2. Una volta tagliato il nastro reticolato decidi quale dei suoi due lati sarà quello frontale e inizia a pensare a dove potrebbero essere posizionate successivamente le perline. L’importante è posizionarle dove i fasci di fili si incrociano, quindi evita di metterle tra i buchi del nastro reticolato. Inoltre ti consiglio di non metterle troppo vicine. 

  3. Per attaccare le perline devi prendere ago e filo e procedere dal basso verso l’alto attraversando il nastro, una volta attraversato raccogli una perlina con l’ago e spingila verso il suo basso. Dopodiché, riattraversando il nastro da dove sei uscito, la perlina si sistemerà da sola sul rivestimento. Non tirare troppo forte perché rischi che si strappi. 

  4. Ora infila nuovamente l’ago nello stesso posto di prima e poi torna da dove sei venuto, questo step in più assicura che la perlina sia ben ancorata al filo del nastro. Ora devi fare una serie di piccoli nodi per fissare la perlina.

  5. Qui entrano in gioco le forbici che taglieranno il filo in eccesso che hai appena utilizzato, non tagliare troppo vicino al nodo altrimenti rischi che si scioglie. Ricorda che, siccome hai utilizzato il filo dello stesso colore del nastro, se vi è qualche pezzo di filo in rilievo non lo noterai nemmeno. Ripeti questi passaggi per inserire tutte le perline che vuoi, più volte lo farai e più veloce diventera e più completa sarà la tua candela d'Halloween!

  6. Una volta completato con le perline avvolgi il nastro intorno alla candela e fissalo con uno spillo.

  7. Usa la trama di garza per creare un piccolo fiocco da aggiungere al nastro.

Ecco ora conosci alcune tecniche di abbellimento che puoi utilizzare su diversi tipi di nastri e rifiniture!

Come pulire i pannelli solari https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Pulire-Pannelli-S.jpg La pulizia, è l'arte del risparmio! https://www.eurobrico.com/it/blog/come-pulire-i-pannelli-solari 10456

Se hai dei pannelli fotovoltaici o solari, devi essere in grado di effettuare la giusta manutenzione ordinaria per tenerli sempre puliti e performanti!

Alcuni studi evidenziano come l'assenza di pulizia, possa far perdere fino al 30% dell'energia. I fattori più frequenti che accumulandosi sporcano e deteriorano la superficie dei pannelli solari sono relative a detriti, escrementi di volatili e polvere. Scopri insieme a noi il procedimento corretto per tenere pulita questo strumento importante di casa tua.

Attenzione! I pannelli solari  non sono progettati per sostenere il tuo peso ma solamente la pressione di neve e vento. Se ci sali sopra, potresti provocare delle micro crepe che potrebbero compromettere le prestazioni del pannello nel corso del tempo. Inoltre i moduli che in fase di pulizia hai bagnato, possono essere scivolosi ed è facile cadere! Utilizza un'imbracatura e se non ne hai una, usa le scale!

 
  • Il primo importante passaggio è quello di spegnere i pannelli solari e lasciare che si raffreddino. Fallo la mattina verso le 6 o le 7.
  • Poi scollega il vettore FV dall’invertitore utilizzando il pulsante di arresto rapido o premendo l’interruttore di disconnessione CC che si trova nel combinatore.
  • Spesso viene consigliato di utilizzare detergenti per pulire i moduli. Tuttavia le uniche cose di cui necessiti è di acqua distillata e detersivo per piatti. Ti raccomandiamo di utilizzare acqua distillata o deionizzata, poiché l’acqua del rubinetto è ricca di minerali ed è facile che lasci residui di particelle che col tempo rovinano il vetro dei pannelli. Consiglio! Evita detersivi per bucato poiché è facile che creino umidità o delimitazione a livello di celle solari, recando dei seri danni ai pannelli.
  • Successivamente usa una spazzola con setole morbide e inizia a pulire i moduli con la miscela d’acqua. Nonostante il vetro dei pannelli solari sia resistente è meglio evitare di utilizzare materiali abrasivi che possano graffiare e rovinare così la superficie.
  • Una volta che i moduli sono insaponati usa un tubo flessibile a bassa pressione per togliere il sapone. E' meglio utilizzare pressioni entro i 40 Bar perchè altrimenti c'è il rischio che l'acqua entri nella scatola di giunzione o nelle spine non sigillate. Altrettanto importante è l’uso di acqua con temperatura simile a quella dei pannelli solari: una drastica differenza di temperatura potrebbe spaccare il vetro dei pannelli, perciò ti consigliamo quella a temperatura ambiente! 
  • Aspetta 30-45 minuti che la superficie si asciughi dopodiché puoi riaccendere l’interruttore di disconnessione.
  • Ricorda sempre che la manutenzione dei pannelli solari è un duplice lavoro: di pulizia e di controllo dei cavi e possibili segni di degrado o danneggiamento.
    Si tratta quindi di un processo semplice, che se svolto regolarmente può potenziare al massimo la tua produzione di energia solare annuale!
Elimina le cimici da casa tua! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/euobrico-blog-insetto_10387_1.jpg La presenza delle cimici è sempre più frequente? Ecco alcune soluzioni per te. https://www.eurobrico.com/it/blog/elimina-le-cimici-da-casa-tua 10387

Le cimici possono essere un problema per la casa e per la nostra salute. Esistono diversi esemplari e non tutti sono dannosi o infestanti: per esempio la cimice dei letti o dei materassi, scientificamente chiamata Cimex Lectularius, è conosciuta per infestare camere da letto e provocare pomfi pruriginosi. Se vuoi scoprire di più su questa cimice continua a leggere!

 

Le cimici sono una famiglia di insetti simili tra loro, le cui principali differenze sono il colore del loro scudo e le loro abitudini. Quelle più diffuse e conosciute sono due: la cimice verde e la cimice da letto. La prima ha lo scudo verde, facilmente riconoscibile per il ronzio e l’odore ed è presente soprattutto negli orti e nei frutteti, poiché si nutre del nettare di queste piante. 
La seconda ha invece lo scudo color marrone scuro e si nutre di sangue umano; pur non trasmettendo malattie, provocano delle fastidiose punture, che possono durare fino a due settimane.


Come prevenire un infestazione da cimici da letto?
La presenza da cimici da letto non è segno di scarsa pulizia, in quanto non è lo sporco ad attirarle. Le cimici si insediano in camera da letto, all’interno di materassi e cuscini e non in altre stanze della casa. Questo perché sono attratte dall'anidride carbonica prodotta durante il sonno e dalla presenza dell’individuo stesso che consiste nella sua fonte di cibo. Per prevenire l’infestazione puoi sigillare le crepe delle pareti o del legno non appena scoperte, avvolgere il materasso con una copertura plastica, passare l’aspirapolvere sotto il letto e sull’intelaiatura con costanza, al fine di eliminare gli insetti. La prevenzione migliore è individuare l’infestazione ai suoi albori. La cimice da letto è ad oggi un problema comune e presente anche nei paesi più industrializzati; per questo consigliamo di fare attenzione quando si dorme in alberghi o in altri luoghi al di fuori della propria abitazione. In queste occasioni le cimici potrebbero facilmente insediarsi nelle valigie e una volta arrivati a casa infestare la stanza. 

Come riconoscere la presenza delle cimici da letto?
Esistono 4 modi per individuare questo insetto. 
1. Feci delle cimici. Gli escrementi delle cimici sono facili da riconoscere, sono piccoli puntini scuri che in base al materiale su cui sono state deposti assumono un tono più chiaro o scuro. Si trovano soprattutto nei pressi del nido, tuttavia è possibile che la cimice defechi dopo aver succhiato il sangue, è quindi possibile trovarle sulle lenzuola o sulla pelle.
2. Esuvie. La esuvia è la membrana esterna, il guscio, che l’insetto cambia più volte durante il suo ciclo di vita. E' color trasparente e le sue dimensioni dipendono dalla grandezza della cimice. Si possono trovare ovunque, e la loro leggerezza permette anche al vento di spostarle, nonostante il nido rimanga il luogo in cui si trovano più frequentemente. 
3. Punture. Se ti svegli con delle piccole bolle bianche, circondate da pelle irritata, potrebbe trattarsi di punture di cimice. Non è chiaramente sempre il caso, tuttavia vale la pena ispezionare il materasso e il letto per bene alla ricerca di cimici. 
4. Sangue sul materasso. Se la mattina svegliandoti trovi dei segni di sangue sulle lenzuola o sul copriletto e sai di non avere altre piccole ferite sul corpo, allora dovresti interrogarti sulla possibilità che si tratti di una cimice. Durante il sonno, muovendoti è facile schiacciare le cimici, che dopo essersi nutrite aumentano il loro peso fino a 6 volte. Il sangue contenuto da questi animaletti una volta sazi è così tanto da essere visibilissimo a occhio nudo. 

Come eliminare le cimici?
Una volta appurata la presenza di cimici nella stanza da letto, dovrai pensare a come scacciarle: tutto dipende dalla gravità dell’infestazione. Nel caso di un'infestazione limitata alla sola camera e al solo letto, potrai provare con dei metodi fai da te. Se l’infestazione è diffusa anche in altre stanze o nella camera da letto hai trovato molteplici nidi, in questo caso ti consigliamo di affidarti ad un agenzia di disinfestazione.
Metodo fai da te.
Per prima cosa controllai alla perfezione tutti i componenti della camera. Lava in lavatrice tutto ciò che lo consente ad una temperatura di 50°C: le cimici non sopravvivono in acqua bollente. Per quanto riguarda il materasso, potrai vaporizzarlo, trattarlo con insetticidi specifici e ricoprirlo con un telo in plastica per circa due settimane. Per gli ambienti restanti potrai usare prodotti contro le cimici da letto ed è molto importante sigillare tutte le crepe.

Crea un anti zanzare Fai Da Te! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Anti-Zanzara_1037.jpg Un modo semplice e salutare per intrappolare le zanzare! https://www.eurobrico.com/it/blog/crea-un-anti-zanzare-fai-da-te 10370

I classici anti zanzare ti hanno stufato? Sei in cerca di un metodo non nocivo e naturale contro le zanzare? Eccoti una semplice guida su come costruire trappole antizanzare con bottiglie e vasetti in modo naturale. Le zanzare sanno essere una bella seccatura durante la stagione estiva e spesso per limitarne la presenza, si spruzzano prodotti chimici o si usano zanzariere elettriche. Tuttavia esistono soluzioni fai da te veloci da costruire e con materiali di facile reperibilità! 

 

La zanzara è famosa per tormentare le nostre estati con ronzii e punture. Ne esistono 3.000 specie, ma solo poche pungono. A pungere sono solo le zanzare gravide che necessitano di proteine contenute nel sangue. Questi insetti sono attratti da anidride carbonica, inoltre, detestano il bianco, ma sono attratti dal nero. Ora proviamo a costruire una trappola, da appendere in casa!


Trappola antizanzare con bottiglia.  
Cosa serve:

  • 1 bottiglia di almeno 1  ½ litro vuota
  • 400 ml di acqua calda
  • 40 grammi di zucchero
  • 1 grammo di lievito
  • Dello scotch
  • 1 straccio vecchio di colore scuro o del nastro nero


Come procedere:

  1. Taglia la bottiglia a metà e ricordati di togliere il tappo!
  2. In un pentolino fai bollire l’acqua e aggiungi lo zucchero.
  3. Versa il tutto nella metà bassa della bottiglia.
  4. Aggiungi il lievito, ma non mescolare!
  5. Capovolgi la parte superiore della bottiglia e inseriscila nell’altra metà: dovrà somigliare ad un imbuto!
  6. Aiutandoti con lo scotch fissa le due metà.
  7. Usa il panno scuro o lo scotch nero per coprire le pareti della parte inferiore della bottiglia: la zanzara è attratta dal nero o ambienti scuri!


La tua trappola antizanzare è pronta! Sistemala in un ambiente possibilmente umido e all’ombra. Se vuoi appenderla, ti basterà utilizzare una foratrice per carta per creare due buchi nei quali far passare uno spago, così da creare un manico. 

Invece di intrappolare l'insetto, preferisci allontanarlo?! Continua a leggere per creare una candela anti zanzare!

Candela antizanzare con vasetto. 
Cosa serve:

  • Un vasetto in vetro
  • Acqua
  • 2 fette di limone
  • 2 fette di lime
  • Qualche rametto di rosmarino
  • 10 gocce di olio essenziale di citronella
  • 1 candela galleggiante


Come procedere:

  1. Taglia due fette di limone e di lime e mettili nel vaso.
  2. Aggiungi nel vaso qualche rametto di rosmarino e 10 gocce di olio essenziale, può essere alla citronella, ma anche all’eucalipto.
  3. Posiziona la candela galleggiante sulla superficie dell’acqua.
  4. Riempi il vaso con dell’acqua tiepida.

A questo punto la tua candela antizanzare è pronta per essere utilizzata. Basterà accenderla qualche minuto prima di entrare nell’ambiente. La candela emanerà un profumo gradevole per te, ma sgradevole per le zanzare che staranno lontane!

Cambia look alle piastrelle del bagno! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Cambio-Bagno_1035.jpg Sostituisci le piastrelle senza doverle cambiare https://www.eurobrico.com/it/blog/cambia-look-alle-piastrelle-del-bagno 10354

Se le piastrelle del tuo bagno non ti piacciono e vuoi sostituirle senza creare troppi disagi in casa, abbiamo la soluzione che fa per te! Si risolve tutto con l’utilizzo di un semplice prodotto, non dovrai demolire nulla, coprirai in modo sicuro le attuali piastrelle donando al tuo bagno un look completamente nuovo in poche ore. Il prodotto di cui stiamo parlando è dell’azienda francese V33, che da oltre 60 anni fornisce centri fai da te con vernici di qualità.

 

 

Lo smalto per ceramiche e piastrelle è il perfetto alleato per cambiare le piastrelle del bagno senza il bisogno di un professionista, in poche ore, utilizzando un prodotto pronto all’uso. Un prodotto resistente, coprente e lavabile, appositamente ideato per coprire materiali ceramici e resistere a umidità, agenti chimici e sbalzi di temperatura. E' disponibile nelle varianti: bianco, bianco piuma e grigio carbonato, tutte e tre nei formati da 750ml e 2l.


1. Stucca le fughe. Prima di applicare il prodotto sulla superficie, assicurati di creare una base liscia, perciò assicurati di stuccare le fughe e coprire possibili solchi. Per far ciò potrai utilizzare dello stucco in tubetto oppure un fugante in polvere facile da preparare: aiutati con una spatola e riempi le fughe!

2. Pulisci le piastrelle. Prima di cominciare a lavorare sulle piastrelle dovrai pulirle con dell’acqua e un detergente apposito; a seguire ripassa tutta la superficie con dell'alcool denaturato. Consiglio: usa una mascherina quando lavori con l'alcool denaturato! Elimina tutto lo sporco ed eventuale silicone, la superficie deve essere ben pulita, priva di sostanze grasse che rendono più difficile l’aderenza della pittura. 

 

Avvertenze. Mantieni il bagno ben ventilato, non solo per velocizzare l’asciugatura ma anche per evitare la concentrazione di sostanze chimiche nell’aria che potrebbero causare mancamenti e nausee. Tieni il prodotto lontano dalla portata dei bambini.

 

3. Preparazione. Prepara le tue piastrelle alla pittura. Utilizza del nastro carta per delimitare i bordi e del telo di nylon per coprire le superfici circostanti. Durante i lavori ti consigliamo di utilizzare una tuta usa e getta. Per dipingere ti basterà un rullo e dei pennelli di diverse misure per angoli.

4. Prima applicazione. Apri la scatola, all’interno troverai due contenitori: uno piccolo e uno più grande. Il primo contiene l'additivo che dovrai versare nel barattolo più grande, contenente la vernice. Mescola bene servendoti di una miscelatore o di un bastone. Un mestolo da cucina vecchio può andare bene! Comincia a dipingere i bordi e angoli con un pennello, poi utilizzando il rullo copri tutta la superficie. Non lasciare il lavoro a metà! Termina questa prima applicazione su tutta l'area. Stendi la vernice in modo omogeneo con mani di colore incrociate regolarmente. Non caricare troppo il rullo per evitare sbavature. Lascia asciugare bene per almeno 12 ore, non aprire l’acqua, non farsi la doccia, o pulire la superficie.

5. Seconda applicazione. Passate le 12 ore, carteggia leggermente e pulisci con un panno asciutto e pulito per togliere pelucchi e polvere. Applica la seconda mano seguendo le indicazioni date precedentemente e lascia asciugare per un paio di giorni. Nei seguenti 20 giorni evita di sollecitare le superfici con acqua, detersivi o colpi. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria una terza mano di colore.

 

Ora il tuo bagno ha cambiato aspetto! Ricordati di pulire i tuoi attrezzi dalla vernice con acquaragia e falli asciugare per bene. Potrai utilizzare l’acquaragia anche per togliere eventuali macchie create durante i lavori.

Crea un pollaio fai da te! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Pollaio_10349_1.jpg Costruisci un pollaio in 4 semplici passi https://www.eurobrico.com/it/blog/crea-un-pollaio-fai-da-te 10349

Il pollaio. Avere un pollaio in giardino è una grande opportunità per avere quotidianamente uova fresche, un ingrediente molto utilizzato in cucina. Gli animali da cortile, come polli, oche, anatre, non sono impegnativi e presto potrai contare su dei piacevoli compagni! La costruzione di un pollaio sicuro e funzionale non è complessa: scegli una posizione adatta, ossia un luogo ben soleggiato ma con anche aree d’ombra. Potrai inserire una pianta all’interno del pollaio e coprire la struttura con della rete ombreggiante durante l’estate. Importante!  Verifica che ci sia una giusta ventilazione e non un’umidità eccessiva, che potrebbe creare alcuni disagi agli ospiti! 

 

Curiosità: la gallina ovaiola è un uccello domestico, conosciuto appunto per la produzione di uova. Ne esistono di molte specie che si distinguono per il loro piumaggio: Padovana, Livornese, Siciliana, Amburgo, Mugellese.. Quella più famosa e più comunemente chiamata gallina rossa, è la gallina New Hampshire. In genere una gallina ovaiola produce un uovo al giorno, tuttavia la deposizione si ferma in periodi molto freddi come l’inverno. E’ un animale onnivoro, quindi oltre al mangime completo per polli, consuma anche avanzi di tipo vegetale


Progettazione. Prima di iniziare la costruzione, crea un progetto. Durante la progettazione tieni presente la posizione sopra consigliata, la superficie disponibile per ogni animale, la creazione della lettiera, la costruzione di un riparo e lo spazio per un cortile. Nel rispetto degli animali, limita il numero di volatili in base alla superficie ed evita affolamenti che stresserebbero l’animale. Considera 1mq di spazio interno per 4 galline e almeno 1mq di spazio esterno per ognuna. E’  importante che i tuoi animali vivano bene, al fine di evitare malattie e prestazioni produttive negative. 

La lettiera è di fondamentale importanza per mantenere il pollaio un ambiente salubre, assorbe le deiezioni, diminuisce l’umidità e la produzione di gas, garantendo il benessere degli animali. Per la casetta utilizza un misto di trucioli, segatura e paglia, ricordati di pulirla e cambiarla almeno in primavera e autunno. Per il cortile, costruisci una lettiera profonda almeno 10 centimetri con un misto di sabbia, ghiaia e terra. La ghiaia ti permetterà di evitare la formazione di fanghiglia dopo le piogge, la sabbia e la terra contengono sassolini di cui le galline si nutrono per facilitare la digestione dei semi, inoltre i polli adorano rotolarsi nella sabbia, un modo per liberarsi di eventuali parassiti che causano prurito. Ricordati di controllare sempre lo stato della lettiera esterna, di pulirla e aggiungere ghiaia o altro materiale nel caso fosse necessario. 

La casetta è per i polli un riparo da intemperie e un luogo dove riposare. Potrai costruire una casetta fai da te, oppure comprarne una. Ne esistono alcune fatte appositamente, composte da box di nidificazione, scaletta e con un vassoio estraibile per facilitare la pulizia. Oppure potrai facilmente convertire una più classica casetta capanno o casetta per bambini. Ti basterà realizzare la lettiera interna e creare dei nidi dove deporre le uova, potrai utilizzare delle cassette di legna e aggiungerci della paglia, tieni a mente che le galline preferiscono deporre le uova in ambienti nascosti. Con l’arrivo dell’inverno avrai bisogno di illuminare il pollaio, ma non spaventarti, potrai montare un semplice faro solare da esterno

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Il cortile del pollaio è un luogo di svago che deve essere ben recintato ed a prova di volpe: serve anche per evitare che i polli vaghino nel giardino sporcando e raspando.  La rete dovrà essere alta almeno 2 metri e ancorata almeno 30 centimetri nel terreno, per evitare che gli animali selvatici scavino e riescano ad entrare nel pollaio. Per questo fai  una buca profonda 30 cm lungo tutto il perimetro e a circa ogni metro posiziona un palo a cui legare la rete. Una volta innalzata, pensa a coprire il tutto con della rete antigrandine, necessaria al fine di creare ombra, proteggere i pulcini da falchi  e altri uccelli predatori ed evitare che gli uccellini mangino il becchime dei polli. Tendila bene e legala alla rete. Ora il tuo pollaio è pronto per i nuovi amici piumati, sei soddisfatto?!

Come arricchire un terreno sabbioso! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Arricchire-Terreno_10331_1.jpg Se l'orto o il giardino non rendono, forse è merito del terreno! Scopri pregi e difetti di un terreno sabbioso https://www.eurobrico.com/it/blog/come-arricchire-un-terreno-sabbioso 10331

Non tutti i terreni sono uguali! Si possono distinguere per la proprietà fisica che identifica la sua composizione, ovvero la tessitura. Questo termine indica anche la percentuale di particelle solide di cui è formato, suddivise in tre classi granulometriche. Queste tre classi sono: argilla, limo e sabbia, con uno spessore rispettivamente minore di 2 micron, fra i 2 micron e i 20 micron e superiore ai 20 micron e inferiore ai 2 mm.

 

Una terra sabbiosa è facile da lavorare, è leggera, si asciuga facilmente e non necessita di vanga. Questo perchè ha una tessitura del 70%-80% di grandi dimensioni. Ti basterà prendere in mano un pugno di terriccio per riconoscerlo: riuscirai a distinguere i piccoli granuli, inoltre innaffiandolo noterai che il terreno non assorbirà l’acqua, ma che questa colerà facilmente. 

 

Un terreno sabbioso, opposto ad uno argilloso, non è sempre il preferito, perchè è carente di sostanze nutritive e quindi poco fertile. Richiede maggiore irrigazione poiché l’acqua cola facilmente verso il basso, inoltre i granuli possono levarsi in aria con facilità, sporcare vetrate e creare fastidio. Tuttavia, bisogna anche riconoscerne i pregi: si tratta del terreno migliore per la coltura di ortaggi, come aglio, melanzana, peperone, cipolla e molti altri. Hai  mai pensato di rendere il tuo orto più sabbioso?


Ma quindi, come puoi arricchirlo? Nel caso di un orto ti basterà aggiungere compost o letame e vangare il terreno, così da permettere alle particelle sabbiose di mescolarsi a quelle del terriccio fertilizzante: ciò renderà il tutto più compatto e nutriente. Nel caso di aree estese, come per esempio un giardino, ti occorrerà materiale organico e argilla! Comincia da quest’ultima, ti permetterà di rendere il terreno più solido e di migliorare la sua ritenuta idrica. In aggiunta all’argilla aggiungi delle sostanze organiche come letame, humus e residui colturali: alimenteranno il terriccio con sostanze minerali preziose e correggeranno ulteriormente il materiale organico.

 

Per completare il tuo lavoro, é probabile che nel suolo sabbioso siano presenti molti sassi, chiamati scheletro del terreno. Togli almeno quelli superficiali, li potrai usare come bordi naturali per le aiuole. Ricordati di continuare ad alimentare annualmente la terra con elementi organici. 

 

Consigli su come montare una casetta da giardino in legno! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/1-casetta-in-legno-Eurobrico-blog_10310_1.jpg Dopo l'acquisto di una casetta, ti spieghiamo come montarla! https://www.eurobrico.com/it/blog/consigli-su-come-montare-una-casetta-da-giardino-i 10310

Ogni giardino dovrebbe averne una: ne esistono tantissimi modelli che dovrai farti le domande giuste, per trovare quella giusta! Una di queste è: perché mi serve? Si tratta di un perfetto ripostiglio per le attrezzature estive e da giardinaggio o per i sacchi di pellet; è un ottimo investimento per aumentare la superficie della tua casa e del tuo garage, a prezzi ragionevoli. La casetta in legno da giardino è anche un bellissimo regalo per i più piccoli, luogo di divertimento assoluto. La maggior parte delle casette in legno sono a pannelli, quindi facili da montare, in quanto dovrai solo incastrare e avvitare i pannelli.

Una volta scelta quella che fa per te, non dovrai far altro che montarla. L’aiuto di qualcuno sarà necessario per non rendere il lavoro lungo e faticoso: ecco come montarla in 8 passi!

Alcune delle nostre casette in legno!

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#https://www.eurobrico.com/it/prodotti/arredo-giardino/casette-da-giardino/casetta-tomek-bimbo-174x123x212-C000324656# Se vui un bordo grigio a dx (right) sx (left), se non lo vuoi (no)

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1. Controlla le parti e togli l’imballo. Una volta arrivata nel tuo giardino usando il libretto delle istruzioni e aiutandoti con la sezione dedicata alle componenti, controlla che ci siano tutte, prima di togliere l’imballo! Una volta superato il check, potrai togliere gli involucri. Se la casetta è arrivata sopra un bancale in legno, non buttarlo via! Ti sarà sicuramente utile come ripiano interno per appoggiare attrezzi e macchine da lavoro.

2. Verniciare il legno. La maggior parte delle casette in legno vengono vendute con quest’ultimo già trattato; tuttavia viene sempre consigliato di verniciare tutte le sue componenti con un prodotto anti funghi, insetticida e per protezione ai raggi U.V
3. Allarga
almeno la parte iniziale di tutti i fori delle viti presenti, così eviterai che si crepi il legno una volta inserita la vite.
4. Non tagliare o modificare nessuna parte! Tutte le componenti sono state per tagliate nelle dimensioni corrette per permettere il loro incastro! In caso di problemi, contatta il servizio post-vendita; le modifiche apportate in autonomia possono far decadere la garanzia sull’intero prodotto acquistato!

5. Pavimento. Solitamente si consiglia di cominciare a montare la casetta dal pavimento, sul quale poi si inseriranno pareti e tetto. Scegli una superficie piatta e a livello, riparata da forti raffiche di vento. Ricordati di poggiare la base della casetta su alcuni supporti che la innalzino di almeno mezzo centimetro al fine di permettere una buona ventilazione: fondamentale per la preservazione del materiale!


6. Monta le pareti. Cominciando dal basso, monta le pareti, prestando attenzione a non dimenticarti di porta e finestre, che completerai una volta sistemato il tetto.
7. Timpani e sostegno per tetto. Monta il timpano frontale e quello posteriore, presta attenzione a montare correttamente i supporti per la copertura.
8. Tetto. Costruisci il tetto posizionando sui travetti il tavolato e le perline di coronamento. Impermeabilizza e isola la copertura con carta catramata o guaina apposita di norma già incluse.


La tua casetta è terminata, ora potrai montare la serratura e inserirci i tuoi attrezzi! Goditela!

Saper leggere le etichette dei fertilizzanti https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Guida-Fertilizzanti_10236_1.jpg Perchè saperle leggere? https://www.eurobrico.com/it/blog/saper-leggere-le-etichette-dei-fertilizzanti 10236

Perchè dovresti iniziare a capire come si legge l’etichetta di un fertilizzante? Non è difficile come sembra, non farti spaventare da numeri e lettere, leggi questa guida!

Innanzitutto, è importante perchè ti dà la capacità di valutare quale fertilizzante apporta maggiori nutrienti al migliore prezzo. Saprai riconoscere la presenza di sostanze non necessarie e/o dannose a colpo d’occhio. Oltre alle informazioni riguardanti il contenuto, sono anche spiegate le modalità d’uso e di conservazione.  Se quest’ultime sono esposte in maniera discorsiva, le prime non sono sempre facili da interpretare. 

Innanzitutto, la dicitura che si trova più frequentemente è la seguente NPK, che sta per azoto, fosforo, potassio. Questo acronimo è poi seguito da tre cifre, per esempio 10-20-30, che rappresentano rispettivamente le percentuali in peso delle tre sostanze appena presentate. Come noterai, il totale delle cifre non da 100, infatti altre sostanze saranno presenti nel fertilizzante. 

Detto che NPK sono gli elementi maggiormente presenti, vediamo per cosa sono importanti.

L’azoto (N) supporta la pianta nel promuovere una buona attività vegetativa. La carenza di N si nota dall’ingiallimento delle foglie e all'indebolimento del vegetale. È importante conoscere l’apporto necessario per ogni tipologia di pianta, infatti un eccessivo apporto di azoto ha conseguenze negative:  comporta uno sviluppo esagerato di foglie, che causa la diminuzione di nutrienti per la crescita di frutti e radici.

Importante accertarsi che la pianta ne abbia a sufficienza perchè è essenziale per la fioritura e fruttificazione. Il primo segnale di mancanza di fosforo è il cambiamento di colore delle foglie che possono diventare verdi scuro oppure rosse brune. Un’eccessiva presenza di P, non è dannosa per la pianta: questa è capace di regolare autonomamente l’assorbimento del fosforo necessario.

Il potassio (K), già presente naturalmente nel terreno come gli altri elementi, supporta e favorisce la crescita della parte legnosa della pianta, migliora la capacità della stessa di reagire al freddo e a scarsità d’acqua. Anche in questo caso il primo segnale di carenza di potassio si nota dalle foglie che per prime, reagiscono imbrunendo. Consiglio: la cenere mescolata al compost apporta potassio in modo biologico!

  1. Un fertilizzante bilanciato deve almeno contenere 7% di ogni elemento.
  2. Ogni vegetale necessita di fertilizzanti che variano nella loro composizione: i fiori solitamente hanno bisogno di più potassio.
  3. Esistono diversi tipi di fertilizzanti: liquidi, granulari, a forma di bastoncini, miscela di terricci e/o letame: scegli quello giusto!
  4. Prima di intervenire con l’utilizzo di fertilizzanti commercializzati, utilizza quelli organici come letame, torba e compost.
  5. Indossa sempre guanti da giardinaggio quando maneggi questi prodotti!
Guida: come pulire il laminato https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Pavimento-laminato-Eurobrico-Blog_10149_1.jpg Cos'è il laminato? https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-pulire-il-pavimento-laminato 10149

Cos’è il laminato?
Il laminato non è altro che un’imitazione del classico parquet. Il parquet è un sistema di pavimentazione elegante e raffinato, costruito interamente con vero legno. Il laminato è invece una sua alterativa più economica dove un pannello in legno viene ricoperto da materiali plastici che riproducono le sembianze del legno. Pur essendo simili, sono due soluzioni diverse, non solo in fatto di prezzo, ma anche di qualità, di posa e cure necessarie. Il laminato può essere facilmente posato e grazie alla pellicola di cui è ricoperto si mantiene meglio nel tempo.

Altro vantaggio del laminato è che è facile da pulire. Seppur facile, non dimenticarti che ha comunque bisogno di cure regolari. Una cosa da non dimenticare è che è pur sempre composto da legno, per questo è bene assicurarsi che la sua superficie sia sempre ben asciutta, l’acqua può far gonfiare le fibre del legno e di conseguenza deformare la superficie, creando dei pericolosi e antiestetici rilievi

Ti consigliamo di passare con una certa frequenza l’aspirapolvere, puoi anche spazzare con una scopa dalle setole morbide, evita però scope in saggina o dalle setole robuste. La miglior soluzione però, è una scopa con panni in microfibra. Presta attenzione alle macchie, intervieni con un panno leggermente umido appena ne intravedi una. Ricorda, una pulizia regolare non solo ti permetterà di avere un pavimento pulito, ma soprattutto di conservare la sua integrità. 

Come anticipato, quando lavi il laminato assicurati di usare panni inumiditi e fallo asciugare bene. L’acqua dovrà essere tiepida. Sconsigliamo l’utilizzo del mocio, lascia molta acqua sulla superficie la quale potrebbe penetrare.
Quando lavi il laminato, aggiungi del detergente professionale all’acqua, come per esempio il detergente HG per laminati, un detergente concentrato e profumato che dona lucentezza al pavimento. Con un flacone di un litro farai 20 cicli di lavaggio. Altro prodotto consigliato è un prodotto lucidante e protettivo, che stenderai sulla superficie aiutandoti con uno stendicera, necessario al fine di proteggere il laminato da graffi e rigature. Un prodotto professionale e di fama è l’HG pellicola protettiva lucidante per laminato.

Guida: come conservare gli addobbi e l'albero https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Addobbi-Natale-Eurobrico-Blog_10126_1.jpg L’albero di Natale finto https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-decorare-il-tavolo-per-il-cenone-di-capodan-1 10126

L’epifania tutte le feste si porta via! È ora di riportare alle sembianze pre-festive la casa, ma come conservare albero e decorazioni? Non è difficile, ti basterà solo un po’ di tempo e premura.
Cominciamo con l’albero: finto o vero? Se hai scelto un albero di Natale finto ti basterà togliere tutti gli addobbi, piegare i rami o smontarli in base alla struttura dell’albero e risistemarlo nella sua confezione originale. Hai buttato via la sua scatola? Non ti preoccupare ti basterà un sacco grande a sufficienza per ricoprirlo. 

Se invece hai optato per un vero abete in vaso, potrai tenere l’albero fino al prossimo anno, non gli servono molte cure, posiziona la pianta in un luogo soleggiato ma riparato dal vento, al fine di evitare che gli aghi volino via. Abbevera la pianta ogni due settimane; fallo più spesso se la terra si asciuga prima. Controlla lo stato del terriccio con frequenza, deve sempre essere umido e morbido. Se l’albero era stato tagliato, puoi scegliere di tenerlo per fare legna da ardere oppure lo potrai consegnare in stazioni ecologiche locali dove verrà trasformato in compost.

E gli addobbi? Iniziamo dalle luci. Le luci ti fanno disperare appena si riapre la scatola a dicembre: per quanta cura abbiamo prestato i fili si ingarbugliano sempre e dobbiamo passare ore a snodarli. Noi abbiamo la soluzione per te! Prendi un rettangolo di cartone – più le luci sono lunghe, più il cartone deve essere grande - fai due taglietti con la forbice alle due estremità opposte. Infila la cima del filo in una delle due fessure e comincia ad avvolgere il filo delle luci attorno al cartone, quasi come un gomitolo. Giunto alla fine inseriscilo nella seconda fessura. A questo punto ti basterà prendere una scatola e impilare tutti pezzi di cartone con le varie luci di Natale. L’anno prossimo fare l’albero sarà molto più veloce! 

Potrai conservare gli addobbi nelle loro scatole originali o in altre scatole prestando però maggiore cura avvolgendoli nella carta. Abbiamo raccolto alcune idee interessanti su come conservare gli addobbi in modo alternativo.
Per le palline di Natale più piccole usa le scatole delle uova in cartone. Per le palle più grandi potrai servirti di comode buste con la zip. Le perline in bottigliette di plastica, quelle da mezzo litro sono perfette. Per le decorazioni o per i personaggi del presepe più fragili, conservali in bicchieri di plastica.

1. Dividi le decorazioni per tipologia e riponile nelle scatole assieme.
2. Conserva tutto in comode scatole in plastica, robuste e possibilmente con le rotelle, non correrai il rischio che le decorazioni si rompano o si rovinino con l’umidità e ti sarà facile trasportare il tutto.
3. Non dimenticarti di etichettare le scatole

Guida: come creare uno spaventapasseri! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Spaventapasseri1Eurobrico_Blog_9946_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-creare-uno-spaventapasseri 9946

Rimedi contro gli uccelli
I nemici del nostro orto
o del nostro frutteto non sono solo lumache rosse e parassiti, ma anche gli uccelli. Questi animali non si possono scacciare con veleni o rimedi naturali come il sale per lumache, dobbiamo attrezzarci di dissuasori: qual è la più simpatica e antica soluzione della storia? Lo spaventapasseri! Divertente da costruire, è un rimedio non invasivo sulla propria coltura per tenere lontano corvo, piccione, gazza e storno. Vediamo come costruirne uno in casa!

Come costruire uno spaventapasseri: la testa
Cominciamo dall’alto: come si costruire la testa di uno spaventapasseri? Potrai utilizzare un uovo in polistirolo acquistabile nei negozi di hobbistica e bricolage, oppure aiutandoti con un vecchio straccio, riempiendolo di fieno e chiudendolo dandogli la forma di una testa. Dovrai poi addobbarla per conferirgli sembianze più umane, potrai cucire con dei pezzi di stoffa occhi, bocca e naso, ma anche con un colore spray o un pennarello. Non dimenticarti un elemento essenziale che vuole qualunque spaventapasseri: il cappello!

Come costruire uno spaventapasseri: il corpo
Una volta fatta la testa, sarà la volta di gambe e braccia. Procurati due bastoni e piantane uno verticale dove intendi mettere lo spaventapasseri. Infila una delle due gambe del pantalone nel palo e riempi entrambe le gambe con paglia e stracci. Una volta completate le gambe, puoi preparare il busto. Prendi il secondo bastone che dovrà essere più corto del primo. Legalo o avvitalo al primo bastone così da formare una croce, metti la camicia, abbottonala e riempila di paglia. Infine infila la camicia nel pantalone.
Hai fatto il corpo, ma non è terminato! Aggiungici dei guanti per imitare le mani e magari degli stivali.

Come costruire uno spaventapasseri: ultimi dettagli
Il corpo è fatto, non ci manca che infilare la testa nel palo e il nostro spaventapasseri è …quasi finito!
Mancano però gli ultimi dettagli: aggiungi al tuo nuovo amico alcuni particolari come un giubbotto catarifrangente, questo rifletterà il sole spaventando di più gli uccelli. Potrai anche appendere delle bottiglie di plastica o dei CD. Crealo il più terrificante possibile!

Altri rimedi contro gli uccelli
Esistono altri dissuasori per tenere lontani gli uccelli dalle proprie coltivazioni domestiche, eccone una lista:
- i palloni terrifici: palloni grandi che si appendono alla pianta e che imitano gli occhi dei predatori.
- il predatore simulato: solitamente un finto gufo che bubulando (il verso del gufo) spaventa gli altri volatili.
Funziona bene quando si ha qualche pianta.
- il nastro rifrangente: la luce riflessa infastidisce i volatili, questo rimedio grazie ai suoi colori e al materiale che riflette la luce del sole, tiene alla larga i nostri nemici alati. È una soluzione economica, dovrai appenderne un paio su ogni pianta.
- i CD: sfrutta lo stesso sistema del nastro rifrangente, ma ti basterà usare vecchi CD che non usi più.
- dissuasore ad ultrasuoni: forse il più innovativo, scaccia gli uccelli grazie alle frequenze ultrasuono che emette. L’unico svantaggio è che dovrai trovare la frequenza giusta che scaccia gli uccelli, ed è possibile che non tutti gli uccelli temano la stessa frequenza.
Anche questa volta con il nostro blog ti abbiamo aiutato a risolvere il problema: come scacciare gli uccelli dal proprio orto e frutteto!

Guida: come eliminare le formiche da casa! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eliminare_Formiche_Eurobrico_Blog_9945_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-eliminare-le-formiche-da-casa 9945

Perché le formiche entrano in casa?
Le formiche d’estate possono essere un bel problema. Se trovi una formica solitaria in casa non allarmarti. Se invece si tratta di una fila di formiche, in questo caso dovrai intervenire.
L’estate, per questo insetto, rappresenta la stagione per fare le scorte di cibo in vista dell’inverno e non c’è posto migliore di una casa dove poter fare un ricco bottino! Di seguito ti daremo alcuni suggerimenti e trucchi per finalmente liberarti di questo insetto senza dover per forza ucciderlo. 

Prevenzione contro le formiche in casa
Cominciamo dalla prevenzione.  Ecco cosa evitare:
-Briciole. Non lasciare mai briciole per terra o sul tavolo.
-Piatti sporchi. Non vorrai ritrovarti il lavello infestato da una macchia nera! Lava i piatti dopo ogni pasto e non lasciarli sporchi in giro per casa.
-Chiudi le fessure. Le formiche hanno un grande fiuto e riescono a sentire gli odori anche da fuori casa, per questo è necessario chiudere qualunque fessura al fine di impedire a questo insetto di entrare nella nostra abitazione.  
- Dispense di cibo.
Un vero ristorante per qualunque formica. Assicurati di riporre tutte le confezioni ben chiuse e di non lasciare nulla di aperto. Consiglio: anche il bidone del rifiuto umido è un’attrazione per questi insetti. Un disidratatore elettrico di rifiuti, potrebbe risolverti il problema! 

Rimedi naturali per scacciare le formiche da casa.
La prevenzione aiuta, ma non sempre è la soluzione al problema, alcune fessure sono difficili da ostruire e le griglie di aerazione non si possono chiudere. Di seguito alcune soluzioni con repellenti naturali per eliminare le formiche da casa:
- Menta. La menta è conosciuta per essere in grado di tenere lontane le formiche, potrai acquistare delle bustine di the alla menta e porle in vicinanza delle fessure dalla quale entrano.
-Aceto ed Eucalipto.  Ci sono alcuni odori che le formiche non sopportano, tar questi l’aceto e l’eucalipto. Procurati uno spruzzatore, aggiungici un bicchiere di aceto e alcune gocce di olio essenziale di eucalipto. Chiuso lo spruzzatore, agitalo e spruzza il liquido nelle zone invase dall’insetto.

Rimedi naturali per scacciare le formiche da casa.
Altri odori che allontanano le formiche sono: limone, caffè, sale, alloro, origano, peperoncino, paprika e chiodi di garofano. Potrai spargere delle foglie di queste piante oppure creare altri liquidi a base di aceto e limone. Continuando con i suggerimenti, spruzzare sapone liquido e acqua risolveranno la situazione senza rilasciare cattivi odori. Il borotalco è probabilmente il rimedio naturale più conosciuto. Qualunque rimedio naturale tu scelga ricordati che dovrai costantemente monitorare le zone e ripetere il rimedio.

Formiche alate: rimedi contro la loro invasione in casa.
Le formiche alate sono formiche con il ruolo di formare nuove colonie, per questo sono munite di ali, al fine di potersi spostare più facilmente.  Risultano più grandi delle formiche “soldato” e anche più aggressive.
Il rimedio naturale comunemente usato e anche riconosciuto come molto efficace è molto semplice: acqua e sapone! Come spiegato precedentemente ti basterà un economico spruzzino, un paio di spruzzate e le formiche nel giro di una quindicina di minuti lentamente si arrenderanno.

Repellenti contro le formiche
I rimedi naturali non ti convincono? Di seguito ti proponiamo alcuni repellenti:
-Esca anti formica: queste piccole scatolette rotonde contengo un gel che attrae le formiche e che agisce sull’insetto al solo contatto. Le formiche entrate in contatto con questo gel moriranno in poco tempo.
- Polvere: questa polvere deve essere cosparsa sulle superfici dove l’insetto cammina. Attenzione: non usare in ambienti frequentati da bambini!
- Spray: il rimedio più conosciuto perché facile da usare e di grande efficacia. Ti basterà spruzzare il contenuto sulle zone infestate e aspettare.

Guida: come rimodernare il bagno con semplici passi! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Rimodernare_Bagno_Eurobrico_Blog_9937_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-rimodernare-il-bagno-con-semplici-pass 9937

Arredo bagno
Il bagno è un angolo di casa importante, è un luogo intimo, dove ci si rilassa: per questo è giusto dargli delle corrette attenzioni estetiche al fine di renderlo accogliente, piacevole e comodo.
Arredare un bagno bene, non è per forza costoso e faticoso.
Qui di seguito Eurobrico ti mostrerà come rimodernare il tuo bagno con semplici passi!

Mobili bagno: quali scegliere?
I mobili in bagno hanno un ruolo importante, sono l’essenzialità in un bagno.
Indubbiamente, quelli più moderni sono i mobili sospesi, comodi per la pulizia in quanto permettono un passaggio facile all’aspirapolvere, hanno una forma accattivante e piacevole alla vista. L’unica pecca è che a differenza dei più classici mobili da bagno a pavimento, permettono meno spazio dove riporre gli oggetti. La scelta è personale, da considerare lo stile d’arredo che si ha in casa o che si vuole dare all’ambiente. Ad oggi in entrambi i casi esistono offerte che ti permettono di acquistare mobili bagno per meno di 200 euro, un vero affare! Dai una tua impronta personale nella scelta. Hai scelto un mobile sospeso? Sotto potrai metterci un bel ripiano e aggiungerci delle ceste in alluminio, ma anche un cestino da bagno. Opta per un metallo brillante se intendi rimodernare il tuo bagno con uno stile moderno, scegline uno in finto vimini e color marrone per uno stile più country.

Accessori da bagno: Portabiancheria e Portasciugamani
Se vuoi dare un nuovo aspetto al tuo bagno senza spendere troppo o senza dover per forza ricorrere all’idraulico, una scelta accurata degli accessori da bagno, aiuterà nel dare una nuova veste al bagno di casa.  Cominciamo dal portabiancheria, un complemento di design necessario. Ne esistono per tutte le esigenze, portabiancheria sporca salvaspazio: solitamente si trovano in tessuto e pieghevoli, sono i più economici e stanno un po’ ovunque. Ma ne esistono alcuni che si possono appendere! Altri modelli di portabiancheria sono in vimini o plastica. Entrambi risultano igienici e belli, vi consigliamo di comprarli con il coperchio o che siano chiudibili.
Gli asciugamani possono portare colore nel nostro bagno, ma non appenderli su un normale gancio! Ti sveliamo un portasciugamani innovativo e di tendenza: scaletta da bagno in legno di betulla, molto raffinato e moderno, un acquisto che renderà il tuo bagno più contemporaneo. 

Accessori da bagno: i piccoli dettagli
Sono i dettagli a fare la differenza: porta sapone e porta spazzolino contano. Ti è mai successo di entrare nel bagno di una tua amica e rimanere colpita dagli accessori di design? Vedi, anche le piccole cose colpiscono quando scelte con cura!  Non limitarti a soliti tipici e banali porta spazzolino e porta sapone, opta per forme e colori moderni, pur sempre in sintonia con il resto del bagno.
Altri piccoli dettagli sono per esempio: il porta phon e piastra, utilissimo, un acquisto di cui non te ne pentirai! Così come i porta trucchi: invece che riempire il piano del lavandino con beauty cases, utilizza questi contenitori che ti aiuteranno ad organizzare tutti i tuoi trucchi.  Questi accessori renderanno il tuo bagno più organizzato e moderno.
Rimodernare il bagno, significa anche usare la propria creatività per creare porta oggetti ecologici e con materiali di riciclo. Ti diamo alcuni spunti: usa delle ceste di legno che non utilizzi più come porta salviette per il bidet o per riporci altri oggetti, ti basterà rinfrescarla con una bella vernice e poi appenderla al muro verticalmente. 
Ricordati da inserire nella doccia un comodo porta bagnoschiuma e shampoo. Ti suggeriamo un portaoggetti in PVC colorato se la doccia risulta cupa, se invece preferisci creare un’atmosfera più elegante prendi una mensola in metallo da poter affissare sulle pareti della doccia.

Specchi Bagno: non solo un’esigenza
Lo specchio in bagno per una donna è essenziale, non è un bagno se non c’è almeno un specchio! Questo componente, oltre ad essere utile è anche strategico, infatti illumina l’ambiente e lo rende più ampio: uno specchio grande aiuterà a rendere il tuo bagno più lucente!
Prima regola: gli specchi da bagno non sono mai incorniciati. Gli specchi moderni da bagno hanno l’illuminazione a led integrata, hanno forme non convenzionali con gli angoli smussati o dal perimetro irregolare. Assicurati che lo specchio ben illuminato, altrimenti sarà difficile prendersi cura di sé stessi!
Per truccarti o per curare il tuo viso ti suggeriamo uno specchio cosmetico illuminato e con ingranditore

Copri lavatrice: la soluzione alla lavatrice in bagno  
La lavatrice spesso per motivi di spazio siamo tenuti a tenerla in bagno, un apparecchio che può stonare con l’arredamento del bagno, ma a tutto c’è una soluzione: in questo caso un bel mobile copri lavatrice! Ne esistono sostanzialmente di due tipi: box copri lavatrice e mobiletto copri lavatrice. La differenza è che i primi non presentano le antine e quindi mostrano il lato frontale della macchina, mentre i secondi forniti di ante si presentano come un comune mobile, perfetto per riporci i detersivi o gli asciugamani. Ovviamente, oltre al copri lavatrice esiste anche il copri asciugatore.

 

Ti abbiamo dato alcuni spunti su come poter ammodernare il tuo bagno cambiando alcune componenti importanti o aggiungendole. Ora sei pronto per far da te!

Guida: come preparare il terreno alla piscina da esterno https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Terreno-Per-Piscine-Eurobrico-Blog_9904_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-preparare-il-terreno-alla-piscina-da-e 9904

La piscina fuori terra è una soluzione economica e funzionale per coloro che vogliono godersi l’estate rinfrescandosi nella propria piscina, un investimento non troppo oneroso e dai mille vantaggi. Le piscine da giardino sono semplici da montare e non richiedono grande manutenzione, tuttavia non si prestano ad essere montate su terreni ripidi: il terreno su cui poggiano deve essere ben livellato. Non solo, per questioni di sicurezza è bene non montare la piscina in vicinanza di fili elettrici o tralicci, sopra raccordi di acqua, gas o luce oppure su terreni teneri e paludosi. Il suolo ottimale deve essere privo di buche o sporgenze come sassi. Compatto, esposto al sole e riparato dal vento. Di seguito 3 passi su come livellare il terreno per una piscina!

1.Scelta della pavimentazione e tracciatura della superficie
Una volta scelto il lotto di terra sul quale montare la piscina da esterno, è importante scegliere il tipo di pavimentazione sul quale poggiarla: cemento o naturale? Due soluzioni diverse, la prima è più invasiva e meno reversibile, ma a differenza della seconda ti garantisce più stabilità evitando possibili cedimenti del terreno. Lo consigliamo solo per piscine molto grandi, il cui peso porterebbe ad un avvallamento.
Indipendentemente dalla tua scelta, dovrai comunque pensare ad un progetto prima della realizzazione. Consiglio: se hai scelto una pavimentazione naturale, controlla anche il tipo di terreno sul quale intendi montare la piscina. È ghiaia? Dovrai provvedere alla rimozione di almeno 15 centimetri in profondità e sostituirla con terra e sabbia mescolate assieme.  

1.Scelta della pavimentazione e tracciatura della superficie
Prima di metterti al lavoro è bene delineare, aiutandosi con dei picchetti o altri strumenti, il perimetro della piscina, così da conoscere quale pezzo di terra necessita della lavorazione.
Questo lavoro ti sarà inoltre utile per capire come poter costruire una potenziale pavimentazione attorno alla piscina. Se hai deciso di creare una base in cemento, affidati ad un professionista e controlla la necessità di permessi per tale intervento. Se invece hai scelto un manto naturale, dopo aver verificato la conformità del terreno e definito il perimetro della zona da lavorare, puoi passare alla seconda fase.

2.Livellare il terreno
Innanzitutto, pulisci bene il terreno da detriti come rami, radici e foglie. Taglia l’erba molto bassa, così da facilitare il lavoro di livellamento. Successivamente verifica la presenza di dossi o buche: spiana i primi e riempi le seconde con terra; rimuovi anche i sassi, poi compatta bene il terreno. A questo punto dovrai scegliere se lasciare il manto erboso e coprirlo con un telo poco più grande della piscina o rimuovere l’erba e sostituirla con della sabbia, sempre coperta da un telo. Avvertenza: il telo è inevitabile, la piscina non potrà mai poggiare su un terreno nudo per evitare che il letto di questa si rovini. Se scegli di lasciare il manto erboso, ti anticipiamo che a fine stagione, lo ritroverai ingiallito e asfissiato.

3.Finiture
Che tu abbia scelto di sostituire l’erba con uno strato di sabbia oppure no, a questo punto ti mancano solamente le finiture. Il terreno è ben livellato e pronto per ospitare la piscina: ora la puoi montare! Una volta montata, opta per una pavimentazione che la circondi tutta o che almeno sia presente dove hai deciso di posizionare la scaletta. Non deve essere per forza di piastrelle in pietra, esistono soluzioni in plastica colorate, facili da montare ed economiche. Altra opzione sono i classici tappetti in polietilene che si costruiscono come un puzzle. Il lavoro è completo, puoi tuffarti in piscina!

Guida: come creare una trappola per talpe. https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Catturare-talpe-Eurobrico_blog_9885_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-creare-una-trappola-per-talpe 9885

Come cacciare le talpe dal giardino? Eccoti alcuni modi!
Prima di parlare di come allontanare questo mammifero, scopriamo di più su questo animale!
Le talpe servono, chi lo avrebbe mai detto! La talpa essendo un insettivoro libera il giardino da larve, vermi e insetti, arieggiando il terreno.  Tuttavia, sono più conosciute per gli odiati cumoli di terra che creano dalle loro escavazioni sotterranee. La domanda che ci poniamo sempre è: perché proprio nel giardino? Ebbene, le talpe prediligono terreni morbidi, fertili e dove la vegetazione non presenta radici lunghe e grosse… C’è quindi qualcosa di meglio di un giardino o di un orto?!

Dissuadere talpe con l’ultrasuono
Se d’inverno se ne restano sottoterra, con la primavera si avvicinano di più alla superficie, creando montagnole di terra dovute alle operazioni di scavo. Queste sono le stagioni in cui si deve pensare a come cacciare le talpe dal giardino, in particolare nel primo autunno, prima della stagione degli accoppiamenti.
L’uccisione dell’animale non servirà a molto, le gallerie e l’appezzamento di terreno verrà semplicemente utilizzato da un altro compagno. Per questo è meglio parlare di modi per dissuaderle o disabituarle. Il sistema ad ultrasuono ha il vantaggio di non rilasciare alcune sostanze; è un apparecchio non invasivo che emette suoni non udibili a noi umani, ma che risultano insopportabili alle talpe, le quali sono quindi dissuase a lasciare le loro gallerie. Questi prodotti funzionano a batteria

Disabituanti per talpe
Si tratta di un prodotto che si trova in granuli da spargere sul terreno che in alcuni casi può avere anche la duplice azione di fertilizzare il terreno. Funziona grazie ai suoi composti che rilasciano odori sgradevoli all’olfatto dell’animale che è quindi spinto a lasciare il territorio interessato dallo spargimento dello stesso. Va sparso con dosaggi moderati e comunque precisati sull’etichetta, va poi annaffiato.  
Si presta bene a qualunque terreno invaso da talpe. Solitamente, questa procedura va ripetuta ogni tre settimane. Se seguite attentamente le istruzioni d’uso, non risulta essere pericoloso ad altri animali.

Come costruire una trappola per talpe
Costruire una trappola per talpe è facile ed economico. Non serve neppure una grande manualità. Ti basterà una piccola pala da giardino, un secchio da 20 litri e un’asse o un pezzo di cartone.
Procedimento: scava una buca con la pala nell’ultimo cumolo di terra trovato. Assicurati che la buca sia abbastanza profonda e larga per poterci inserire il secchio. Riponi il secchio nella buca. Il proposito è quello di far cadere la talpa nel secchio mentre l’animale sta cercando l’uscita dal tunnel. Per questo il secchio dovrà essere rivolto verso l’alto e posto al di sotto del livello del terreno. 

Come costruire una trappola per talpe
Batti
bene la terra dei contorni della buca, le talpe diffidano dei terreni duri, sono poveri di nutrienti. Infine, coprila con l’oggetto scelto: la talpa non sopporta la luce! Consiglio: se il terreno risulta secco perché non piove da giorni, annaffialo fino ad ammorbidirlo, questo animale preferisce la terra umida perché più facile da scavare. Ora che hai creato la trappola e ti sei assicurato che l’ambiente creato piaccia alla talpa, non ti resta che aspettare che l’animale caschi nel secchio. Quando troverai la talpa nella trappola, prendila con le dovute cautele e rilasciala almeno a 500 metri di distanza, in uno spazio verde dove possa continuare a vivere. Ti abbiamo presentato dei modi per cacciare le talpe dal tuo giardino e orto, ora tocca a te metterli in pratica!

Giardino 2018: Come far crescere un bulbo in acqua! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/bulbi2_9848_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/giardino-2018-come-fai-crescere-un-bulbo-in-acqua 9848

Come far crescere dei bulbi in un vaso senza terra ma con solo dell’acqua?
Avere una casa fiorita in qualunque stagione dell’anno, non è mai stato così semplice e di classe!
Questo modo di coltivare i bulbi in casa ti permetterà di non dover utilizzare terricci e di poter usare splendidi vasi in vetro dalle forme particolari e di design, dando così alla tua casa un tocco di colore senza spendere troppo! Noi di Eurobrico ti abbiamo preparato il procedimento per far crescere un bulbo in acqua in 3 semplici step.

Cosa ti servirà?
Non molto: dei bulbi, un vaso in vetro e dell’acqua.
Vanno bene tutti i bulbi? No. Non tutti i bulbi sono ricchi di sostanze nutritive a sufficienza per svilupparsi senza i sostentamenti del terreno. I fiori adatti sono per esempio: narciso, tulipani, crochi e giacinti. Assicurati che i bulbi che intendi utilizzare siano privi di muffe e funghi, ma robusti e sani.
Perché il vaso in vetro? In realtà è una scelta estetica, che ti permetterà di vedere il fiore crescere… Non perderti questo spettacolo! Ricordati di usare un vaso alto quanto l’altezza del fiore una volta cresciuto e con una base che assicurerà al bulbo la giusta stabilità.

Step 1
Una volta che hai tutto l’occorrente puoi inserire il bulbo nel vaso: accertati che la base poggi bene e che la gemma sia parallela alle pareti del vaso, in modo tale che il gambo possa crescere senza trovare ostacoli.
Step 2
Ora puoi aggiungere l’acqua. Attenzione: non tutto il bulbo deve essere immerso nell’acqua, ma solo le radici! Per le prime due settimane il bulbo non dovrà essere esposto alla luce solare. Preoccupati di lasciarlo al buio come per esempio in un armadio ad ante oppure coprirlo con una scatola forata così da permettere il circolo dell’aria.

Step 3
Quando il fiore sarà in parte sviluppato, sarà ora di metterlo in bella mostra in casa: potrà quindi essere esposto ai raggi del sole e dovrai tenerlo in ambienti luminosi con temperature di almeno 15°C.
Ricordati di controllare fin dall’inizio il livello dell’acqua e la qualità di questa, dovrai cambiarla quando il livello sarà troppo basso o quando comincerà a stagnare.
Consiglio: potrai utilizzare prodotti adatti a idroculture per aiutare il tuo bulbo a crescere. Inoltre per abbellire il vaso potrai aggiungerci delle perle colorate.
Sì! Il procedimento è completo! E il risultato è stupendo.

GUIDA: Manutenzione ordinaria della Bicicletta https://www.eurobrico.com/foto/NOR/bicycle-1868162_1920_9843_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-manutenzione-ordinaria-della-bicicletta 9843

L’arrivo della bella stagione con le sue giornate più lunghe e calde, decreta l’inizio delle attività sportive all’aria aperta e tra queste non mancano i giri in biciletta! Prima di salire sulla tua bici, ti consigliamo di fare un controllo e una manutenzione ordinaria delle sue parti. Indeciso se farlo? Eccoti qua i vantaggi: previeni perdite di tempo e spiacevoli ritardi; infatti una periodica attenzione ti permetterà di risparmiare denaro. Migliori la sicurezza perchè la manutenzione ti garantirà una bici più sicura. Per far ciò ti basteranno attrezzature semplici e una quindicina di minuti. Ti abbiamo preparato una lista di cose da fare!

1.Posiziona la bicicletta in modo da facilitare la manutenzione e il controllo delle sue componenti: sono consigliabili dei cavalletti a parete per bici.
2. Stringi dadi e viti. Con il tempo queste parti possono allentarsi, è essenziale che siano sempre ben serrate! Usa una chiave per i dadi e un cacciaviti per le viti.
3. Controlla i freni della bici. Componente essenziale per la sicurezza quando si pedala, ma vediamo come funzionano i freni di una city bike. In modo semplice, quando azioniamo i freni, un filo stringe dei pattini presenti sulle ruote che le fanno rallentare. Quindi per prima cosa, assicurati che i pattini non siano troppo usurati, altrimenti sostituiscili.

 

 

4.Controllo del deragliatore anteriore. Il deragliatore non è altro che un sistema che, azionato dal cambio sul manubrio, sposta la catena su un pignone diverso della corona. È il colpevole quando la catena cade o la pedalata si blocca! Queste situazioni si risolvono con un semplice accorgimento: utilizzando un cacciavite stringi o allenta la vite in modo tale d’avere il binario del deragliatore allineato alla catena e alla corona.
5. Controllo del campanello. Non banale come sembra, il campanello può essere indispensabile per la tua sicurezza quando pedali su ciclabili o strade trafficate. Inoltre, l’articolo 68 del Codice della strada lo include tra gli elementi necessari: potresti essere multato se in caso di incidente la tua bici non era munita!

5. Catena. La catena è la componente di una bici che è sottoposta a maggiori attriti, per questo è essenziale che sia ben ingrassata. È necessario che il lubrificante utilizzato sia un lubrificante per bicilette; un prodotto non specifico sporcherebbe le componenti della bicicletta danneggiandole, a causa degli elementi corrosivi di cui è composto.
6. Controllo pressione pneumatici. Ti può sembrare l’azione più facile, ma non va sottovalutata. La pressione va regolata in base all’utilizzo che si fa, al peso del ciclista e rispettando i valori massimi dichiarati dal produttore. Gli penumatici troppo gonfi o sgonfi non solo si logorano più facilmente, ma diventano pericolosi per la poca aderenza al suolo. Per controllare la giusta pressione puoi utilizzare un manometro per bicicletta oppure un vecchio trucco: premi con il pollice sul copertone, se questo cede più di 1cm è ancora troppo sgonfio.

7. Pulizia. Non ultimo per importanza, è in realtà il compito più frequente. La frequenza dipende dall’utilizzo del mezzo e dal buon senso; indubbiamente si ritiene essenziale una spolverata dopo la lunga pausa invernale. Munisciti di un tubo d’acqua o un secchio d’acqua e lava, aiutandoti con una spugna e un detersivo specifico, il telaio della bici. Poi asciugalo con un panno in microfibra. Consiglio: evita idropulitrici e compressori, la pressione di questi strumenti deformano le guarnizioni e levano il grasso. Altre cose di cui dovrai preoccuparti prima di salire in sella: luci catadiottri, sterzo, cavi. Ricordati di pedalare indossando il casco e se pedali di notte indossa abiti catarifrangenti.

Come rinnovare un mobile in legno ridipingendolo! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/rinnovare-mobile-eurobrico_9834_1.jpeg https://www.eurobrico.com/it/blog/come-rinnovare-un-mobile-in-legno-ridipingendolo 9834

Quando si ha voglia di un cambiamento in casa, spesso non serve comprare un oggetto nuovo, è sufficiente riutilizzare ciò che già abbiamo. Riverniciare un mobile in legno può risultare un grande cambiamento nell’ambiente di casa e non ti servirà una grande esperienza o agilità: è un procedimento facile che ti permetterà di risparmiare appagandoti con la realizzazione di qualcosa da te creato. 
Ecco come rinnovare un mobile in legno ripingendolo.   

Procediamo per fasi:
1. Carteggiatura. Questa operazione consiste nel carteggiare a mano o con l’aiuto di una levigatrice, tutta la superficie del mobile scelto. Indipendentemente dalla modalità scelta, sii delicato e ricordati di carteggiare nel senso delle venature del legno. Consiglio: è un mobile d’antiquariato? Per i mobili fragili opta solo per una carteggiatura a mano, fai attenzione alla grana: il grado di grossolanità più è basso più la grana è grossa e quindi più profonda sarà la carteggiatura. Ricorda, comincia con carte con grana bassa per sgrossare e termina con altre di grana più alta per rifinire. Presta attenzione! Una levigatura sbagliata è irrimediabile. 

2.Pulire. Una volta terminata la carteggiatura preoccupati di ripulire la superfice del mobile da polvere e segatura, aiutandoti con un panno soffice.
3.Stuccare. Non è necessario in tutti i casi, ma se il tuo mobile presenta dei buchi o crepe, chiudili servendoti dello stucco.
4.Trattamento antitarlo. Pochi se lo ricordano, ma è un passaggio vitale per la prevenzione di spiacevoli tarlature, che possono portare alla completa rovina del mobile! È facile ed economico, si trovano prodotti in flaconi da cospargere sulla superficie o in pratiche bombolette spray. Avvertenza: i tarli prediligono ambienti umidi e caldi, esistono molte soluzioni per deumidificare un’ambiente come i deumidificatori.   

5.Dipingere. A questo punto comincia la vera fase creativa del lavoro e quella di modernizzazione. Il colore ha una notevole influenza sull’ambiente in cui il mobile verrà posto, è quindi opportuno fare uno certo studio della scelta. Il colore must secondo la tendenza 2018 è il rosso! Per uno stile industrial e raffinato l’ottone è una scelta azzeccata. Lo stile retrò è molto in voga, pensa a un colore legno naturale e a tecniche mirate a conferirgli un aspetto più vintage.  Fiori e piante sono la grande novità di quest’anno, perché non dipingere o aggiungere degli stencil a fiore? Suggerimento: una mano di colore non sarà sufficiente, aspetta qualche ora tra una passata e l’atra. 

6.Verniciatura o ceratura. Entrambe due finiture essenziali per il mantenimento del mobile dall’uso domestico e dagli agenti atmosferici. La prima opzione è quella più conosciuta e richiede meno attenzioni, accentua le tonalità del legno e i suoi cromatismi. La ceratura è una tecnica più antica e risulta con una finitura più naturale. La cera che consigliamo di adoperare è una cera vergine d’api, un prodotto di alta qualità: si stende sulle superfici con un pennello o ancora meglio con un tampone. Dopo aver cerato il mobile, passalo con della lana intiepidita. In ogni caso, entrambe queste tecniche sono ottime soluzioni. Il tuo mobile a questo punto è terminato!

Risparmiare in casa con il fai da te! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/reciclare_fai_da_te_9758_1.png https://www.eurobrico.com/it/blog/risparmiare-in-casa-con-il-fai-da-te 9758

Domenica 22 aprile è la festa della Terra e noi di Eurobrico non potevamo non usare questa ricorrenza per proporti alcuni consigli ecologici che ti permetteranno di risparmiare e allo stesso tempo aiutare il nostro Pianeta! Eccoti 5 semplici modi.

1. Riciclare con fantasia. Riciclare con il fai da te significa riutilizzare, reinventare l’utilizzo di ciò che già abbiamo, in modo quasi gratuito e avvalendosi della nostra creatività. Abbiamo cantine colme di oggetti che non usiamo più e che teniamo in attesa di un progetto che non abbiamo ancora partorito. Molti oggetti che gettiamo o non impieghiamo possono facilmente essere trasformati in qualcosa di utile.

2. Abbassare il costo della corrente elettrica cambiando lampadine.  Le lampadine ad incandescenza, che si potevano comprare fino a un decennio fa, dal 2012 non sono più vendibili e forse un motivo c’è: consumano troppo! Oggi esistono lampadine ecologiche e a basso consumo di energia, come le lampadine a led. Queste ci permettono di risparmiare fino al 50% di energia elettrica rispetto a quelle tradizionali e hanno una durata più lunga. Un piccolo investimento iniziale ti porterà ad un risparmio cospicuo già nel breve tempo. Suggerimento: per ottenere ambienti più luminosi e utilizzare meno luce elettrica, pensa a ridipingere le pareti con un colore diverso o ad aggiungere uno specchio.

3. Risparmiare acqua in bagno. Non ci crederai, ma la maggior parte di acqua potabile usata giornalmente da una persona, finisce nello sciacquone! La cassetta del water tradizionale, quella posta dietro il vaso, ti fa consumare dai 12 ai 15 litri d’acqua ad ogni utilizzo, un vero e proprio spreco. Per ovviare ciò esistono sistemi moderni, non necessariamente costosi, che ti permetteranno di ridurre fino al 60% i consumi di acqua in bagno. Uno di questi è il sistema doppio pulsante che ti permette di scegliere tra due tipi di scarico, uno più intenso dell’altro. 

4. Risparmiare acqua installando miscelatori areati. Questi sistemi installabili su lavabo, bidet, doccia e così via, permettono di ridurre il consumo di acqua senza diminuire le prestazioni. Ma quanto si risparmia? Ebbene, dimezzi i costi! Eh sì, perché questi sistemi ti consentono di risparmiare fino al 50% di acqua. Nel caso del rubinetto, un rompigetto ti costerà pochi euro e sarà facile da montare all’estremità di esso. Non dimenticarti che il risparmio dell’acqua non dipende solo dai sistemi innovativi, ma soprattutto da buone abitudini!

5. Risparmiare in giardino con il composter. Il compostaggio domestico è un procedimento non laborioso che attraverso l’utilizzo di una compostiera montabile in giardino, ti permette di formare l’humus: un concime naturale molto fertilizzante, trasformando scarti vegetali e rifiuti organici. Molti comuni permettono uno sgravo sulla TARI a coloro che possiedono una compostiera in casa. Per sapere di più ti suggeriamo di consultare un ufficio locale, in quanto l’ITER per ottenere questa riduzione può variare tra comuni diversi. Oltre a risparmiare in tasse, risparmierai in concimi prevenendo un inutile smaltimento di sostanze organiche in discarica. 

GUIDA: Come Sverniciare Un Mobile! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/newsletter_13_aprile5_9742_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-come-sverniciare-un-mobile 9742

Le stagioni di mezzo, come la primavera e l’autunno sono le stagioni ideali per compiere progetti di restauro come la sverniciatura. Le temperature non sono né troppo calde, né troppo fredde e si può tranquillamente lavorare all’aperto: spazio ottimale per questi lavori che richiedono l’utilizzo di prodotti mal odoranti e potenzialmente nocivi alla salute se inalati a lungo. Consigliamo quindi guanti, occhiali protettivi e mascherina! Se ti è impossibile operare all’esterno, trova una stanza ben arieggiata e copri il pavimento con un apposito tessuto. 

Prima di cominciare l’effettiva sverniciatura del mobile, dovrai verificare se il mobile è semplicemente verniciato o se è ricoperto da cera. Esistono due semplici metodi per fare questa verifica. Trucco numero uno: prendi un pezzo di tessuto imbevuto di alcol etilico e passalo su un bordo del mobile: il tessuto è appiccicoso? Allora è stata passata della cera. Trucco numero due: passa con della carta abrasiva fine un bordo del mobile, se questa diventerà appiccicosa la cera è presente. Nel caso di un mobile coperto di cera, dovrai pensare a decerarlo e per far ciò ti basterà un prodotto decerante.

Una volta verificato che il mobile è ricoperto da sola vernice è opportuno verificare lo stato del legno, nel caso di crepe e/o tarlature presta più cautela e attenzione nei passi successivi. Per una migliore sverniciatura è consigliabile scomporre il mobile, così da rendere più facile e accurato il lavoro. 
Ora munisciti di un buon sverniciatore: è il compagno perfetto per quest’impresa! Stendi il prodotto sulle componenti del mobile con un pennello in nylon che è quello più adatto in queste occasioni, perché l’unico resistente a questi prodotti. Non risparmiare troppo durante la stesura, è necessaria una buona copertura affinché lo sverniciatore possa agire correttamente. 

Suggerimento: poggia le parti del mobile su due cavalletti! Ti sarà più facile stendere il prodotto ed evitare sprechi. Lascia agire lo sverniciatore per 5-15 minuti: il tempo d’azione è relativo al prodotto in uso. Quando vedrai la vernice raggrinzirsi, non ti preoccupare, è l’effetto dello sverniciatore. A questo punto, con l’aiuto di una spatola raschia delicatamente la vernice nel senso delle fibre del legno. Per le modanature e le parti meno lisce, non utilizzare la spatola ma serviti di lana d’acciaio. Ricordati, una sola mano di sverniciatore non è detto sia sufficiente, potrebbe esser necessario ripetere la stessa operazione più di una volta!

Il mobile sarà completamente sverniciato quando le sue superfici saranno opache e le venature del legno ben visibili. Ultimi passaggi prima della riverniciatura: pulisci il mobile passando una spugna imbevuta di diluente nitro o acquaragia. Una volta che le superfici sono ben asciutte, non dimenticarti di fare un trattamento antitarlo. Ultimo suggerimento a proposito dello sverniciatore: nel caso di mobili con alte superficie verticali consigliamo uno sverniciatore dalla consistenza gelificata, così da evitare le colate di prodotto. Sfoggia il tuo mobile... Ora è pronto per esser colorato! 

Giardino 2018: ecco cosa fare ad aprile! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/aprile_giardino_eurobrico_9727_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/giardino-2018-ecco-cosa-fare-ad-aprile 9727

Aprile è già iniziato e il giardino dopo gli interventi di Marzo che abbiamo suggerito in “Giardino 2018: ecco cosa fare a marzo!” sta piano piano prendendo forma in previsione dell’estate. Per questo nuovo mese altre faccende ci aspettano! Cominciamo dall’orto. Tutto dipende dalle temperature, se lo permettono in aprile potrai iniziare a coltivare tutti gli ortaggi, come: zucchine, pomodori, rucola, prezzemolo e carote. Se è ancora freddo, potrai sicuramente aprire la serra nelle giornate più temperate, così da far circolare l’aria, se invece hai ricoperto delle piante con dei tessuti di protezione potrai levarli nelle giornate di sole, ma ricordati di ricoprirle all’imbrunire. 

Passiamo ora al giardino, se il terreno non è ghiacciato sei sempre in tempo per piantare alberi da frutto e piante in genere, ma ricordati che aprile è il mese dei fiori sia per le aiuole che per il balcone! Una terazza con dei bei gerani e alcune primule ha sempre un certo impatto scenico e rende qualunque casa più allegra. Ecco alcuni fiori che puoi piantare in questo mese: fresia, stella di Betlemme, tulipani, narciso, gerbere. Prima di sceglierne uno, ti consigliamo di controllare lo spazio che richiede per germogliare, non tutti i fiori possono stare in piccoli vasi.  Attenzione: l’acqua è di essenziale importanza per qualunque pianta in questo mese, infatti sta crescendo, assicurati che il terreno non sia mai troppo secco. Ovviamente ci sono alcune eccezioni, come le piante grasse. 

Una volta piantate le nuove piante e potato quelle già presenti, è il momento di controllare il loro stato di salute. Quanto sono sane? La primavera è la stagione dei parassiti e dei funghi e quindi anche degli interventi fitosanitari. Questi tipi di interventi vengono fatti sulla pianta attraverso prodotti di sintesi o naturali per combattere le malattie del vegetale e garantirne la sua sopravvivenza. Le malattie più comuni sono afidi e pidocchi, insetti visibili ad occhio nudo, che si nutrono della linfa della pianta, ma anche i funghi, come oidio o mal bianco e ticchiolatura

Il primo lo si riconosce per il pulviscolo biancastro e la decolorazione della foglia: tra i danni maggiori che comporta c’è il rallentamento della crescita della pianta e la conseguente diminuzione di frutti prodotti. La ticchiolatura è facile da riconoscere, intacca la foglia che si presenta con grosse macchie scure, se non curata porta alla defoliazione della pianta e al suo indebolimento. Entrambi i funghi si possono prevenire con una corretta potatura e irrigazione. Consigliamo di intervenire sulla pianta con i giusti prodotti anticrittogamici o insetticidi appena identificata la malattia. Solitamente i prodotti fitosanitari si diluiscono con l’acqua e si spruzzano sulla pianta attraverso un' irroratrice

La lista dei compiti non è finita, non ti abbiamo ancora parlato della pacciamatura! Pratica semplice e molto utile, specialmente nella prevenzione della crescita delle erbe infestanti. Ti basterà ricoprire il terreno che circonda la pianta con del materiale organico, come la corteccia, o componenti plastici. Il giardino non è solo fatto di piante, ma per godertelo dovrai arredarlo con una bella tavola, una fontanella, magari un gazebo…i nostri consigli arriveranno presto!   

Giardino 2018: ecco cosa fare a marzo! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/preparazione_giardino_9695_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/giardino-2018-ecco-cosa-fare-a-marzo 9695

Incredibile ma vero, è già marzo! Marzo è da sempre quel mese di transito tra l’inverno e la primavera, per questo è il mese perfetto per cominciare a pianificare un giardino incantevole per l’estate 2018! Questo articolo non si concentrerà esattamente su un argomento, ma sarà più una lista di cose da fare in questo mese. Perché quest’estate vuoi finalmente goderti le lunghe serate calde estive in giardino, no?! Mentre i bimbi giocano a calcio e tu sorseggi un bel bicchiere di vino al lume di candela  sotto il tuo nuovo gazebo, circondato dagli eleganti profumi delle aiuole fiorite e dal cinguettio di passeri e merli …. Relax a casa? Sì, si può!

Cominciamo con il fare una scaletta delle cose da fare a marzo nel nostro giardino. Un bel giardino, ben curato e rigoglioso non si fa in un giorno, non è neanche impossibile, basta qualche attenzione al momento giusto, e per questo mese dovrai impegnarti a ripulirlo. L’inverno è ormai passato e la neve sciolta ha scoperto tutto il fogliame e i rametti delle stagioni precedenti. Oltre a rastrellare dovrai anche potare, la potatura è di fondamentale importanza per la pianta, ma di ciò abbiamo già parlato nel blog: “Come preparare i nostri roseti alla fioritura: la potatura!”, ti consigliamo di leggerlo per sapere di più su questo argomento. Bene, ora se non è troppo freddo, puoi concimare la pianta distribuendo del concime attorno a questa, consiglio: se il terreno lo permette, dai pure una zappata veloce ai contorni della pianta prima di metterci il tipo di fertilizzante da te scelto.

Ora che abbiamo sistemato per il momento il giardino, possiamo riflettere e scegliere cosa piantare. Ci sono piante, fiori e ortaggi che possono essere piantati già a marzo. Cominciamo con i fiori: la bella di notte, i suoi fiori si chiudono all’imbrunire, può crescere in un bel cespuglio di 35 cm di altezza, bella non c’è dubbio, ma ricorda che i suoi semi sono velenosi; la calendula, non ha particolari esigenze, se non sole e aria; il crisantemo, versatile e resistente, ne esistono oltre 200 specie. Ecco alcuni ortaggi che si possono piantare in questo mese: aglio, basilico, cime di rapa, cipolle, pomodori, prezzemolo, radicchio.. attenzione alle possibili gelate, consigliamo un semenzaio nel caso in cui il clima non sia ancora del tutto primaverile. 

Alberi da frutto, coltiva ciò che mangi! Alcune piante da frutto che puoi piantare questo mese sono: melo, pero, ciliegio e pesco. Il nostro consiglio è quello di scegliere piante da frutto adatte al clima in cui vivi e se vuoi avere frutta fresca tutto l’anno o quasi ti basterà piantare piante da frutto con diversi periodi di maturazione. Passiamo ora al manto erboso. Una volta pulito il giardino da rami e foglie, taglialo utilizzando un tosaerba, questo primo taglio è solitamente più basso rispetto a quelli di routine delle stagioni più calde, si aggira infatti ad un’altezza tra i 2,5 e massimo 3,5 cm.
A questo punto puoi passare alla fase dell’arieggiamento. Questa fase serve per rinvigorire il manto erboso che è stato posto sotto stress durante l’inverno. In particolare, è consigliabile se lo strato di feltro del tuo giardino è alto più di 1 cm.

Cos’è lo strato di feltro?  È uno strato composto da residui di taglio dell'erba, foglie ed altro materiale vegetale, che rischia di soffocare il manto erboso; per far ciò l’attrezzo ideale è un arieggiatore. Per aiutare il tuo prato a crescere sano e forte, concima con un fertilizzante.  Ricordiamo: marzo è anche il mese adatto per la semina del tappeto erboso, quindi se noti che ci sono delle parti di giardino con terreno spoglio, spargi la semenza e compatta con il terreno. Accorgimento: un terreno fertile e friabile è il presupposto migliore per un risultato garantito. Eccoci alla fine di questo articolo, ti abbiamo dato alcune motivazioni per questo mese, quindi alzati dalla poltrona! Il prossimo articolo parlerà di qualcosa che non trovi da nessuna parte sul web, quindi annotalo nella tua agenda per il prossimo venerdì! 

Riordino in giardino: la serra! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/serra_autunnpl_9347_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/riordino-in-giardino-in-autunno-la-serra 9347

Non riesci a dire di no alla coltivazione dei tuoi ortaggi neppure ora che fa freddo? Sei un amante di fiori e piante, ma ora che è autunno non sai dove metterle? C’è sempre una soluzione, questa volta il rimedio è una bella serra. Si distinguono tra: indoor e outdoor, montabili e fai da te.
La scelta è del tutto personale. Se non hai un giardino dovrai per forza optare per una indoor, se invece disponi di un’ aerea esterna, potrai costruirne una secondo le tue esigenze.

Prima di cominciare a fare piani, prova a pensare a dove potresti posizionarla. Escludi i luoghi a nord e poco soleggiati, che presentano oggetti od ostacoli che potrebbero fare ombra. Vuoi sfruttare lo spazio in giardino? Meglio avere vicino un accesso all’acqua, puoi anche pensare di costruire un impianto irriguo proprio dentro la serra. Tieni anche a mente la pendenza del terreno, consigliabile un appezzamento piano e il tipo di terra, morbida e fertile è decisamente quella da preferire.  Consiglio: è chiaro che se vuoi ortaggi di qualità e piante rigogliose, la terra nelle quali crescono gioca un ruolo strategico, per questo ti consigliamo l’utilizzo di concimi naturali, essenziali per migliorare la capacità vegetativa e produttiva delle piante. Se hai optato per una serra in casa, ti basterà un posto ben illuminato dal sole.

Definito il posto più adatto alla serra, dovrai scegliere il tipo più ideale. Hai scelto una serra montabile di piccole misure? Ottima scelta!  Molto convenienti per il prezzo, non necessariamente devono essere utilizzate in ambienti interni. Infatti, se di qualità, hanno una struttura portante in metallo e un telo di plastico robusto, molti dei quali anti UV, e si possono tranquillamente posizionare in aree esterne. Si presentano con diversi ripiani e non hanno stagionalità, in primavera ti basterà togliere il telo per ottenere un comodo scaffale! Vuoi fare invece le cose in grande? Una serra a tunnel o a casetta è indubbiamente ciò che ti soddisferà. Non ti preoccupare, non dovrai essere un esperto di costruzioni, infatti esistono serre componibili. Facili da montare e con una superficie maggiore rispetto alle prime. Resistono bene alle intemperie e sono adatte per regioni con inverni nevosi.

Se sei un amante del bricolage, abbiamo pensato anche a te. Esistono diversi modi per costruire una serra da sé. In fase di costruzione, ci sono alcuni aspetti da non sottovalutare. La scelta del materiale non è banale. I più utilizzati sono il legno o il metallo, il primo si presta meglio per serre a casetta, il secondo è decisamente da prediligere in caso si scelga quella a tunnel. Per il rivestimento, solitamente si opta per un telo di plastica robusto, trasparente e anti UV, è leggero ed economico. Il vetro è una buona alternativa, più costoso e pesante, ma garantisce un isolamento termico maggiore e si preserva più a lungo. Le dimensioni sono soggettive, dovrà comunque essere abbastanza alta da poterci camminare e sufficientemente larga per un corridoio centrale pedonabile. Studia bene la stabilità e solidità della serra prima di metterti all’opera! 

Ultime cose da sapere: esistono kit tunnel, ovvero mini serre da usare negli orti per coprire la verdura durante l’inverno. Generalmente alti 30 cm, variano in lunghezza e larghezza. Che dire, di serre ce ne sono proprio tante! Tutte offrono solo vantaggi, tra i molti, non dimenticarti che in una serra avrai meno problemi con parassiti e lumache, in oltre non dovrai più temere le tempeste, venti forti o acquazzoni importanti. In ultimo, una serra non necessita di molta cura, ma ti da la possibilità di avere un angolo verde e rigoglioso in casa o di poter mangiare ortaggi coltivati proprio da te. Credici, non te ne pentirai! 

Ordine nel tuo garage! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/garage_disordine_eurobrico_9319_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/ordine-nel-tuo-garage 9319

C’è una parte della nostra casa che tutti tendiamo a sottovalutare, quel posto dove sedimentiamo le cose di cui non abbiamo più bisogno e di cui poi ci dimentichiamo l’esistenza, facile da indovinare: il garage!
Un’area che si cura poco, ma che se ben organizzata potrebbe venir adibita a qualcosa che va oltre il semplice deposito confuso, e che indiscutibilmente renderebbe più facile la ricerca degli oggetti di cui si necessita.
Se stai cercando una soluzione a questo problema, ora ti sveleremo alcuni trucchi su come trasformare un garage sottosopra in uno più ordinato e utile. 

Da dove cominciare? Decisamente dal far ordine. Ma ordinare, probabilmente non sarà abbastanza, dovrai munirti di coraggio e cominciare a fare una selezione di tutti quegli oggetti che non ti servono più, non per forza dovrai buttarli via, infatti alcuni li potrai vendere, altri li potrai dare in beneficenza, quelli inutilizzabili buttali (ricordati di rispettare le regole di un corretto smaltimento!) e tieni quelli il cui utilizzo potresti reiventare. Suggerimenti: la montagna di vasetti in vetro che avete accumulato con l’intenzione di riutilizzarli prima o poi, questa volta potrete finalmente reiventare il loro utilizzo come porta viti, bulloni, rondelle, o per riporci i pennelli più piccoli.
Sii oggettivo nella scelta, non fare scelte emozionali, ti distrarranno dal tuo obiettivo!

Una volta alleggerito il garage, arriva il momento della riorganizzazione. Molto spesso il disordine non è dovuto da una mancanza di spazio, ma piuttosto da un utilizzo sbagliato di questo. Per riorganizzare al meglio il garage sarà probabilmente necessario arredarlo in maniera differente. A questo punto è solitamente opportuno fare un progetto prima di cominciare a trapanare inutilmente mura e comprare arredi per i quali non si ha neanche lo spazio o il bisogno.
La creatività può essere un buon alleato nella stesura del progetto, purché si rispetti la legge della gravità, evitate soluzioni poco solide.

Come poter arredare il garage al meglio? Indubbiamente serviranno degli scaffali. Questi possono essere in plastica, ferro o legno; quel che dovete considerare oltre al vostro budget è cosa avete intenzione di riporre sulle mensole, sono da sconsigliare gli scaffali in plastica per oggetti pesanti, per questi sono preferibili quelli in metallo, o una combinazione tra mensole in legno e scaffalatura metallica.
Se siete degli amanti del fai da te, nel vostro garage non potrà mancare un banco da lavoro, indispensabile per un costante ordine. È molto utile in quanto vi permetterà di sistemare tutti i vostri attrezzi in modo organizzato in uno spazio preciso. Ce ne sono di diversi tipi e per tutte le necessità: misure, costo e capacità di portata sono le principali discriminanti durante la scelta.

Per chi invece preferisce arredare il garage senza utilizzare scaffalatura già composta, con un po’ di più tempo e pazienza, sì otterrà un spazio più personalizzato. Infatti, invece che la più tradizionale scaffalatura a pavimento si può optare per altre sospese. Tenete presente che questo comporterà la perforatura delle mura e una attenta fissazione ad esse. Mensole e sistemi di gancio possono essere una buona alternativa o dei complementi alla scaffalatura fissa o ad incastro. Un piccolo investimento in questa parte di casa troppo spesso ignorata, ti permetterà di risparmiare molto tempo e arrabbiature… oltre a far invidia! 

Speciale manutenzione delle piscine! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/children-1246383_1920_9230_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/speciale-manutenzione-delle-piscine 9230

Hai regalato alla tua famiglia una piscina per approfittare pienamente dell’estate? Se hai letto il nostro recente articolo sul mondo delle piscine ( https://www.eurobrico.com/it/blog/estate-voglia-di-piscina-quale-scegliere) sicuramente avrai capito che qualsiasi sia il tipo di piscina scelta per mantenerla nel tempo e per renderne sempre piacevole l’utilizzo servono delle accortezze. Vediamole nel dettaglio.

Durante il periodo di utilizzo la pulizia della piscina e dell’acqua sono d’obbligo. Se non usi un telo di copertura, togliere foglie, insetti e tutto ciò che è sporcizia è fondamentale: usa un retino adeguato per velocizzare l’operazione.  Un’operazione che deve essere una regola per il benessere di chi poi userà la piscina è di verificare i valori del pH dell’acqua, sicuramente se hai una piscina di grandi dimensioni.

Sicuramente una volta alla settimana o comunque all’occorrenza è bene togliere e lavare accuratamente la scaletta se presente: l’acqua soprattutto se si riscalda molto crea velocemente delle alghette che possono essere veramente un inconveniente spiacevole se poi con il movimento dell’acqua iniziano a sporcare visibilmente l’acqua. (ps: puoi usare anche un prodotto antialga ma rispetta le dosi consigliate riportate sull’etichetta). 

Se la piscina che possiedi non ha il riciclo automatico dell’acqua è bene rinnovare completamente l’acqua per assicurare ai bagnanti un’acqua pura: benessere assicurato. Settimanalmente lava il fondo e le pareti interne, aiutati con un robot automatico o un kit di pulizia. Se invece possiedi una piscina con un quantitativo di acqua importante assicurati di ispezionare, almeno una volta alla settimana, tutto ciò che è skimmer, filtro, scarichi e pompa! Ogni elemento ha una funzione vitale per poter mantenere impeccabile la tua piscina anche a distanza di anni.

Cambia veste al tuo giardino, gioca con l'illuminazione esterna! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/1.Giardino_9189_1.jpg Introduzione https://www.eurobrico.com/it/blog/cambia-veste-al-tuo-giardino-gioca-con-l-illumina 9189

Se hai un giardino sicuramente passo dopo passo lo hai progettato, modificato e curato giorno dopo giorno. Chissà quante volte avrai visto alberghi o ristoranti con quei bei spazi verdi arricchiti da giochi di luce, e allora perchè non pensare di farlo anche a casa tua?! Vediamo come rendere un'esigenza come quella dell'illuminazione un punto di forza per il tuo giardino.

Un giardino illuminato accuratamente ti consente di raggiungere in piena sicurezza l'entrata di casa, creare un'atmosfera romantica, permettendoti anche di godere delle calde serate estive con cene e feste in un ambiente spesso diverso da quello diurno. Puoi trovare varie soluzioni per ogni tasca e per ogni gusto. Una soluzione economica ed ecologica è sicuramente quella delle lampade solari: puoi trovarle in stile classico o moderno, o se ti piace uno stile simpatico con delle forme a gufetto, rana etc etc

Se hai una casa in stile moderno allora puoi optare per delle lampade LED a basso consumo a forma di sfera o di vaso alto che creano un'atmosfera unica con un design di classe. Ormai con molta facilità e a basso costo puoi trovare in commercio anche quelle wifi e comandate comodamente da un telecomando o volendo dal tuo smartphone attraverso un'app dedicata.

Sotto l'aspetto della sicurezza utilissimi lampioncini in stile retrò o moderno (in alluminio) con lampade crepuscolari, preferisci quelle led a basso consumo energetico, e nei punti più nascosti dei faretti con sensore di movimento. Se vuoi creare effetti per stupire i tuoi invitati usa lampade a led colorate e posizionale evidenziando alberi, pozzetti o fontane, ancor meglio se hai dei laghetti o piccoli corsi d'acqua con ponticelli.

Barbecue ed è subito festa! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/1.Barbecue_9174_1.jpg Introduzione https://www.eurobrico.com/it/blog/barbecue-ed-e-subito-festa 9174

Barbecue è ormai sinonimo di caldo e di estate, di compagnia, ma anche di mangiar bene. Una bella grigliata è la migliore scusa per trovarsi con vecchi e nuovi amici per divertirsi, indipendentemente dalla location. Per soddisfare esigenze diverse di gusto e di luoghi, ci sono vari tipi di barbecue, ognuno con sue caratteristiche specifiche con caratteristiche proprie e vari metodi di cottura. A gas, carbonella o elettrici, fissi o trasportabili, troverai sicuramente quello che risponde più alle tue esigenze.

Se vivi in campagna o hai un giardino saprai che il barbecue è un must del tuo arredo esterno. Il barbecue classico è quello a carbonella. Per accenderlo ci vuole un po’ di pazienza ed esperienza , saper aspettare che le braci si siano formate prima di iniziare la cottura. Se sei già esperto puoi utilizzare la legna, sempre asciutta e stagionata, e i cibi assumeranno un sapore inconfondibile essendo bruciati dal fuoco vivo e grazie alla produzione di fumi assumeranno quel sapore affumicato che tanto piace. Se invece vuoi più praticità usa la carbonella e oltre alla rapidità in accensione avrai anche una durata maggiore della cottura. Per capire quando la temperatura di cottura è corretta, deve ispessirsi lo strato intorno a ogni lato di carbone. Alcuni modelli sono forniti di coperchio per sfruttare il calore della brace come effetto forno.

Se preferisci puoi adottare un barbecue con l’accensione a gas attraverso una bombola ricaricabile posizionata sotto il piano di cottura. La comodità di questa tipologia è che puoi regolare il calore emanato comodamente come nella cucina di casa. Essendo comunque molto forte è possibile effettuare più tipi di cottura a seconda  che utilizzi grigli, piastra o fiamma viva. Un gran vantaggio dell’alimentazione a gas puoi ritrovarlo nei tempi di preparazione, la griglia è pronta in circa 15 minuti anche se dovrai rinunciare all’effetto affumicato. 

Se invece non hai giardino puoi pensare alla soluzione elettrica molto comoda e pratica. Ti è sufficiente solo una presa di corrente e puoi usarlo anche in casa, sul terrazzo o sul balconcino perché è un sistema di cottura senza fumi. Con questa versione hai la potenza di cottura regolabile, maggior pulizia della griglia e quindi una manutenzione molto più facile, riduzione massima dei tempi di preparazione: la tua griglia sarà pronta intorno ai 10 minuti! Unico svantaggio è che dovrai rinunciare al tipico sapore di bruciato perché non c’è fuoco. Buona grigliata!

Arreda il tuo giardino per i pranzi d'estate! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/1.Arredamento_Giardino_9160_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/arreda-il-tuo-giardino-per-i-pranzi-d-estate 9160

Maggio, primavera inoltrata e i primi pranzi all'aperto con gli amici. Sei pronto con il tuo giardino?! Giocano un ruolo importante tavoli, arredo vario, postazioni d'ombra per un  barbecue da invidia. Vediamo come renderlo al meglio per ospitare parenti ed amici.

Si parte quindi da tavoli, sedie e poltroncine varie. Se vuoi un tavolo duraturo e robusto, oltre che bello, scegli quello in legno a cui abbinare sedie secondo il tuo stile preferito: ci sono le classiche apri e chiudi oppure quelle con braccioli. Se non sei amante del legno allora puoi pensare a tavoli in ferro o in plastica. Se hai problemi di spazio ti consigliamo il tavolo a ribalta. 

Un elemento molto chic-retrò nel tuo giardino potrebbe essere la panchina in legno e ghisa. Puoi anche recuperare vecchie panchine in legno e trattarle con dello stucco bianco e renderlo in stile shabby-chic. In alternativa se cerchi qualcosa di più comodo puoi optare per un bel dondolo, gran divertimento per i più piccini.

Il post pranzo è relax. Non puoi non arredare il tuo giardino con divanetti e tavolini bassi, sdraie e lettini da giardino, poltrone sospese o l'intramontabile amaca. Puoi pensare a dei set in vimini o in plastica effetto rattan, resistenti e facili da pulire. Arricchisci il tutto con dei cuscini che danno comodità e stile o puff di forme e colori vari.

Per una buona riuscita di un pranzo in giardino è bene che provveda all'ombra. Il sole diventa sempre più caldo e se non hai grandi piante è necessario un grande ombrellone, magari a sospensione, o ancor meglio puoi prendere un gazebo con tende o in legno.

La tua cassetta degli attrezzi da giardino. https://www.eurobrico.com/foto/NOR/1_Giardinaggio_9130_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/la-tua-cassetta-degli-attrezzi-da-giardino 9130

Il giardinaggio è l'hobby per chi è creativo, premuroso e paziente, una pratica comunque molto delicata e il famoso "pollice verde" non è da tutti. Ma quanto gli strumenti ci vengono in aiuto!? Guanti, vasi e carriola non sono sufficienti per la lavorazione del tuo giardino, ecco quindi una breve lista degli attrezzi immancabili nella tua cassetta!

Vanga o pala?! Le due sorelle del giardinaggio spesso vengono confuse tra loro e sono indispensabili per il giardinaggio, in particolare puoi utilizzarla per mettere a dimora le piante, effettuare la lavorazione del terreno in profondità, per frantumare le zolle e per sradicare le piante oppure per delimitare il perimetro delle aiuole. La vanga costituita da un manico, una lama ed una staffa, fissata a circa 30 cm dalla lama, che consente di dare la spinta nel terreno con i piedi. Le tipologie di vanga disponibili in commercio sono numerose e le loro differenze sono relative al tipo di lama. La pala invece non è provvista di staffa, ha una lama leggermente concava di forma quadrata o triangolare e viene spinta con le mani. E' una variante della vanga, ti servirà quando si dovrai spostare notevoli quantità di materiale (foglie, sabbia, terra ecc.).

Da sempre i simboli del giardinaggio sono il rastrello e le forbici. Il primo è un attrezzo costituito da un manico al quale è fissata una barra (pettine), che può essere di metallo o di plastica robusta, dotato di denti allungati e appuntiti che possono essere curvi o dritti. Avrai sicuramente bisogno di un rastrello quando dovrai ripulire il giardino dalle foglie secche, livellare il terreno o per spargere il concime. In commercio ne esistono numerose tipologie che si differenziano per numero e curvatura dei denti o per il materiale con cui è composto. Non puoi curare piante da giardino se non hai a disposizione delle forbici. Con questo attrezzo infatti puoi potare piante e recidere fiori. Esiste una gran varietà di forbici e ognuna ha una propria caratteristica in base alla funzione, ad esempio la forbice da siepe ha lame e manici molto più lunghi rispetto a quella da erba o da bonsai.

Roncola e sega invece ti saranno necessarie per la potatura dei rami, vediamoli nel dettaglio. La roncola ti servirà per tagliare i rami di piccole dimensioni e per rimuovere la corteccia vecchia dai rami. E' un piccolo attrezzo formato da una lama curvata a forma di punto interrogativo e da un’impugnatura in legno. Se invece devi effettuare delle potature di rami dal diametro grande allora dovrai utilizzare la sega.

In alcuni casi e in alcuni periodi dell'anno potrai aver bisogno di effettuare trattamenti alle piante da giardino con sostanze insetticide o con trattamenti equivalenti di origine naturale. Ne esistono di varie dimensioni e tipologie, la scelta è legata all'estensione del giardino: ad esempio userai quelli a spalla per dare il "verde rame" mentre userai quelli manuali per trattare con precisione le foglie di piccole piante. L’annaffiatoio è un attrezzo che userai quotidianamente. E'  un contenitore per l’acqua dotato di un foro che permette la fuoriuscita graduale, solitamente ha il dispersore a pioggia per dosare meglio la quantità di liquido e per lavare anche il fogliame in modo delicato.

Come preparare i nostri roseti alla fioritura: la potatura! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/1_9079_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/come-preparare-i-nostri-roseti-alla-fioritura 9079

Marzo e Aprile da sempre sinonimi di giardinaggio. La primavera entra nelle nostre giornate in punta di piedi e tutto d'un tratto si fa sentire, è il risveglio della natura. La gradevolezza delle temperature consentono T-shirt e giacchino, giornate con più luce, l'aria è più profumata edecco che vogliamo prenderci il caffè all'aperto! Giardino o terrazzo che sia c'è sempre un gran da fare, vediamo cosa.

Sono i mesi dei lavori di ripulitura e preparazione del giardino, della rimozione delle protezioni invernali per le piante più delicate, della ripulitura di alberi e arbusti dalle piante infestanti, dalle foglie secche e rami rovinati, infine della concimatura. Un importante ruolo in questi mesi è ricoperto dalla potatura: una pratica che risulta essere sempre un po' triste in quanto ci sembra di togliere qualcosa alla nostra pianta mentre in realtà rappresenta un vero e proprio gesto d'amore nei suoi confronti. Ok ma perchè?

La potatura infatti consente di ottenere uno sviluppo equilibrato delle piante e favorire nuovi germogli. Utile in questo periodo per le piante da frutto, arbusti a fioritura estiva e siepi. La potatura in particolare è indicata per le ROSE per la prevenzione delle malattie, per esaltare e armonizzare il portamento della pianta, per rinvigorire la struttura, per stimolare la formazione di nuova vegetazione e ottenere cosi copiose e belle fioriture. Vediamo quindi come preparare i nostri roseti per la fioritura di Maggio.

La tecnica principale di potatura delle rose è il "taglio dei rami". In base al tipo di taglio si parla di potatura di eliminazione o di accorciamento: nel primo caso si eliminano completamente i rami improduttivi, indicato nelle piante più vecchie, e nel secondo si accorciano, indicato per quelle più giovani. Attenzione però alle rose con fioriture biennali altrimenti si rischia di eliminare nuove gemme. Ma come si effettuano questi tagli?

Bisogna intanto munirsi di guanti resistenti alle spine, cesoie per i rami grossi e forbici a cesoia per quelli più piccini. Si parte dal basso per recidere i rami più vecchi o malati con tagli netti e decisi. L'altezza del taglio determinerà la quantità di nuovi rami: più si pota in basso e più rami nasceranno e fioriranno. Il taglio deve essere a 45° rispetto alla gemma, in modo che abbia spazio per crescere, e opposto alla seconda gemma, quindi sul ramo che sporge verso l'esterno della pianta. La potatura è un delicato e importante intervento che può favorire o danneggiare la pianta se fatto in modo sbagliato, si consiglia quindi sempre di conoscere bene la specie di rosa da trattare, di ispezionarla per bene individuando così i rami da recidere che non necessariamente debbano essere molti. Pronti per aiutare le vostre rose?

Irrigare senza spreco e senza fatica! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/A11_9068_1.png Introduzione https://www.eurobrico.com/it/blog/irrigare-senza-spreco-e-senza-fatica 9068

E’ arrivata la primavera e finalmente ti puoi dedicare alla ripresa del tuo giardino.

Si inizia con il piantare fiori per dare un tocco colorato in ogni angolo e poi c’ è il prato e l’obiettivo è farlo diventare perfetto e di un verde brillante.

Piante, fiori e prato hanno bisogno di molta cura ed una delle cose più importanti è l’irrigazione soprattutto quando le temperature saranno più elevate.

IRRIGAZIONE A MANO

Il metodo classico per dissetare le proprie piante è quello con la canna dell’acqua o annaffiatoio. Oltre ad essere un’operazione lunga molto spesso si tende ad apportare una quantità di acqua eccessiva alle piante, questo è uno spreco e inoltre c’è la possibilità di marcescenza delle radici di quelle piante che soffrono per la troppa acqua. Oppure potrebbe essere l’incontrario, dato che l’irrigazione manuale è un procedimento faticoso soprattutto se il nostro prato è molto grande può essere che per la fretta non si apporti la quantità d’acqua necessaria.

IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

Per evitare spreco e fatica esistono vari tipi di impianti di irrigazioni.

Grazie a questi è possibile irrigare solo dove è necessario e con la giusta quantità d’acqua. Inoltre è possibile anche installare una centralina che può essere programmata giornalmente e settimanalmente, molto utile per le tanto amate vacanze estive!

IRRIGAZIONE FUORITERRA

È possibile collegare degli apparecchi distributori a due o più vie direttamente all’uscita del rubinetto. In questo modo si avranno prese d’acqua distinte che possono alimentare in contemporanea diversi accessori. L’apparecchio distributore è costituito da un corpo e da due o più attacchi rapidi al quale inserire i tubi che a loro volta saranno collegati ad altri accessori come ugelli di lance, pistole ecc.

Dal corpo si può regolare il flusso dell’acqua. Adottando più centraline è anche possibile programmare le diverse fasce orarie per ciascuna zona. Alcune centraline sono dotate anche di sensore pioggia che blocca l’irrigazione nel caso in cui sia piovuto e che quindi l’irrigazione sia già avvenuta naturalmente.

IRRIGAZIONE INTERRATA

Come dice la parola è un metodo di irrigazione nascosto ideale se il nostro obiettivo è quello di avere un giardino perfetto senza tubi a vista.

Composto da un pozzetto con raccordo idrico, irrigatori e tubi

Il tubo principale che parte dal pozzetto va inserito in uno scavo profondo circa 40 cm. Nei punti in cui si posizioneranno gli irrigatori questo tubo viene tagliato con un cutter ed inseriti i raccordi a t. Dai raccordi parte un tubo lungo di 30 cm che si collegherà all ’irrigatore. Infine si chiude con un cacciavite la fascetta di tenuta.

Per grandi superfici consigliamo gli irrigatori pop-up che vengono collocati a filo del terreno e si alzano grazie alla pressione una volta che si apre l’acqua.

IRRIGAZIONE A GOCCIA O MICROIRRIGAZIONE

Questo è un metodo di irrigazione che fornisce acqua alle piante poco a poco, depositando l'acqua sulla superficie del terreno vicino alla pianta o nella zona della radice.

Composto da una centralina, un riduttore di pressione con filtro, valvole, condotti e varie tipologie di gocciolatori:

  • Gocciolatori per vasi e cassette di fiori
  • Gocciolatori per siepi e colture in fila
  • Microspruzzo per aiuole e bordature
  • Mini oscillante per piccoli prati

CONSIGLI

Soprattutto nelle giornate più calde è molto importante evitare l’irrigazione nelle ore in cui il sole sprigiona tutto il suo calore questo perché le goccioline d’acqua su steli e foglie creano un effetto lente che va ad amplificare l’azione nociva dei raggi solari.

Il momento migliore per questa operazione sarebbe verso sera così che le piante possano beneficiare dell’umidità notturna.

Grazie ai kit completi di tubo, raccordi e micro irrigatori premontati è semplice progettare un impianto su misura da soli.

Una volta terminato avrai la soddisfazione di poter sedere e goderti la brezza del crepuscolo mentre l’impianto farà tutta la fatica!

CONSIGLI PER LA PULIZIA DELLA CANNA FUMARIA. https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Spazzacamino_blog_eurobrico_9035_1.jpg https://www.eurobrico.com/it/blog/consigli-per-la-pulizia-della-canna-fumaria 9035

E' fondamentale farla per:

  • evitare incendi causati dall’autocombustione della fuliggine che si accumula nelle sue pareti;
  • farla durare di più;
  • evitare un rientro di fumi e monossido di carbonio in casa.


SEGNALI DI CANNA FUMARIA SPORCA: la pulizia della canna fumaria viene fatta solitamente almeno una volta all’anno, ma dipende dall’utilizzo, quanto spesso si accende, della legna utilizzata e del modello di caminetto o stufa.
 

Ci sono però alcune avvisaglie che aiutano a capire che è ora di dare una bella pulita alla canna fumaria. Quali sono?

  • La presenza di cattivi odore di fumo;
  • Un tiraggio inadeguato;
  • La fuliggine che invade il pavimento del focolare.

L' OCCORRENTE PER LA PULIZIA: ecco gli strumenti necessari per la pulizia della canna fumaria:

  • Scovolo;
  • Asta con innesti regolabili e snodati;
  • Corda o prolunga per spazzacamino;
  • Bidone aspiratutto;
  • Detergente per vetri;
  • Vestiti adeguati, mascherina e guanti.

 

PULIZIA CANNA FUMARIA DALL’ALTO: come prima cosa chiudere la bocca del camino per evitare di riempire tutta la stanza di fuliggine. La pulizia dall’alto è la migliore e la più pratica da eseguire, può essere effettuata da una sola persona sul tetto oppure da due persone, una in casa alla bocca del camino ed una sul tetto.

 

IMPORTANTE: FARE LA PULIZIA DALL’ALTO SOLO IN SICUREZZA! NECESSARIO IMBRAGO E CORDA DI SICUREZZA. FONDAMENTALE ESSERE COMODI E STABILI UNA VOLTA RAGGIUNTO IL CAMINO. IN CASO CONTRARIO MEGLIO CHIAMARE UN PROFESSIONISTA. VERIFICA EVENTUALI NORMATIVE REGIONALI E/O COMUNALI PRIMA DI EFFETTUARE QUESTO TIPO DI LAVORO.
 

Una volta saliti sul tetto si asporta la parte finale del comignolo. Se la pulizia viene eseguita da una sola persona si utilizzerà uno scovolo attaccato ad una corda o una prolunga per spazzacamino, allo scovolo si fissa un peso (di un paio di kg)
 che serve a raggiungere con maggior facilità la bocca della canna fumaria.  Se il lavoro viene fatto da due persone si attaccala lo scovolo ad una corda lunga in modo da manovrare la spazzola in due dalle due estremità opposte della corda. 
Quando lo scovolo riuscirà a scendere perfettamente significa che la canna fumaria è pulita.

 

PULIZIA CANNA FUMARIA DAL BASSO: se si è costretti ad effettuare la pulizia dal basso si può utilizzare uno scovolo con manico ad innesti: lo si monta man mano che si sale con la spazzola e lo si smonta mano che scende. La pulizia dal basso è molto più difficoltosa e impegnativa, ma a volte è l’unica soluzione.

Se la canna fumaria appartiene ad una stufa prima della pulizia è necessario scollegare il tubo e tapparlo completamente lasciando solo un piccolo foro per far passare la corda.
Una volta concluso il lavoro con lo scovolo si dovrà raccogliere la fuliggine e pulire il focolare. Per questo consigliamo un aspiratutto per un lavoro più veloce e preciso ed un detergente apposito per la pulizia del vetro.

 

SCELTA DELLO SCOVOLO: lo scovolo è una spazzola dotata di raggi metallici della lunghezza necessaria per raggiungere il diametro del tubo di tiraggio. I raggi sono disposti a raggiera o in posizione diagonale rispetto alla canna fumaria.

La spazzola deve essere compatibile con le dimensioni, la forma e il materiale di costruzione della canna fumaria. Ad esempio per una canna fumaria in muratura lo scovolino utilizzato sarà di acciaio perché crea attrito e libera perfettamente la canna fumaria dalle impurità.
Il lavoro di pulizia della canna fumaria è uno di quelli in cui ci si sporca molto e consigliamo un abbigliamento adeguato ed una mascherina per evitare di respirare cenere ed altri residui.
 

Ricordiamo nuovamente che se non c’è la possibilità di raggiungere il camino sul tetto in sicurezza è indispensabile chiamare un professionista. La pulizia del camino è troppo importante per prenderla sotto gamba.
Con una canna fumaria pulita il prossimo inverno potrete nuovamente godervi il calore e la bella atmosfera del vostro caminetto in tutto relax.

 

 

 

Il nastro adesivo: tipologie e utilizzi https://www.eurobrico.com/foto/NOR/ritratto_con_pila_12486_1.jpg con "Come Fare con Barbara" https://www.eurobrico.com/it/blog/il-nastro-adesivo-tipologie-e-utilizzi-div 12486

Il nastro adesivo è un nastro di plastica o carta cui è applicata una sostanza adesiva. Il nastro può essere adesivo da un solo lato o da entrambi (nastro biadesivo), nel secondo caso una delle due facce del nastro è spesso protetta da una pellicola.
È utilizzato per incollare oggetti fra loro per lo più temporaneamente, ma anche permanentemente. L'adesione avviene per semplice contatto con l’oggetto”. Questa la definizione di Wikipedia.

L’ inventore del nastro adesivo fu lo statunitense Richard Drew, ricercatore della 3M, che lo creò nel 1925 e lo mise in commercio nel 1930 . In Europa giunse solo nel 1937. Il nastro adesivo era fatto con colla da falegname e glicerina . Sembra però che la 3M, per risparmiare, usasse poca colla e che perciò qualcuno la accusò di essere "scozzese" (in riferimento alla stereotipata tirchieria degli scozzesi), da qui l'origine del nome “scotch”.

Per quel che ci riguarda però, cari bricoleurs, possiamo entrare nello specifico e sviscerare le due macro categorie.



La sua nascita è dovuta alla necessità di dipingere in 2 colori, e quindi di schermare alcune parti della famosa Model T Ford, prima macchina prodotta in serie. Parliamo quindi di carrozzeria!

Quello più comune, che noi bricoleurs usiamo di frequente, è quello giallino le cui dimensioni variano da 1 cm (perfetto per seguire le curve) a 5 cm. Generalmente serve a proteggere una superficie.

Noi lo usiamo molto ad esempio quando eseguiamo gli stencil: per creare i tamponi, per fermare l’acetato sul muro o per ricostruire un ponte che abbiamo inavvertitamente tagliato. Ed è assolutamente fondamentale quando si parla di righe!

Negli anni questo tipo di nastro si è evoluto e in commercio si trovano dei rotoli con una striscia di carta attaccata, per schermare superfici più ampie) o addirittura con una striscia di plastica attaccata (superfici ancora più ampie)

 

I 2 problemi principali di questo nastro (senza il quale non potremmo lavorare) sono : 

  1. La pittura filtra in alcuni punti, rendendo il filo leggermente zigrinato.

  2. Se non rimosso subito dopo avere dipinto, a volte strappa dei pezzettini di pittura di fondo.

Negli anni ci sono state delle evoluzioni e sono apparse delle varianti come quella rosa che definirei “delicata “ e che ultimamente prediligo quando si tratta di decorazione. Si attacca meno alla superficie, diminuendo quindi i rischi di strappare il fondo quando si rimuove, malgrado ciò la pittura filtra meno sotto la sua superficie ed è quindi perfetto per righe e decorazioni su fondi finiti.
Un altro tipo di nastro interessante è quello con increspature, molto adatto a proteggere superfici
curve, come quello normale spesso 1 cm solo che questo riesce a schermare una superficie maggiore essendo più largo.

Esiste anche una versione di nastro adesivo di carta da imballaggio. Largo come quello in plastica e dello stesso color avana, è la sua versione sostenibile ed è molto efficace


Washi tape: Questo tipo di nastro di carta adesivo nasce in Giappone e, meraviglia delle meraviglie, è decorato!
Viene usato prevalentemente per lo scrap booking, album delle fotografie ( per chi come me li fa ancora!) o per creare dei bellissimi pacchetti regalo!
Il suo scopo è prettamente decorativo e la solidità non è una sua caratteristica ma volendo si può usare per schermare una superficie che non deve essere dipinta.

Questo tipo di nastro è l’evoluzione di quello di carta. La colla viene messa sul cellophane invece che su carta e nasce così il nastro adesivo trasparente.
Anche in questo caso ci sono moltissime varianti, sino al nastro telato , con il quale si riesce a riparare quasi tutto.
Ma andiamo per ordine.

Il nastro adesivo trasparente: ce ne sono di varie dimensioni, dalla più piccola, che usiamo per fare i pacchetti, alla più grande che può essere usata per imballare.

Il nastro da imballaggio o da pacchi, solitamente è color avana e viene utilizzato per chiudere le scatole di cartone nei traslochi.

Recentemente questo tipo di nastro è stato prodotto in vari colori, proprio per facilitare il riconoscimento delle scatole durante un trasloco. Blu per il bagno, rosso per la camera da letto, e così via. Un modo pratico ed efficace che rimpiazza la scritta sul cartone che statisticamente è sempre sul lato invisibile  della scatola, in fondo alla pila


Il nastro telato o duct tape: Molto efficace per riparazioni a lungo termine. Questo tipo di nastro è stato inventato negli Stati Uniti da Vesta Stoudt nel 1943. Idrorepellente e molto solido, era perfetto per chiudere le scatole delle munizioni.  In Italia viene genericamente chiamato gaffa, da gaffer tape, anche se quest’ultimo, telato anch’esso, non è idrorepellente ed è meno solido, non adatto a riparazioni definitive.

La particolarità (sorprendente) del nastro telato è che si taglia strappandolo con le mani, senza bisogno di usare le forbici. Ricordo che una volta l’ho usato per riparare la scocca dello specchietto retrovisore della mia macchina!

Sempre nell’ambito del nastro americano, c’è il nastro di alluminio sorprendentemente resistente oltre che esteticamente bellissimo. Resiste agli sbalzi di temperature, agli oli e agli acidi ed è impermeabile al vapore. Può essere utilizzato per applicazioni di protezione, copertura, isolamento e riparazione in combinazione con qualsiasi superficie metallica. Ma vista la bellezza prima o poi troverò un’uso diverso !


Il nastro anti sdrucciolo: lo avrete visto mille volte sugli scalini dei locali pubblici o sulle barche. È un nastro adesivo che sulla sua superficie sembra abbia carta vetrata, ma non è così! Perfetto per evitare scivolate, soprattutto in caso di superficie bagnata


Il nastro biadesivo: Contrariamente agli altri tipi di nastri adesivi, questo ha la colla su entrambi i lati anche se per lo più uno dei due lati è coperto da una pellicola protettiva.
Oltre a quello sottile, che si compra in cartoleria e che serve a fare il pacchetto regalo perfetto, il nastro biadesivo esiste di dimensioni maggiori e prevalentemente serve ad unire due superfici, anche di diversa natura, in modo permanente e non, senza l'ausilio di saldature, viti o rivetti.
Viene spesso utilizzato per incollare moquette e linoleum ed in questo caso è anche lui telato per una maggior resistenza

La particolarità (sorprendente) del nastro telato è che si taglia strappandolo con le mani, senza bisogno di usare le forbici. Ricordo che una volta l’ho usato per riparare la scocca dello specchietto retrovisore della mia macchina!

Sempre nell’ambito del nastro americano, c’è il nastro di alluminio sorprendentemente resistente oltre che esteticamente bellissimo. Resiste agli sbalzi di temperature, agli oli e agli acidi ed è impermeabile al vapore. Può essere utilizzato per applicazioni di protezione, copertura, isolamento e riparazione in combinazione con qualsiasi superficie metallica. Ma vista la bellezza prima o poi troverò un’uso diverso !


Il nastro anti sdrucciolo: lo avrete visto mille volte sugli scalini dei locali pubblici o sulle barche. È un nastro adesivo che sulla sua superficie sembra abbia carta vetrata, ma non è così! Perfetto per evitare scivolate, soprattutto in caso di superficie bagnata


Il nastro biadesivo: Contrariamente agli altri tipi di nastri adesivi, questo ha la colla su entrambi i lati anche se per lo più uno dei due lati è coperto da una pellicola protettiva.
Oltre a quello sottile, che si compra in cartoleria e che serve a fare il pacchetto regalo perfetto, il nastro biadesivo esiste di dimensioni maggiori e prevalentemente serve ad unire due superfici, anche di diversa natura, in modo permanente e non, senza l'ausilio di saldature, viti o rivetti.
Viene spesso utilizzato per incollare moquette e linoleum ed in questo caso è anche lui telato per una maggior resistenza

Il nastro isolante: entriamo ora nel mondo dell’elettricità dove il nastro isolante la fa da padrone.


Questo tipo di nastro ha un supporto tipicamente in PVC, ovvero in un materiale che è caratterizzato tra le altre cose dà una conducibilità estremamente bassa.


Questo è il primo fattore fondamentale per un nastro isolante; il secondo è quello dell'elasticità, contrariamente agli altri nastri adesivi che elastici non lo sono affatto o pochissimo.


Il nastro isolante è quindi un nastro adesivo elastico che permette di isolare dalla corrente elettrica ed inoltre aderisce perfettamente ai cavi elettrici fungendo oltre che da isolante da collante e da supporto. Lo vedo spesso utilizzato nei cantieri, dove fuoriescono i cavi elettrici con le lampadine che penzolano, funzionanti, grazie al nostro nastro isolante!

7 strumenti essenziali di cui hai bisogno per la tua casa https://www.eurobrico.com/foto/NOR/strumenti-fai-da-te-1_11675_1.jpg Il fai da te casalingo https://www.eurobrico.com/it/blog/7-strumenti-essenziali-di-cui-hai-bisogno-per-la-tua-casa 11675

Se uno dei tuoi grandi sogni è trasformare la tua casa in un rifugio, ma l'idea di eseguire da solo effettivamente uno di questi piani di trasformazione sembra travolgente, ti capiamo. Dedicarsi l fai-da-te per i progetti domestici può sembrare intimidatorio, ma per superare quel fattore di intimidazione ciò di cui hai bisogno è fare le tue ricerche e prenderti il tuo tempo. 

Certo, è sempre possibile fare un pasticcio, ma se ti prendi il tempo per indagare sul problema e fare un po’ 'di ricerca (esiste internet!), spesso scoprirai che le riparazioni e gli aggiornamenti quotidiani domestici sono più fattibili di quanto pensi.

Mentre farai la ricerca, scoprirai un altro elemento chiave dei progetti di casa fai-da-te: utilizzare gli strumenti giusti. Per iniziare ad assemblare la tua cassetta degli attrezzi di elementi essenziali, condividiamo con te i nostri consigli sugli strumenti di base da avere a portata di mano per diventare il tuo tuttofare e ognuno di questi può essere trovato su Eurobrico.

Una volta che ti procuri i seguenti strumenti e li metti a frutto, sarai un professionista in pochissimo tempo. Attraverso i progetti fai da te costruisci conoscenza e fiducia che di volta in volta renderanno i tuoi lavori più veloci e sarai in grado di dedicarti a progetti sempre più complessi. Continua a scorrere per iniziare a costruire la tua cassetta degli attrezzi fai da te con alcuni dei nostri consigli.

1 Chiavi regolabili di tutte le dimensioni

Stai pensando di acquistare un mobile pronto per il montaggio o di cambiare il rubinetto del bagno? Allora avrai bisogno di chiavi a brugola o chiavi regolabili.
Sono necessarie dimensioni metriche e standard per chiavi a bussola e a brugola. Le chiavi a brugola sono utilizzate per le viti impostate sui rubinetti, la ferramenta di mobili pronti per l'assemblaggio e la maggior parte delle parti su una bicicletta. Le chiavi a bussola sono essenziali per dadi e bulloni in spazi ristretti e sono più sicure di una chiave standard.

 

2. Cacciaviti di base pronti

Avere un cacciavite a portata di mano è utile per i tuoi aggiustamenti quotidiani, supponendo che tu abbia quello delle giuste dimensioni. Il nostro consiglio è quello di averne alcuni di diverse dimensioni nella cassetta degli attrezzi. Come minimo, prendi una testa piatta sia di dimensioni standard che di piccole dimensioni.

 

Qui trovi un semplice set di 7 cacciaviti Ribimex

3. Fora come un professionista

Per quanto riguarda gli utensili elettrici, non hai bisogno di un top di gamma, ti basterà uno di livello medio. La verità è che gli strumenti economici falliscono quando ne hai particolarmente bisogno e perciò li utilizzi di frequente e non durano mai quanto gli strumenti di qualità superiore. Fai in modo che i progetti fai da te come montare degli specchi o ripiani in legno siano senza sforzo con un trapano a batteria.

4. Pinze per correzioni dettagliate

Quando è necessario stringere gli apparecchi dotati di dadi e bulloni, avere una selezione di pinze può essere un salvavita. Le pinze regolabili sono popolari e noi vi consigliamo di iniziare proprio con quest che sono anche incredibilmente utili per progetti idraulici e lavori domestici casuali come la rimozione dei coperchi dei barattoli bloccati.

5. Taglia con maggiore precisione

Non importa quanti coltelli hai nel tuo porta coltelli in cucina, vale la pena prenderne uno che sia solo per progetti fai da te per la casa. Un taglierino può essere lo strumento più universalmente utilizzato al mondo è fatto per il taglio ed è molto più sicuro e preciso rispetto all'uso di un coltello da tasca o un coltello da cucina.

6. Un tutto fare ha bisogno di un seghetto alternativo

Anche se potrebbe non tagliare materiali super spessi, è possibile utilizzare un seghetto alternativo per la maggior parte dei lavori di taglio. È la sega ideale per i principianti perché è così versatile e facile da usare! Effettua tagli dritti, tagli curvi, ritagli interni (con l'aiuto di un foro di avviamento per l'inserimento della lama) e puoi acquistare lame per quasi tutti i materiali: legname, compensato, plastica, metallo, piastrelle e altro ancora.

Qui trovi il seghetto alternativo Black&Decker

7. Livella come un falegname

Misurare una linea retta per supporti e altre attività che richiedono precisione è difficile senza qualcosa che la mantenga livellata. Un livello standard da falegname con le piccole fiale a bolle fa la differenza tra un lavoro dall'aspetto professionale e qualcosa di cui un padrone di casa si vergognerebbe.

Qui trovi la livella a 3 bolle
Compressore, come sceglierlo? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Banner_comprssori_630x467px_-_Co.jpg Non è una cosa banale, la scelta del compressore è importante! Vediamo perché https://www.eurobrico.com/it/blog/compressore-come-sceglierlo 8989

Il compressore da sempre è un prodotto irrinunciabile in tutti i garage, vista la sua moltitudine d’uso. La comprensione del modello giusto per le tue esigenze non è facile e si deve tenere sempre presente l’uso che ne farai. Scopri perché questo fatto è così importante, continuando a leggere l’articolo.

Compressore, come funziona?

Partiamo dall’inizio e capiamo su che principi si basa il funzionamento dei compressori: cercando di essere semplici, questi attrezzi prelevano l’aria dall’esterno e con un motore elettrico o termico la comprimono, immagazzinandola. Attraverso questo processo si possono attuare due cose:
  1. Restituire l’aria compressa alla pressione impostata
  2. Restituire l’energia derivata dalla compressione sotto forma di alimentazione per strumenti pneumatici.
Già da ora puoi capire quanti usi diversi possono potenzialmente avere i compressori! Sotto i principali:
  • Gonfiare con l’apposita pistola ad aria, pneumatici di vetture, gonfiabili per bambini. Immagina di dover riempire la stanza di palloncini al tuo bambino che compie 10 anni! Con il compressore è un gioco da ragazzi;
  • Verniciare con l’aerografo pareti o mobili;
  • Effettuare lavori di sabbiatura con appositi accessori. Attenzione, questo tipo di lavoro necessita di alte potenze;
  • Soffiare e pulire con una pistola di soffiaggio. Prova con i componenti del pc, con le zanzariere, la casetta da giardino, i termosifoni;
  • Levigare, collegando un’apposita levigatrice;
  • Utilizzare attrezzi pneumatici di qualsiasi tipo.
 
Consiglio: se anche tu vuoi utilizzare strumenti pneumatici collegati al compressore è bene tenere sempre presente di quanta portata in uscita hai a disposizione; il tasso di FAD (Free Air Delivery) ossia l’aria in uscita, non quella aspirata, è importante per alimentare gli accessori pneumatici. Se adoperi spesso trapani, avvitatori o chiavi a cricchetto, per esempio puoi disporre di un compressore con potenza media, visto l’utilizzo dell’energia in modo intermittente. Ma se hai bisogno di un compressore per azionare sabbiatrici e levigatrici che invece funzionano a potenza costante, è bene valutare un modello più potente e performante, magari che utilizza corrente trifase a 400V.

 

Compressore a pistoni

Dedicando qualche parola sul motore, i compressori si possono dividere in molte categorie: a cinghia o trasmissione diretta, a pistoni o a vite, bicilindrici o monocilindrici.
Per i lavoretti di fai da te o domestici, ti consigliamo compressori a pistoni, monocilindrici, che hanno delle caratteristiche tecniche adeguate ad un uso non professionale. La pressione di tali modelli può arrivare fino ad 8 Bar con portata d’aria che può arrivare a 40 m3/ora. Un ulteriore indicazione è quella controllare gli stadi di compressione: in base a quanto il compressore ci impiega a comprimere l’aria, esistono modelli monostadio e bistadio che appunto ci impiegano una oppure due o più fasi di compressione.

Compressore a vite

Il funzionamento a vite è composto da un meccanismo a due rotori di forma elicoidale che servono a comprimere l’aria in entrata a mano a mano che scende verso il basso, attraverso le scanalature, aumentando appunto di pressione. Ti consigliamo questo modello quando hai necessità di prestazioni continue e non alternate. Infatti, solitamente vengono scelti da chi li utilizza in officine meccaniche o carrozzerie dove sabbiatrici, levigatrici o verniciatori necessitano l’apporto di energia costante. Altro dato a favore dei compressori a vite è quello della semplice manutenzione e della lunga vita d’uso che vantano.

 

Altri consigli

Come abbiamo detto, è bene partire dall’impiego a cui è dedicato il compressore e valutare tutte le caratteristiche necessarie che deve avere.
Consiglio: se vuoi usarlo per prenderti cura della tua auto, esistono modelli creati apposta per questa finalità che spesso dispongono anche della presa da 12V da collegare all’accendisigari.
Vuoi un compressore che non svegli i bimbi che dormono al piano sopra? Nessun problema, a disposizione esistono compressori silenziati per non creare disagi sonori in luoghi chiusi e piccoli come i garage anch per preservare l’udito di chi è presente!
Se sei uno che nella “borsetta” porti sempre il compressore, allora il modello portatile è adatto a te: molto più maneggevole e se sprovvisto di serbatoio, può pesare solo 4kg!

 

Caratteristiche importanti

In fase di scelta del compressore fai attenzione a questi dettagli e qualità.
  • Portata dell’aria: è sufficiente in un range di 150 – 200 L/min per azioni di gonfiaggio o verniciatura. Superiore a 200 L/min se devi sabbiare.
  • Potenza del motore: valuta sempre i cavalli; quelli elettrici sono una scelta ecologica e attenta all’ambiente, devono essere costantemente alimentati ma meno potenti rispetto a quelli a benzina. Con un motore termico hai giovamenti in termini di efficienza per lavori di grosse dimensioni.
  • Capacità del serbatoio: in commercio vanno dai 4 ai 250 litri; per l’uso occasionale acquistalo sotto i 100L, per l’uso quotidiano è meglio superare questa soglia.
Bene, abbiamo visto tutti i punti salienti riguardo i compressori e il mondo che li circonda. Ricorda sempre che un fattore importantissimo sono gli accessori con cui accompagni questo straordinario utensile versatile e sempre comodo da avere in casa.
Visita la sezione dedicata ai compressori sul nostro sito, oppure ti aspettiamo in negozio per poterti consigliare il modello giusto avvalendoti della competenza dei nostri addetti specializzati.
 

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Saldatrice, quale scegliere? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Banner_saldatrice_630x467px_-_Co.jpg La saldatrice è da sempre un must have del bricolage. Capiamo meglio le differenze tra i modelli in commercio https://www.eurobrico.com/it/blog/saldatrice-quale-scegliere 9027

Se sei un bricoleur provetto, oppure un hobbista alle prime armi, la saldatrice è un prodotto comodo per creare o riparare ciò che desideri. Il processo di saldatura si può effettuare su diversi materiali ma noi ci soffermeremo su quelle che possono saldare metalli ferrosi o non ferrosi. Cominciamo!

 

Le saldatrici sono utensili creati apposta per unire due parti di metallo tra loro e possono essere di tipi diversi a seconda dell’uso che se ne vuole fare, dello spessore da saldare, del materiale da unire… Ci sono saldatrici allo stagno, MMA, a filo continuo MIG e MAG, a TIG. Insomma, si tratta di un mondo complesso!
Per utilizzare saldatrici elettriche d’uso non professionale, ovviamente si sfrutta la corrente alternata di casa a 220V, che passa attraverso un trasformatore raffreddato ad aria all’interno della saldatrice viene cambiata in corrente continua. Tale energia serve per creare un arco voltaico tra l’elettrodo e il pezzo di metallo, così da fonderli insieme.

 

Ogni saldatrice è composta da più parti, in generale le principali sono:
  • Pinza per la massa da posizionare sul pezzo da saldare, per trasmettere la carica necessaria a creare l’arco voltaico;
  • Pinza per saldare. Utili a inserirci l’elettrodo all’interno.
  • Torcia TIG o MIG MAG. Le prime funzionano con elettrodo infusibile al tungsteno, le seconde con filo e gas, quest’ultimo facoltativo in base al tipo di filo usato.
  • Filo per saldatura che può essere non rivestito di rame, che necessita di un gas neutro (MIG) oppure attivo (MAG) per poterlo utilizzare. Se si tratta di un filo senza gas è dotato di corrente al suo interno che agevola la fusione.
  • Elettrodi per scaricare l’energia sul materiale da saldare a seguito dell’innesco e possono essere fatti in più materiali. Rutili, quelli maggiormente utilizzati in grado di facilitare l’innesco, sono rivestiti da un materiale protegge la saldatura dall’ossidazione, la cosiddetta “loppa” da dover togliere una volta solidificata. Basici, utilizzati per le tubazioni e più nello specifico per lavori di caldareria in quanto sopportano meglio la dilatazione dei condotti ad alte temperature.

Saldatrice MMA Inverter

Ottima per i principianti del settore, la saldatrice MMA ossia Manual Metal Arc ha temperature di fusione che si aggirano tra i 3000 e i 4000 gradi e può fondere componenti di spessore tra i 2 e i 10mm. Si tratta di modelli che utilizzano il sistema ad elettrodi a cui si attribuisce la funzione di conduttore elettrico; questi ultimi sono composti da un’anima metallica ma ricoperti di un materiale che protegge la saldatura dall’ossidazione. Questo tipo di lavorazione è chiamato ad arco appunto perché si crea un arco elettrico tra l’elettrodo e il pezzo da saldare.
Per la loro semplicità d’uso e per il costo contenuto sono perfette per l’ambito hobbistico e per lavoretti fai da te. Composte come tutte dall’apparecchio centrale che eroga l’elettricità, un cavo di massa da collegare al pezzo e un cavo con pinza porta elettrodo che se avvicinato al pezzo da saldare crea un corto circuito tale da fondere i metalli.
Attenzione: la difficoltà d’impiego di questo tipo di utensili sta nel posizionare l’elettrodo alla giusta distanza dal pezzo in quanto se troppo vicino, si “incollerà” alla superficie. La bravura del saldatore sta proprio nella capacità di mantenere l’elettrodo alla giusta distanza, lungo tutta la linea di attaccatura dei pezzi, mano a mano che esso si consuma.
Le saldatrici MMA sono ottime per piccole riparazioni perchè funzionano senza l’utilizzo di gas, si può impiegarle all’esterno senza problemi di correnti d’aria; permettono la saldatura della stragrande maggioranza di metalli e in posizioni non facilmente accessibili grazie alla lunghezza degli elettrodi.

 

Saldatrice MIG o MAG

Anche questo tipo di utensile funziona tramite un arco elettrico ma non dispone di elettrodo. Lavora con una bobina di filo metallico che si consuma progressivamente durante la linea di saldatura; al fine di proteggere il punto di giunzione tra le parti, le saldatrici di questo tipo disponono di torce che emanano un gas al momento della fusione. Con un gas inerte come l’argon o l’elio, si tratta di saldatura MIG (Metal Inert Gas), se invece c’è una miscela con anidride carbonica si effettua una saldatura MAG (Metal Active Gas).

 

Consiglio: utilizza la saldatura MIG per l’acciaio inossidabile, i metalli non ferrosi come l’alluminio o per le leghe leggere. La modalità MAG è meglio da un punto di vista qualitativo per gli acciai al carbonio.

 

Se vuoi migliorare le tue prestazioni di saldatore, questo tipo di utensili hanno rese decisamente migliori rispetto alle precedenti MMA: permettono di saldare spessori più fini, di tutti i materiali a seconda del gas scelto e sono anche piuttosto semplici da imparare ad usare.
Preferisci non utilizzare il gas e quindi liberarti delle bombole? Nessun problema, ci sono fili metallici detti “animati” che hanno al loro interno una polvere che con la fusione si libera e si deposita sulla saldatura come strato protettivo. Ovviamente tale filo è più costoso di quello “standard” ma ti permette anche di saldare all’esterno senza problemi.

Saldatrice a TIG

La modalità più utilizzata in campo professionale è quella a TIG (Tungsten Inert Gas) in quanto permette saldature sottili e precise sia su metalli ferrosi che non, tramite un refrattario non fusibile in tungsteno. Tale ago infusibile, non viene mai a contatto con la superficie da saldare ma serve a far fluire i gas di protezione elio e argon.
Grazie ai punti di giuntura che si vengono a formare questo tipo di processo viene utilizzato per tubature o anche per sistemi a pressione grazie alla sua tenuta molto forte; per la sua resa piacevole all’occhio ci si serve di questo tipo di saldatura quando la parte lavorata sarà visibile.
 

Saldatura a stagno

Utilizzata maggiormente nel settore elettrico o elettronico la saldatrice a stagno è quella più diffusa in assoluto perché permette di unire due componenti in maniera meccanica, come succede per i circuiti stampati. All’interno è presente una resistenza che permette di trasformare l’elettricità in calore ad alte temperature così da poter fondere la lega metallica di stagno e piombo. Molto compatti e pratici sono perfetti anche loro per lavoretti di bricolage: occupano pochissimo spazio e l’utilizzo è particolarmente semplice. Surplus aggiuntivo di questo modello è il basso costo d’acquisto.
 

Accessori fondamentali per il saldatore

Doveroso spendere alcune parole a proposito dei sistemi di sicurezza che dovrai utilizzare per proteggerti durante l’uso della saldatrice. Ricorda sempre che la saldatura utilizza alte temperature pertanto allontanati da parti infiammabili e lavora in un ambiente ventilato così da evitare incendi accidentali che potrebbero danneggiare te e ciò che ti circonda.
Acquista guanti protettivi per le mani, un grembiule in pelle per proteggerti da gocce di metallo fuso ma soprattutto abbi cura dei tuoi occhi: tante le visiere da saldatura in commercio. Si tratta di maschere protettive dotate di sensori, che “vedono” la luce prodotta dalle scintille e oscurano il vetro.
 
Ora che hai tutti gli strumenti per scegliere con criterio la saldatrice, ti aspettiamo online con le nostre proposte di saldatrici!

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Barbecue non ti temo, guida per principianti https://www.eurobrico.com/foto/NOR/bbq_630x467px_11506_1_11508_1.jpg Pasti succulenti e bella figura assicurata. Ma con le giuste attenzioni! https://www.eurobrico.com/it/blog/barbecue-non-ti-temo-guida-per-principianti 11508

In vista dell’estate, la voglia di convivialità aumenta e chi di noi non pensa ad una bella grigliata tra amici? Nell’articolo scoprirai come scegliere il modello giusto di BBQ e gli errori più frequenti!

 

Il pasto per eccellenza, quando si tratta di convivialità nella bella stagione è sicuramente il barbecue, un tipo di cottura importato dagli Stati Uniti: sempre più diffuso, ha gusto senza dover aggiungere grassi o calorie, adatto quindi a tutti quanti bambini e diete comprese!
Tanti sono i modelli, ma una cosa da valutare sempre è la stabilità della struttura: il range di prezzo è molto vario, ma ti consigliamo di spendere quel qualcosina in più per avere un prodotto bello e comodo nel tempo, piuttosto che un barbecue di fascia bassa, instabile e che si muove al minimo tocco. A lungo andare opterai comunque per cambiarlo!


Tipologie di Barbecue


La diffusione marcata di questo metodo di cottura ha spinto il mercato ad offrire sempre più modelli e prezzi così da poter accontentare la più ampia fascia di consumatori: infatti si parte dai più classici barbecue a carbonella, fino ad arrivare a quelli più completi a gas. Ci sono anche quelli a postazione fissa o richiudibili utili da portare ad un picnic o da caricare con facilità in macchina!

Barbecue a legna o carbonella

I modelli a legna o carbonella sono molto diffusi, dal momento che sono “l’origine” di questa modalità. Si va dalle tipologie a valigetta, leggeri ed ottimi a picnic o in campeggio a quelli a carrello utili all’ambiente casalingo da spostare con le ruote di cui sono dotati.
L’utilizzo del fuoco con legna o carbonella implica una difficoltà superiore rispetto agli altri, in quanto la regolazione della temperatura è più complessa. Per farti capire i primi passi, innanzitutto, devi accendere il fuoco e lasciar ardere la fiamma fino ad esaurimento, poi comparirà un sottile strato di cenere sulle braci: questo passaggio ti occupa circa 20-30 min. Vista questa fase preliminare importantissima, calcola bene i tempi di preparazione e cottura! Arrivato a questo punto puoi mettere gli alimenti sul fuoco che avrai tolto dal frigo almeno un’ora prima. Chiudendo il coperchio del barbecue – quelli più moderni ne sono forniti - monitori la temperatura attraverso il termometro posizionato all’esterno e regoli cottura e fumo attraverso le ventole.
Indicativamente, questi sono i passaggi fondamentali del processo. Ma questa è una vera e propria arte che necessita di tanta esperienza.
Una volta finita la cottura, aspetta che le braci si esauriscano in autonomia prima di riporre il barbecue e nel frattempo procedi alla pulizia. Questo evita il rischio di incendi accidentali!
Un optional sempre più ricercato nei modelli a carbonella è la possibilità di affumicare i cibi, attraverso una sezione apposita. Si tratta di un procedimento complesso per cui ti consigliamo un’attenta valutazione solo dopo anni di esperienza con la cottura vera e propria. E’ un attimo rovinare le pietanze con un sapore troppo marcato di affumicato: il risultato sarebbe carne al gusto di posacenere!

 

 

Barbecue a gas

 

Se invece desideri un bbq da utilizzare con maggiore comodità, anche sul balcone di casa, evitando la pericolosità di utilizzare le braci, fumi sgradevoli per i vicini o ceneri che svolazzano nel cortile del condominio, un’opzione che puoi valutare è quella a gas. All’interno di questa categoria è presente una grande distinzione: utilizzare gas con bombole a Gpl, da acquistare in rivenditori specializzati, oppure collegare il barbecue all’allacciamento di metano che hai in casa. Il pro delle bombole, è che puoi scegliere dove posizionare il barbecue di volta in volta: se hai un giardino, puoi decidere di metterti al riparo dall’aria se presente, oppure lontano dal nuovo prato sintetico installato, ma avrai costi mediamente più alti. Se invece scegli l’allacciamento al metano il costo di gas consumato è irrisorio in bolletta, ma dovrai mantenere sempre la medesima postazione in quanto renderai il bbq fisso, anche se dotato di ruote!
Il grande vantaggio dei modelli a gas è che sono estremamente facili da accendere, da usare e da pulire: impiegando dei semplici bruciatori, mantenere la temperatura stabile e riscaldare le superfici di cottura è un gioco da ragazzi! Una volta che accendi i fuochi potrai utilizzare subito le piastre e non dovrai attendere minuti preziosi prima di cucinare: tutto è più uniforme e con la presenza di diversi fuochi, puoi regolare l’intensità di calore in base alla tipologia di pietanze!
Spesso, comprese nel pacchetto ci sono soluzioni con pietra lavica: questo sistema è un modo per simulare la cottura con la carbonella e permette di avere carni più saporite perché il grasso e i succhi colano sulle pietre e successivamente evaporano restituendo il sapore. Ti consigliamo di attendere una decina di minuti dalla loro accensione per beneficiare del sistema.
Quando acquisti un modello a gas valuta bene dove e come vorrai utilizzarlo. Sempre nel tuo giardino, oppure non vuoi rinunciare ad una scampagnata con amici? Ciò ti direzionerà verso l’acquisto di un prodotto più grande con diversi fuochi, o qualcosa di leggero e pratico da riporre e portare in macchina?
Solitamente i modelli funzionanti a gas sono più costosi rispetto agli altri: sono solitamente più accessoriati, soprattutto se desideri più fuochi, cottura con pietra lavica etc!

Barbecue elettrico

 

Ultima opzione che desideriamo farti conoscere, è il barbecue elettrico. Ottimo per l’utilizzo dentro casa perché non fa fumo e pochi odori, non è ingombrante ed è semplice da utilizzare: il più economico tra le tre proposte – senza però contare il consumo elettrico necessario. Solitamente ha a disposizione una superficie ridotta di cottura, quindi comodo per casa, ma per le sole esigenze familiari: già in 4 persone si fa un po’ di difficoltà! Un altro contro della modalità elettrica è che il sapore dei cibi non somiglia al classico barbecue a carbonella, anche se è sempre una valida occasione per variare dalle solite ricette.

 

 

Barbecue, come pulirlo

 

Un consiglio spassionato è quello di pulire sempre la griglia dopo l’uso. Questo, oltre che agevolarti la volta successiva risparmiando tempo, non permette ai resti di cottura di incrostarsi, creare cattivi odori e riduce la produzione di fumo! Immagina di aver cucinato un bel pesce marinato settimane fa, l’olezzo che ritroverai all’interno, non sarà per niente piacevole! Ottima metodologia se hai un modello a carbonella, è quello di lasciar spegnere le braci con all’interno la griglia: ammorbidisce i resti alimentari e permette la pulizia più facile. Poi utilizza la spazzola apposita per togliere le incrostazioni. Non utilizzare detersivi con particelle abrasive, potrebbero rovinare i componenti!

 

 

Errori più frequenti

 

Per concludere, vogliamo darti dei consigli anche sull’approccio pratico di questa cultura gastronomica sempre più diffusa e che permette momenti conviviali e di sane scorpacciate.

 

  • Non accendere il fuoco con liquidi infiammabili: utilizza sempre appositi prodotti per evitare fumi chimici per te e anche per le pietanze che cucini. Quello che mangiamo, assorbiamo!
  • Non ti dimenticare di monitorare la temperatura all’interno del bbq. Per una cottura ottimale sono necessari gradi sempre costanti, così da avere tempi lunghi di cottura. Non controllare l’andamento è il primo passo per l’insuccesso! La temperatura soggetta a sbalzi determina poi carne dura e asciutta: tieni i gradi nel range 100- 120° C tenendola stabile inizialmente quando le braci sono pronte e successivamente attraverso la ventilazione. Un ottimo aiuto è l’utilizzo di un termometro con sonda!
  • Affumicare troppo. Un buon barbecue è delizioso con un leggero sentore di fumo, se troppo presente rischi di rovinare le pietanze. Ricorda sempre di utilizzare le essenze di legno adatte, senza resine e stando lontano da scarti di mobili trattati o altro materiale che legno alla fine, non è!
  • Non continuare ad aprire il coperchio! Fidati del termometro e vedrai che il risultato sarà perfetto. Aprire spesso il vano cottura determina sbalzi di temperatura e come detto prima, significa carne dura e asciutta. Si dovrebbe aprire solamente per aggiungere marinature o spezie, oppure per girare le pietanze e la bibbia del barbecue ricorda che si dovrebbe fare una sola volta!
  • Fai riposare la carne prima di servirla. Ottima prassi è quella di tenere in caldo il cibo, ma non servirlo subito quando pronto: in questo modo eviterai i fastidiosi succhi, colati nel piatto di portata!
 
Ora sei pronto a scegliere il modello giusto per le tue esigenze e anche di cimentarti con le giuste basi al mondo della griglia. Noi ti aspettiamo sul nostro sito oppure nei nostri punti vendita, con prodotti sempre nuovi e aperti ad ogni possibilità di tasche e di dimensioni/accessori.
Ventilatore o climatizzatore, quale fa per te? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/ventilatore_630x467px_1_9240_1.jpg D'estate le temperature si fanno sentire, preparati a valutare cosa ti serve per affrontare la calura! Sei tipo da ventilatore o condizionatore? https://www.eurobrico.com/it/blog/ventilatore-o-climatizzatore-quale-fa-per-te 9240

La stagione estiva si avvicina ed è giusto pensare con anticipo alle soluzioni disponibili per non soffrire il caldo torrido all’interno di casa. Soprattutto nelle città, le alte temperature si sono fatte sentire in particolare negli ultimi anni e devi far attenzione a diverse cose, prima di capire cosa fa al caso tuo. Chiarisciti le idee continuando a leggere!

 

 

Sicuramente appena si parla di raffrescamento da interno, si pensa a ventilatori e condizionatori, i due prodotti più diffusi e conosciuti del mercato. Ognuno di essi ha diversi punti di forza ma anche difetti da dover considerare: non esiste la risposta corretta in valore assoluto, alla domanda “quale dei due prodotti è meglio”. Entrambi sono una soluzione valida a seconda delle situazioni che ognuno di noi ha!
Partiamo con i primi.


I ventilatori


I ventilatori sono in commercio da tantissimi anni e con il passare del tempo si sono evoluti molto. Tra i modelli a piantana, da tavolo o da soffitto ci sono infinite possibilità di scelta, ma quando preferire un ventilatore rispetto ad un impianto più completo di condizionamento?
Il ventilatore riesce a raffrescare gli ambienti tramite il movimento delle pale che, smuovendo l’aria circostante, può offrire un abbassamento delle temperature fino a 10°. Si tratta di un funzionamento molto semplice che dà il meglio di sé se gli ambienti hanno una metratura limitata, in quanto l’aria smossa dalle pale non può raggiungere tutte le zone di casa da un punto solo: se si vogliono raffreddare più punti o zone più ampie, è necessario collocare diversi ventilatori. Dal momento che l’installazione dei ventilatori è molto semplice e il budget necessario è basso, potresti anche valutare di acquistare più di uno per coprire tutta casa.

Il ventilatore da soffitto


Il prodotto più acquistato di questa categoria è quello a soffitto. Permette di rinfrescarti, di illuminare e di non occupare posto in casa, dal momento che viene appeso sopra la testa: molto quotato per sostituire l’aria condizionata che ad alcuni procura fastidiosi inconvenienti come emicranie, dolori muscolari e cervicali, è una scelta saggia quando in casa sono presenti anziani o bambini perché non crea forti correnti d’aria. Per chi non lo sapesse, l’area del pavimento interessata del flusso d’aria creato sul soffitto è doppio di diametro rispetto a quello delle pale: calcola dunque bene le dimensioni del prodotto da acquistare! Il diametro delle pale è un fattore molto importante di scelta in quanto maggiore è il diametro delle pale, più aria riuscirà a spostare! Solitamente, tieni a mente che per una stanza di circa 15 m2, un diametro di 100 cm è più che sufficiente. Fino a 35m2 puoi optare per una dimensione di 160cm, oltre valuta più punti di ventilazione.
Inoltre, si tratta di un’ottima soluzione anche per diffondere meglio il calore del riscaldamento invernale verso il basso; potrai così ovviare ad avere sempre i pavimenti freddi e contrastare l’umidità per tutto l’anno!
Per le modalità di funzionamento ti consigliamo di optare per la reversibilità di rotazione ottima per rendere confortevole l’ambiente nel quale farai l’installazione, un interruttore comodo da avere sottomano con quello a parete o a telecomando, ma ci sono anche modelli con possibilità di programmazione.
Per ottimizzare gli spazi, molti ventilatori a soffitto montano luce incorporata: non dovrai installare anche l’illuminazione, è già tutto compreso!
Ultimo punto importante è valutare se ti serve la regolazione in altezza: per un’installazione ottimale, il ventilatore deve essere ad un’altezza ben precisa da terra. Se hai un soffitto più alto di 3m, ricorda di prendere un modello con questa possibilità!


In commercio ci sono tantissimi modelli diversi, i migliori sono anche minimali e con grandi a luci a led, così da togliere quell’aspetto da hotel alla stanza. Se hai intenzione di posizionarlo in una stanza o in studio, dove potresti passare diverso tempo, assicurati di scegliere un modello silenzioso in quanto non tutti sono silenziati a dovere!
La manutenzione è quasi assente, quindi puoi valutare l’acquisto di un ventilatore con serenità, soprattutto se sei un una zona dove il caldo non è eccessivo: questo perché smuove l’aria già presente e non la modifica nè in temperatura, né nel tasso di umidità della stessa. Inoltre, ricorda che è buona prassi pulire bene le vicinanze, altrimenti polvere e sporco, verranno spostati e messi in circolazione! Fattore importante da valutare per chi soffre di allergie.

 

Condizionatori

 

La funzione dei condizionatori, rispetto ai ventilatori appena analizzati, è quella di cambiare la temperatura interna di un ambiente, raffreddandola. Questo avviene tramite un motore che funziona attraverso i principi della termodinamica.
In commercio esistono appunto diversi tipi di condizionatori e la grande distinzione è quella tra fissi e portatili.
I primi vengono solitamente installati in ambienti ampi e anche per questo motivo, hanno costi generalmente più alti. E’ necessario l’intervento un tecnico specializzato che oltre l’installazione ti può consigliare il luogo perfetto e tutti i lavori necessari per il corretto funzionamento. Eh si, perché per montare un condizionatore fisso, non serve solo una parete dove fissarlo, ma anche il pescaggio dell’aria dall’esterno e quindi i tubi per permettere questo passaggio. Per scegliere, è necessario prima di tutto sapere quante stanze dobbiamo raffrescare e la grandezza delle stesse: in questo modo, insieme al tecnico, puoi valutare se utilizzare un condizionatore fisso con un solo split, oppure split multipli. O infine un condizionatore portatile.
Quelli portatili invece non necessitano di tubi che portano all’esterno e possono essere spostati in ogni stanza tramite delle comode rotelle. Attenzione però ai consumi derivati dalle classi energetiche non propriamente alte e il sistema di carico della condensa: un recipiente che va scaricato periodicamente e per cui si deve avere sempre attenzione.

 

I pro sono sicuramente presenti per entrambi i tipi, in quanto offrono una refrigerazione omogenea senza zone scoperte come può succedere con i ventilatori.
 
Ora sei pronto a valutare quale prodotto è meglio per le tue esigenze. Affidati sempre ad una ditta specializzata per i climatizzatori, è necessario per legge!

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4 Domande da farti quando scegli l'arredo esterno https://www.eurobrico.com/foto/NOR/arredo_giardino_630x467px2_11481.jpg Tanti tipi, tante dimensioni, tanti usi! L'arredo esterno è un fattore importante per i momenti estivi! https://www.eurobrico.com/it/blog/4-domande-da-farti-quando-scegli-l-arredo-esterno 11506

Ah, la primavera! Le giornate si allungano, gli uccellini cantano e la voglia di stare all’aria aperta aumenta: infatti questo è il momento perfetto per pensare di arredare il giardino per renderlo un luogo perfetto dove passare serate di relax in compagnia di un buon libro, oppure per un pranzo gustoso con amici.


Scopriamo insieme a che cosa fare attenzione quando scegli l’arredo esterno!

 

 

Per fare una scelta ottimale, basata sulle tue reali esigenze parti da queste 4 domande:

  1. Quanto grande è lo spazio di cui dispongo?
  2. Per quale attività desidero acquistare gli arredi?
  3. Che tipo di stile ha la mia casa?
  4. Qual è il materiale giusto?

Quanto grande è lo spazio?

Si tratta di un semplice balcone per due, un ampio giardino floreale oppure un ritaglio di prato attorno a casa?
Lo spazio è da sempre una delle criticità durante la fase di arredamento: uno dei più grandi vincoli che determinano una scelta piuttosto che un’altra. Se hai un piccolo balcone che vuoi sfruttare al meglio non solo per piante o per la spazzatura, avrai bisogno di acquistare dei modelli richiudibili: ti permette di riporre tutti gli elementi quando non li utilizzi, senza ingombrare. Se hai invece, un balcone abbastanza grande per un tavolo da pranzo e qualche sedia, ti consigliamo un modello allungabile così da non rinunciare a qualche occasione con amici o parenti. L’estate è anche improvvisazione, goditi questa magia dell’ultimo minuto!
Per ampi giardini, potrai cominciare a viaggiare con la fantasia! Un angolo relax con panchina, poltrona o amaca; un’area giochi con scivolo, altalena e materassini! Vuoi una zona pranzo? Ecco che compaiono set di sedie coordinate al tavolo e un ombrellone per le ore più calde, oppure se preferisci l’aperitivo, dei confortevoli divanetti… Insomma, soluzioni ce ne sono quante ne vuoi, stai però attento a disporle nel modo più pratico possibile.
Giardino modesto intorno a casa? Scegli modelli versatili e semplici da spostare qualora avessi un ospite in più! Metti bene a fuoco le tue esigenze prima di cadere in acquisti fantastici ma poco in linea con le reali necessità! Inoltre, fai attenzione ad avere posto necessario per quando arriverà l’inverno: hai un box o un garage dove riporre tutto? I mobili sono smontabili o richiudibili? Dettagli semplici ma che possono rendere difficile la transizione tra le stagioni!

 

Quale attività desideri fare in giardino?

La vera essenza di scelta sta nel determinare le tue aspettative rispetto gli acquisti! Ognuno di noi si immagina già come voler vivere, come voler riempire e come utilizzare alcuni spazi. Fare il focus su questi dettagli ti permette di ponderare nel minimo dettaglio ma non dimenticarti che modo uso e spazio disponibile, sono molto connessi tra loro!
Ovviamente ogni prodotto viene studiato per soddisfare alcune esigenze, ma non si riesce ad accontentarle tutte: un tavolo con sedie, sarà meno adatto per rilassarsi al sole come può essere un divanetto, un lettino o un’amaca. Ma tra questi, è il migliore in caso di pranzi o cene!
Pertanto, cos’è che vuoi fare con il tuo arredo esterno? Se sei abituato a vivere gli attimi in intimità o in coppia, puoi optare per una panchina in ferro battuto da posizionare all’ombra di un salice o di una betulla: ti accompagnerà in chiacchierate intime o in letture illuminanti. Un set in metallo ripiegabile da due posti è ottimo per mangiare sul balcone cittadino.
Se hai più spazio ed hai la possibilità di inserire un bel tavolo con sedie, potrai invitare gli amici per un banchetto gustoso; altrimenti, per allegri apertivi scegli un coffee set o divanetti e poltrone coordinate, linee comode per far vivere il relax nel migliore dei modi!
Però, il miglior modo per rilassarsi profondamente rimangono i lettini, un morbido dondolo, le amache all’ombra di un albero oppure una semplice sdraio per i posti meno spaziosi!

 

 

Tutta questione di stile.

Ricordati sempre, che se decidi di arredare la parte esterna, devi mantenere un gusto estetico che si rifà all’interno: il giardino è un prolungamento della casa e non un’area a sé stante, soprattutto in casi come terrazze, balconi o verande!
Ecco, se avrai ben in mente questo dettaglio, ti sarà più semplice determinare lo stile dei nuovi arredi: se la tua casa è ammobiliata con stile moderno, puoi valutare linee piene ma essenziali con l’alluminio o le resine.
Con un gusto orientale e rustico, sarà perfetta tutta la gamma in legno o il Rattan, invece per qualcosa di più classico pensa al romanticismo del ferro battuto.
 

Qual è il materiale giusto?

E qui arriviamo all’ultima domanda: quale materiale scegliere per l’arredo esterno?
Sembra una domanda banale, ma su questo si basa il prezzo, la manutenzione, la pulizia e anche la durata del prodotto!
Sostanzialmente esistono cinque categorie di materiali e ciascuna di esse ha caratteristiche e proprietà differenti:
  • Legno;
  • Alluminio;
  • Acciaio e Ferro;
  • Rattan sintetico - Polyrattan;
  • Resina o Polipropilene.
Andiamo in ordine.

 

Legno
Con un sapore esotico, che si associa subito alle zone relax di strutture ricettive, le essenze utilizzate possono essere svariate e ognuna di loro si posiziona in una determinata fascia “di qualità”.
  • Nella fascia più alta, classe 5, c’è il legno di Itauba una pianta che cresce nel Sud America, resistente a funghi e insetti. E’ imputrescibile e te lo consigliamo qualora tu sia in una zona costiera, a contatto con venti e salsedine.
  • Il teak è un’ottima scelta di classe 4, resistente a termiti e funghi.
  • L’acacia sa difendersi bene da umidità, insetti ed è imputrescibile. Più economico rispetto gli altri due, si trova in classe 4.
  • Il legno di Pino, sempre in fascia 4 se impregnato a dovere. E’ una buona scelta per risparmiare!
  • Infine, troviamo il legno di Eucalipto molto diffuso in commercio, classificato in fascia 2: sopporta bene insetti e funghi, più economico rispetto al Teak.
  • Il rattan deriva da una specifica liana intrecciata, resistente e molto leggera, scelta ottima se ami lo stile esotico!
Ricorda, è importante acquistare il legno in modo sostenibile e attento alle esigenze climatiche. Scegli sempre prodotti certificati FSC e PEFC da foreste controllate.
Manutenzione: se hai essenze esotiche, utilizza oli specifici per evitare che il legno diventi grigio con il tempo una o due volte l’anno; altrimenti un impregnante è perfetto per il legno di Pino! Inoltre, copri o riponi lontano dall’umidità il tuo set durante l’inverno, lo aiuterà a farti felice per più tempo!

 

Alluminio
Con linee essenziali, leggere e moderne, l’alluminio riesce ad arredare con semplicità ed effetto. Questo materiale è molto resistente alla ruggine e anche alla salsedine: casa al mare, non ti temo!
Si tratta di mobili molto leggeri, ottimi per essere spostati con facilità o riposti senza trasportare pesi eccessivi. Attenzione però: leggerezza significa anche spostamento in caso di forte vento. Valuta bene se la tua zona subisce spesso raffiche pericolose per il tuo set, ma soprattutto per te e i tuoi vicini!
Spesso l’alluminio viene abbinato ad un tessuto sintetico, il Textilene: non scolorisce e resiste all’umidità. Ottimo compromesso!
Per la pulizia, utilizza una semplice spugna non abrasiva con detergente neutro e se vuoi esistono anche prodotti specifici per ravvivare la lucentezza.
Anche in queto caso, ricorda che se hai necessità di riporre l’arredo durante la stagione fredda, non sistemare i componenti direttamente sul pavimento. Per evitare graffi, posiziona un telo o del tessuto per terra e sistemalo anche tra un pezzo e l’altro: la primavera successiva troverai di nuovo il set intonso!

 

Acciaio e Ferro
Mobili pesanti e molto resistenti, hanno delle linee classiche e molto romantiche. E’ bene ripararli dal sole e dalla pioggia: tendono a scaldarsi nel primo caso e potrebbero arrugginire nel secondo. I modelli in acciaio verniciato sono molto resistenti agli agenti atmosferici e sono adatti anche ad un uso intensivo. Ti consigliamo di fare dei trattamenti specifici per la ruggine, così da mantenere sani tutti i componenti!
La pesantezza li rende perfetti per zone dove il vento si fa sentire: non voleranno via!
Anche in questo caso, se riponi il set, fai attenzione a non graffiarlo. Ogni lesione può significare ruggine nella stagione successiva!

 

Rattan sintetico o Polyrattan
Come visto prima il Rattan è un tipo di liana intrecciata: ebbene si sa, quando un materiale naturale funziona, c’è quasi sempre un’imitazione sintetica e più economica: il Polyrattan, una rappresentazione in fibra di polietilene riciclabile, rispecchia totalmente l’aspetto esteriore! Un’alternativa economica ma resistente, adatto a raggi UV, pioggia e tutto quello che l’esterno può offrire. Fai attenzione perché più il set è economico, più probabilmente è meno durevole rispetto ai concorrenti di fascia più alta!

 

Resina o Polipropilene
La resina è ovviamente un materiale sintetico molto quotato in quanto può acquisire forme, dimensioni e colorazioni molto varie. Insomma, il design non ha limiti con questo materiale! Resistente ai raggi UV e idrorepellente.
 
Per questi ultimi due materiali plastici, la manutenzione è minima, solo un consiglio: prima di acquistarli, pensa allo spazio di cui disponi per riporli durante l’inverno. Questa tipologia di set, non è richiudibile, pertanto o valuti di poterli smontare ogni anno, oppure devi optare per qualcosa di più pratico!

 

Protezione dall’inverno
Ci sono tantissime coperture studiate appositamente per tutto l’arredo esterno, anche per i barbecue: devi trovare quello delle misure corrette e della grammatura che cerchi.
Se ricopri l’arredo per l’intera stagione, durante le belle giornate invernali, scoprilo così da farlo respirare ed evitare umidità e condensa, soprattutto per le essenze di legno naturale!

 

Mobili da giardino con i pallet
Vuoi avere una soluzione completamente personalizzata? Costruisciti un divanetto con gli ecopallet! Rivalutati da qualche anno, sono una soluzione versatile, originale ed economica. Oltre la struttura, pensa a comodi cuscini da apporci, il relax non può essere scomodo!
Tanti divani, una sola casa: scegli il migliore per te https://www.eurobrico.com/foto/NOR/divano_630x467px_9719_1.jpg Il divano è un componente importantissimo in una casa. Ecco le giuste domande per non effettuare scelte sbagliate! https://www.eurobrico.com/it/blog/tanti-divani-una-sola-casa-scegli-il-migliore-pe 9719

Se per te è arrivato il momento di pensare ad un nuovo divano, questo è l’articolo giusto. Affrontare la scelta di un componente d’arredo così importante potrebbe metterti un po’ sotto pressione ma non temere: ora affrontiamo insieme tutti i punti cardine da valutare durante la scelta del sofà.  Ti daremo gli spunti corretti per valutare al meglio le caratteristiche dell’ambiente di cui disponi, per poter capire cosa è meglio per te e per l’utilizzo che fai della stanza dove inserirai il nuovo mobile. Infatti, capire qual è il modello giusto, dipende da diversi fattori. Quindi, iniziamo!

Come scegliere il divano?


Comincia con il farti le giuste domande, per poi arrivare alle giuste risposte!
Elementi fondamentali a cui pensare:

  1. Quanto è grande la stanza e quali sono i suoi punti di forza;
  2. Di che forma vorresti il sofà;
  3. Quanto budget hai a disposizione;
  4. A quali esigenze vuoi rispondere attraverso il nuovo acquisto;
  5. Ambientati tra colori, texture e materiali;
  6. Ultimi accorgimenti.


Studia lo spazio e la forma della stanza


Uno dei vincoli principali quando devi arredare una casa o una stanza, è sicuramente lo spazio a disposizione: ciò determina le possibilità che hai eliminando quelle che non valorizzano l’area circostante. Il divano è un elemento importante nella zona living, devi sapere cosa c’è intorno ad esso!
Quindi non fare l’errore di andare in uno showroom e acquistare un prodotto senza aver valutato attentamente gli elementi già presenti nella stanza come mobili, apertura di finestre caminetti, stufe o termosifoni. Una cosa molto utile, è quella di disegnare l’ingombro massimo che puoi occupare con il sofà e prendine nota quando andrai ad un venditore esperto: ti puoi aiutare con un nastro adesivo applicato al pavimento, in questo modo capisci quanto posto ti rimane dai lati e se i passaggi sono compromessi o meno. Questo ti aiuterà a valutare non solo la dimensione del divano da acquistare ma anche le opzioni extra come poltrona relax estensibile, un divano letto etc.

Quale divano scegliere

Le forme di sofà in commercio oramai sono le più disparate. Puoi optare per modelli classici oppure più audaci e moderni: questo dipende molto anche dai tuoi gusti! Inoltre, ricorda che lo dovrai accostare a tutti gli elementi già presenti e all’uso della stanza in cui lo posizioni!

 

Divano singolo a 2 o 3 posti
Il più classico dei classici è il divano rettangolare da sempre presente nelle nostre case fin dagli anni 30. Ottimo da inserire in ambienti ristretti, solitamente è grande dai 150 ai 185 cm per quello a due posti, dai 200 cm in su per quello a tre. Questo modello, nella sua semplicità è molto versatile: spesso per valorizzare case con ridotte capacità di posto viene inserito un vano contenitore, con poltrone relax oppure pouf, per aumentare il comfort e il relax casalingo. Il pouf è anche versatile in quanto ti regala una seduta aggiuntiva qualora ne avessi bisogno!
Capita che nei living siano presenti porte finestre che ti impediscano di posizionare un divano con penisola nonostante lo spazio utile sia disponibile. Valuta quindi di abbinare un divano due posti ad un suo fratello più grande con chaise longue. Abbinata classica, che sfrutta bene gli spazi e ti permette un comfort migliore!

 

Divano angolare o con penisola
Se lo spazio te lo consente, valuta di inserire un modello ad angolo. Con un solo pezzo riesci a riempire una grande stanza, con possibilità di diverse sedute che riesce ad ospitare anche amici e parenti per feste e occasioni!
Questi modelli sono spesso utilizzati per suddividere gli openspace: la sala da pranzo diventa subito una zona relax con un divano come spartiacque: basta rivolgere lo schienale verso il tavolo, in questo modo non sarà necessario tagliare in due una stanza soprattutto a livello di ingombro visivo!

Quanto vuoi spendere?


Tutti noi dobbiamo farci i conti in tasca per far quadrare il bilancio familiare: valuta la tua disponibilità economica così da affrontare la spesa con serenità e sapere quali fasce di prezzo ti puoi permettere. In questo modo risparmierai tempo ed energie visitando solo gli showroom di prodotti in linea con le possibilità eliminando concorrenti di fascia alta. Questo aiuta anche a dirigerti subito verso il modello e le caratteristiche giuste evitando così di sognare prodotti non adatti alla tua casa!
Un buon approccio è quello di non spendere tutto. Se devi sostituire il vecchio divano e basta, va bene, ma se hai una zona vuota da arredare, pensaci bene! Potrebbe essere utile spendere meno per il sofà ma tenere da parte qualcosa per arricchire l’ambiente tramite una bella lampada, un tavolino coordinato, un pouf, una poltrona o qualsiasi elemento che può valorizzare sia lo spazio che il divano stesso.
Sarebbe un peccato ritrovarsi al verde con ancora parte dell’arredo a cui pensare!


A quali esigenze vuoi rispondere?


L’utilizzo del divano in casa può essere molteplice: una zona relax dove conversare con gli ospiti, un posto dove rilassarti in solitudine con la televisione, della buona musica o un libro. Un luogo dove sistemarti con il pc per lavorare da casa, o qualcosa di comodo per accogliere bambini o amici a 4 zampe. In base a questi elementi puoi capire quale modello, ma soprattutto la morbidezza dell’imbottitura: sarebbe poco confortevole averlo troppo rigido per la zona relax e troppo morbido per conversare!
Per arredare correttamente la zona conversazione poni al centro un tavolino per appoggiare bibite, drink o qualsiasi oggetto utile alla stanza. Se invece prediligi il relax davanti alla tv, posiziona correttamente gli oggetti per avere una visione comoda e alla giusta distanza! Se sei un lettore accanito, ricorda di illuminare correttamente l’area; per ultimo, se posizioni un divano letto abbi l’accortezza di prendere un modello comodo con un materasso vero e non con i cuscini dello stesso!


La comodità di questo componente d’arredo è importante. Ci sono alcuni dettagli ergonomici da sapere:

  • Il sedile deve essere abbastanza alto da garantire l’appoggio dei piedi al pavimento;
  • I braccioli devono aiutare il collo permettendo l’appoggio delle braccia;
  • Lo schienale deve essere della stessa lunghezza della spina dorsale.

Se la postura è un punto per te importante, segui queste accortezze! Non sempre i modelli di design garantiscono comodità per tutti i nostri momenti.

Che tipo di rivestimento scegliere?


Il mercato offre tantissime possibilità di rivestimenti che spaziano dai materiali naturali a quelli sintetici. Dalla pelle, similpelle o ecopelle, dal cotone o lino continuando con le microfibre.
La decisione sta anche in questo caso, nel modo in cui utilizzerai il divano e chi ci siederà sopra. La pelle è un ottimo materiale durevole, resistente e di pregio ma che determina un costo di acquisto piuttosto alto e che necessita di cure: hanno bisogno di prodotti specifici per evitare lo screpolamento e l’invecchiamento della superficie. Te lo sconsigliamo se hai degli amici a 4 zampe che si accoccolano spesso vicino a te, rischierebbero di graffiarlo con le loro zampette!
Se ti piace l’effetto della pelle ma senza dover spendere un patrimonio, ti indirizziamo verso la similpelle un’alternativa sintetica che si avvicina di molto al materiale “padre”. Attenzione però: similpelle ed ecopelle non sono la stessa cosa. Dirigiti sul primo, il secondo materiale te lo sconsigliamo vivamente per l’utilizzo di un divano!

Invece, i rivestimenti in tessuto sono quelli che vanno per la maggiore, pratici da tenere e tanti toni a disposizione! Sono materiali traspiranti, gradevoli e talvolta impermeabili che danno colore e allegria ad un’ambiente da ravvivare; studiati apposta per essere resistenti alle macchie di qualsiasi genere, trattandoli solo con un panno bagnato.
Se hai animali o bambini in casa, ti consigliamo i modelli sfoderabili, così da poter lavare i tessuti anche se macchiati! Ottimo modo per nascondere le macchie è quello di scegliere una trama geometrica invece che la classica tinta unita.
Se invece hai uno spazio piccolo, utilizza toni pastello e tinte chiare: faranno sembrare l’area più ampia e senza appesantire l’occhio, soprattutto se si trova vicino all’entrata di casa!

 

Ultimi accorgimenti
Prima di fare qualsiasi azione di acquisto di un nuovo sofà, controlla che lo stesso possa passarci da porte, finestre, che sia trasportabile con un ascensore o tutti i posti in cui dovrà passare per arrivare in appartamento. Sembra scontato, ma non lo è! E sarebbe brutto dover noleggiare un’autoscala per il semplice cambio del divano!
 

Ora sei pronto per andare negli showroom della tua zona e vedere cosa ti offre il mercato. Il nostro sito ti aspetta con soluzioni economiche perfette per arredare una casa al mare, un appartamento da affittare o se vuoi semplicemente risparmiare!

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Le 5 domande da farsi prima di acquistare un robot rasaerba https://www.eurobrico.com/foto/NOR/robot_630x467px_11448_1.jpg Come scegliere il modello giusto per le tue specifiche esigenze! https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-all-acquisto/le-5-domande-da-farsi-prima-di-acquistare-un-robot 11448

Tagliare l’erba senza fatica è il tuo sogno? Vorresti dedicare quel tempo ad altre attività più soddisfacenti? Pensa a tutte le ore durante l’anno che utilizzi per tagliare il prato con un risultato che dura al  massimo qualche settimana? Ora puoi stare seduto in tutta comodità, semplicemente acquistando un robot rasaerba che fa il lavoro al posto tuo. Vediamo come orientare la scelta al prodotto corretto per te.

 

Prima di tutto, capiamo insieme cosa comprende il set di cui è composto questo prodotto. Si tratta di un kit completo di:
•    Stazione di ricarica
•    Cavo esterno perimetrale (se si tratta di un modello che lo utilizza)
•    Cavo guida – se necessario.


Bene. E ora partiamo dalle domande corrette da farsi in ordine di importanza.


1.    Di quanti metri è composto il mio giardino?
2.    Come è fatta la morfologia del terreno? E’ scosceso, accidentato, composto da più zone, diviso da passaggi pedonali o aiuole?
3.    Come desidero mappare il terreno, tramite filo oppure GPS?
4.    Che modalità di ricarica preferisco?
5.    Altre considerazioni.


Analizziamole nel dettaglio.

Di quanti metri è composto il mio giardino?

La metratura del giardino è un fattore molto importante: da qui si basano le caratteristiche tecniche, gli accessori e il prezzo! Tutte considerazioni importanti nella fase di scelta.
Infatti, un trattorino studiato per piccole/medie dimensioni non potrà ovviamente provvedere a lavorare una metratura non adeguata alle sue possibilità: rischierebbe di perdere il segnale della stazione base, potrebbe risentirne anche il motore e la funzionalità intera sottoponendolo ad un’usura eccessiva.
Per giardini entro i 200-400mq, sono sufficienti robot con caratteristiche standard e quindi anche con prezzo contenuto. Valuta la morfologia del terreno per trovare la soluzione perfetta per te!
Con dimensioni più elevate che vanno dai 400 ai 1000 mq, avrai bisogno di modelli più performanti di tipo professionale o semi professionale. Oltre i 1000 metri, ti consigliamo di acquistare un trattorino tagliaerba guidabile.

Morfologia del terreno

Non tutte le superfici sono fatte allo stesso modo, per questo è giusto valutare lo stato dell’area da trattare. Potresti avere parti sconnesse, pendenze, oppure aiuole, nulla di più facile in un giardino! In base a questi fattori, dovrai fare una scelta oculata.
I robot rasaerba hanno in dotazione dei sistemi di rilevamento e di sicurezza, su cui ovviamente ricade anche il costo del prodotto stesso: quelli più equipaggiati avranno un costo medio più elevato di quelli con una dotazione base.
Soprattutto se hai pendenze sopra il 30% e aree scoscese ti consigliamo di valutare un prodotto con trazione integrale e con ruote più grandi, così da evitare il ribaltamento della struttura. Altro vantaggio è che ruote più grandi aiutano il robot a procedere con disinvoltura anche in caso di terreno morbido o ostacoli naturali come rami o foglie.
Ma l’erba tagliata, che fine fa?! D’ora in poi non dovrai più preoccuparti di dove mettere i “rifiuti organici” derivati dal lavoro di taglio erba. Tutti i trattorini dispongo della tipologia di taglio mulching che non prevede la raccolta dei fili d’erba recisi ma gli stessi vengono posti direttamente sul manto erboso: nel dettaglio consiste nello sminuzzamento e la distribuzione dell’erba che si decomporrà velocemente e rilascerà le sostanze nutritive al di sotto, come se fosse concime. Questo procedimento la rende più verde e resistente!

 

Mappatura del giardino

Fase importantissima che serve ad “insegnare” al robottino in quale area dovrà lavorare: non lo vedrai tagliare i tulipani appena piantati nell’aiuola!
In commercio, si trovano due principali sistemi per poter mappare l’area interessata: il filo perimetrale oppure il GPS. In entrambi i casi ci sono pro e contro, vediamoli.
Il primo è un metodo semplice ed efficiente: devi curarti di posizionare il cavo con gli appositi picchetti che lo terranno fisso al suolo affinché non intralci il robottino. L’alternativa è quella di interrare a circa 3 cm da terra. Entrambi richiedono un po’ di pazienza e olio di gomito, ma garantiscono un segnale sicuro e prestazioni migliori.
Il GPS sfrutta le coordinate geografiche attraverso le mappe satellitari: molto più comodo del filo, ma non assicura la stessa efficienza qualora il segnale non sia costante o abbastanza potente. Sempre tramite questo sistema il robottino memorizza le aree dove non è ancora passato, per non fare doppio lavoro sulla stessa zona ed è anche di aiuto in caso debba ritornare alla base di ricarica nonostante non abbia completato l’area da trattare, magari per colpa della batteria scarica.
Un accessorio presente nei modelli più avanzati è la mappatura multizona, utile per quei giardini con diverse conformazioni e per cui è necessario assegnare una tipologia di lavoro diversa, per esempio aree verdi alternate a passaggi cementificati o aiuole. Il robottino memorizza gli spazi e aziona le lame solo nelle suddette aree!

Modalità di ricarica

Questi tipi di tagliaerba utilizzano un motore elettrico: oltre che avere un impatto positivo verso l’ambiente rispetto ai classici motori a scoppio, non necessitano di interventi di manutenzione! Inoltre, il livello sonoro non supera i 68db durante il funzionamento: niente più vicini che si lamenteranno per rumori fastidiosi o conversazioni disturbate!
Esistono due principali metodi di alimentazione: motore elettrico alimentato a filo oppure una batteria ricaricabile agli Ioni di Litio.
Nel primo caso, il robottino ha una durata quasi infinita dato che si ricarica elettricamente all’interno della sua base. Ovviamente per funzionare è necessaria la costante presenza della corrente e la vicinanza presso un’abitazione.
In presenza di una batteria, il prodotto sfrutta l’energia data dalla stessa e non è necessario tenere sempre collegata la base di ricarica alla corrente elettrica. E’ adatta per essere usata in qualsiasi situazione e/o condizione con un consumo di pochi kw/h durante l’utilizzo, con una percentuale di scarica che si aggira intorno al 5% al mese, quando non lo utilizzi e interventi di manutenzione praticamente assenti. Devi solo valutare di cambiare la batteria quando sarà esaurita, ma dopo diversi anni dalla data di acquisto.
Altro metodo di ricarica meno noto, è quello dell’energia solare tramite un pannellino posto sopra il dorso del robot. Attenzione però: necessita sempre della presenza del sole per poter funzionare!

 

Altre considerazioni

Dimensioni e peso
Un fattore su cui non ci si sofferma molto, durante la scelta del modello giusto per le nostre esigenze, riguarda il peso e le dimensioni del prodotto: solitamente un robottino si aggira intorno ai 50/60 cm di lunghezza e con peso tra i 6 e i 15 kg al massimo. Concetti utili se disponi di spazi o passaggi stretti dove devi considerare la possibilità del tagliaerba di poter passare agevolmente, tenendo conto anche della presenza di sensori studiati per evitare ostacoli e collisioni.
Oltre ciò, queste caratteristiche compatte sono ottime per lo stoccaggio: nelle case moderne il posto a disposizione è sempre meno!

 

Programmazione
Attualmente in commercio è diffusa la possibilità di programmare il robottino in automatico: devi impostare l’ora di partenza e i giorni della settimana. In questo modo puoi dimenticarti di avere un prato da tagliare per diversi giorni, lui si muove in maniera completamente autonoma nelle ore programmate.

 

Sensori anticaduta e antipioggia
Se sei interessato a questi accessori, dovrai fare attenzione e scegliere i modelli che montano tali sistemi: quelli di fascia bassa non dispongono di tecnologie così avanzate, che ovviamente fanno lievitare il prezzo.
I primi aiutano il robottino a “visualizzare” il manto erboso ed evitare buche o scalini che lo farebbero ribaltare e dunque fermare; semplicemente cambia percorso e continua a lavorare nelle circostanze.
Il sensore antipioggia permette al dispositivo di interrompere il lavoro quando piove, tornando alla base di ricarica. E’ consigliabile evitare il taglio erba durante le intemperie o in presenza di pozze d’acqua nel giardino, a protezione del motore e di tutto il macchinario.

 

Connettività
Oramai, nell’era di internet, anche i trattorini tagliaerba sono connessi alla rete wifi di casa o addirittura allo smartphone, tramite un app: gestire il dispositivo da remoto, programmandolo, cambiando le impostazioni di base e tanto altro, a seconda del livello di automazione del sistema. I più tecnologici permettono anche la mappatura dell’area di taglio, impostando il percorso e le zone dove si vuole far lavorare il tagliaerba.
Oltre ciò, è possibile ricevere notifiche per quanto riguarda guasti, interventi di manutenzione, avvisi di funzionamento e anche la percentuale di batteria rimanente. Tutto è molto importante per tenere sott’occhio lo stato generale di salute. Anche considerando l’investimento fatto, potrebbe essere un buon modo per garantire una lunga vita al tuo nuovo acquisto!

 

Sistemi di sicurezza e antifurto
I migliori robot automatici sono anche dotati di sistemi di sicurezza e antifurto, per “assicurare” la spesa appena fatta.
Prima di tutto i costruttori inseriscono le lame nella parte posteriore: questo evita il rischio di tagliarsi. Anche se il robottino viene a contatto con superfici od ostacoli non porta a contatto con la parte tagliente del meccanismo.
Sistema di spegnimento automatico in fase di ribaltamento: permette al robottino di spegnersi qualora si ribalti. Si ottimizza la carica del sistema ma soprattutto si evitano incidenti spiacevoli quando il dispositivo si ritrova con le lame in vista!
Possibilità di impostare il pin per l’accensione: utile per evitare funzionamenti “non autorizzati” magari azionati da bambini che giocano in giardino.
Un accorgimento non da poco è il sistema di antifurto. Già il pin è un primo step per dare l’impossibilità di accensione, ma qualora venga sottratto anche il reso del kit compresa la stazione base, non esiste il modo di far partire una nuova installazione iniziale senza il pin di sicurezza. Inoltre, i modelli più evoluti sono dotati di GPS, molto utile per il tracciamento del dispositivo.

 

Se sei arrivato fino a qui, hai a cuore la scelta di un prodotto performante, non solo in linea tecnica, ma anche e soprattutto considerando le tue personali esigenze.
Si tratta di un certo investimento e la sicurezza di trovare la soluzione adatta a te, è importante per ritenersi soddisfatti di un acquisto!
I nostri negozi, attraverso gli addetti specializzati nel settore, ti aspettano per rispondere a tutte le domande guidandoti in un’esperienza di acquisto soddisfacente!

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Tutto quello che c'è da sapere sul prato sintetico https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Tutto_sul_prato_sintetico_630x46.jpg Un evergreen nel vero senso della parola: ma come scegliere? https://www.eurobrico.com/it/blog/tutto-quello-che-c-e-da-sapere-sul-prato-sintetico 9875

Stai considerando di acquistare il prato sintetico ma vuoi valutare bene la scelta? Vediamo insieme pro e contro del prodotto: i vantaggi, le giuste considerazioni da fare e come posarlo. Continua a leggere!

In questo preciso momento storico, dove ogni frammento di erba o di giardino può significare molto, avere una zona dove tu possa rilassarti in santa pace senza aver davanti un milione di sistemazioni da fare, equivale ad avere un’oasi nel Sahara!
La manutenzione del verde è da sempre un grande impegno che richiede costanza, conoscenze e anche attrezzi giusti. Ma non solo, servono le condizioni climatiche e territoriali corrette per poter far crescere rigogliose piante e soddisfazioni!
Per far fronte a questi disagi sempre più sentiti durante l’era moderna, stressante e senza mai aver tempo per nulla, in commercio è arrivato il prato sintetico: negli scorsi decenni era dedicato solamente a campi sportivi, che appunto richiedono una grandissima e costosa manutenzione. Ora invece, la fetta di mercato occupata da privati, strutture ricettive o piccole aziende, ha modo di acquistare il prato con una spesa ragionevole. 

Prato sintetico si o no

Si tratta di una scelta che devi fare in maniera oculata. Le considerazioni principali che spingono le persone ad acquistarlo sono quelle di non rinunciare al benessere del bel prato curato ovviando però ai tempi e i costi di manutenzione, impossibilità fisiche, di tempo o poco interesse verso il giardinaggio.
E’ un prodotto adatto a tutti, a maggior ragione per chi ha difficoltà di gestione riguardo l’appezzamento di terreno per cause climatiche come troppo sole, troppa umidità, insetti infestanti oppure allergie al fieno.
Non dimentichiamoci però di chi vorrebbe un balcone.. Sempre verde! Infatti, il prato sintetico può essere un’ottima alternativa per chi desidera decorare l’unica parte di casa esterna con un minimo di comfort, anche per i bambini o semplicemente per “sognare” qualcosa di più, nonostante tutto.
Detto questo, vediamo di cosa necessita per essere installato!

Cosa mettere sotto il prato sintetico - Preparazione del terreno

Questo prodotto è composto da diversi strati, invece il materiale che prepari sotto può variare a seconda di dove desideri installarlo. Se opti per il terrazzo, avrà bisogno di curare le caditoie per lo scolo dell’acqua e un materassino drenante. Invece su terreno naturale, si sfrutta lo strato di terra sottostante livellandolo accuratamente per renderlo uniforme e conferirgli la pendenza giusta per far scivolare i liquidi al di sotto ed evitare futuri lavori di manutenzione rilevanti. Sempre con l’obiettivo di non dover più dedicare del tempo a ristrutturazioni future sulla pavimentazione, considera di fare un cordolo perimetrale in cemento o una bordatura in materiale plastico: questo ti assicurerà maggior stabilità al terreno evitando avvallamenti e il prato non si staccherà dal terreno. 


Creazione del substrato


Elimina la vegetazione del terreno con l’obiettivo di non farla ricrescere, aiutandoti se necessario da prodotti diserbanti. Successivamente devi stendere il TNT (tessuto non tessuto) che aiuterà appunto a questo fine.
Ti consigliamo anche inserire uno strato di ghiaia o sabbia utile a drenare fondamentale per la creazione del substrato: ottima valutazione è crearlo con dei tappetini ammortizzanti, così da rendere ancora più soffice e confortevole il manto, soprattutto se hai bambini piccoli o che giocano spesso all’esterno!
Rendi omogenea la superficie rastrellando il tutto e compatta gli strati bagnando e annaffiando con leggerezza. Consiglio: utilizza un rullo compattatore o a piastra, il risultato sarà perfetto!

Come posare il prato sintetico


Non farti spaventare dalla posa del prato, bisogna fare attenzione ad alcuni accorgimenti ma non è nulla di particolarmente complicato, ma ti consigliamo di effettuare il lavoro con l’aiuto di almeno un’altra persona.
Prima di cominciare, stendi i rotoli di prato vicino alla superficie da coprire al fine di controllare se le quote del prato e delle altre pavimentazioni circostanti siano allineate. Se ci fossero degli scalini non voluti, dovrai riprendere in mano i passaggi di preparazione del terreno!
Se, come detto prima, opti per la superficie di un terrazzo o una pavimentazione non naturale, per fissare il prato sintetico consigliamo un bioadesivo a tenuta forte, oppure esistono in commercio i picchetti appositi.
Sopra una superficie naturale, che siano mattonelle oppure rotoli, devi premurarti di far combaciare i lembi di ognuno e sistemarli in modo che le fibre siano direzionate dalla stessa parte. Altrimenti rischi di avere strisce di prodotto con colorazioni diverse, dovute alla direzione delle fibre e della luce che si riflette su di esse.
Se hai dei pezzi di materiale in eccesso, taglialo nel modo più preciso possibile.
Come fare? Semplice, devi girare al “rovescio” il tappeto o la mattonella e usando un semplice taglierino professionale, sezioni la zona che ti serve. Un ottimo strumento da taglio è la taglierina per moquette! In questo modo le fibre e i fili di cui è composto il prato, rimarranno completamente integri nella loro essenza e le giunture potranno rivelarsi quasi invisibili ad occhio nudo.
Ora disponiamo di due pezzi che devono essere “legati” tra loro. Ti consigliamo di acquistare l’adesivo apposito che fornisce il produttore del prato. Altrimenti, inserisci una banda di giunzione adesiva direttamente sul terreno su cui poggerai il manto di prato.
Coraggio, ora abbiamo quasi finito: fissa il perimetro con dei picchetti, anche questi solitamente consigliati della stessa casa madre. E’ sufficiente metterne uno ogni 15/20cm.
Ora passiamo al materiale di riempimento nell’erba: serve per aiutare ai fili a in posizione verticale senza appiattirsi e appesantisce le strisce affinché risultino stabili al terreno. Si tratta di un procedimento da effettuare a mano, più volte. Utilizza sabbia silicea, trucioli di gomma nera oppure scorie di rame: queste ultime sono utili ad assorbire gli odori provocati da animali domestici. Quando finito e rastrellato anche questo strato, utilizza una spazzatrice per prato sintetico per ravvivare e sollevare i fili.

Come pulire il prato sintetico

Questo tipo di pavimentazione non richiede particolari cure, soprattutto se il terreno su cui è posto, ha caratteristiche drenanti ad opera d’arte.
Ottimo alleato è una spazzatrice rotante apposita per ravvivare il prato soprattutto nelle zone ad alto calpestio. Infatti, queste aiutano a togliere foglie, aghi o muschio e anche a raddrizzare i fili d’erba. In pratica, l’unico attrezzo da giardino che ti può servire per il manto sintetico!
L’acqua è ottima se hai animali domestici: ne basta un getto per pulire i ricordini che ti lasciano in giardino!

 

Altri consigli

La qualità dell’erba acquistata determina anche il deterioramento della stessa negli anni. Un buon prodotto deve essere resistente ai raggi UV, allo scolorimento, all’appiattimento dei fili. Ma soprattutto terreno e posa hanno una forte importanza sulla stabilità e sulla durata ottimale della superficie. Valuta di spendere un po’ di più, per poi avere garanzie in futuro!
Non rischiare di mettere un barbecue all’interno del prato: piuttosto pensa di inserire un’area piastrellata. Rischieresti di rovinare l’erba, vanificando tutti gli sforzi precedenti.
 
Tutti noi sogniamo un bel prato all’inglese curato, morbido e omogeneo: questo risultato però, determina impegno, costante manutenzione e cure.
Il prato sintetico è un’ottima scelta praticamente per ogni situazione, soprattutto se la manutenzione del verde non è una passione e se preferisci fare un investimento iniziale, invece di usare tempo, denaro e posto in casa per sistemare tutte le attrezzature necessarie alla cura del giardino.
Nei nostri negozi potrai trovare l’assortimento di prati e accessori dedicati, così da scegliere il prodotto che fa al caso tuo e con tutti i prodotti utili alla posa.

 

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L’idropulitrice https://www.eurobrico.com/foto/NOR/def_idropulitrice1_1_9292_1.jpg A cosa serve e come funziona https://www.eurobrico.com/it/blog/lidropulitrice 9292

Molte attività, un solo prodotto! L’idropulitrice ti può risolvere molti problemi: vediamo quali!

Che cosa è?!

Partiamo dalle basi: l’idropulitrice è una macchina che utilizza l’acqua da un comune rubinetto portagomma da giardino, per pulire con alta pressione tutte le superfici che vuoi. Ovviamente, il getto che viene emesso da questo prodotto è di forte impatto: scegli accuratamente le superfici che vuoi detergere, altrimenti rischi di rovinarle o danneggiarle! Capire questo, ti aiuterà anche a scegliere il modello giusto per te!
In un’idropulitrice troviamo sempre un corpo macchina composto dal motore e una pompa, da una presa da cui viene alimentata l’acqua in entrata, e da una lancia di fuoriuscita del getto. Da quest’ultima esce una gettata che può raggiungere i 120 Bar nel mondo hobbistico e fino a 500 Bar nel mondo professionale, con un volume d’acqua di 300/600 L/h. Questo rapporto tra portata e potenza deriva da una fuoriuscita d’acqua di dimensioni ridotte ma appositamente studiato per pulire e detergere in profondità.

Cosa sapere sull’idropulitrice?

In commercio esistono molte tipologie e marche diverse, ma quale è giusto scegliere? Sicuramente la prima distinzione da fare è quella tra idropulitrice a caldo, oppure a freddo. Quelle più diffuse sono sicuramente le seconde che hanno anche costi più contenuti, essendo sprovviste di caldaia, utile a scaldare il liquido. Queste permettono comunque una pulizia accurata e consigliamo questo modello se fai parte della categoria di persone che la vogliono acquistare per migliorare l’aspetto delle mattonelle o delle recinzioni esterne: sarai pienamente soddisfatto delle prestazioni! Infatti, il modello a caldo dà il suo meglio con superfici a contatto con sostanze oleose e unte; le prestazioni dell’acqua calda servono per eliminare batteri e germi e permette un’asciugatura più veloce. Insomma, l’uso di quest’ultima è dedicato più al mondo di commercianti e professionisti!

Altro fattore fondamentale da sapere è l’importanza degli accessori di cui è munita un’idropulitrice. In base alle tue esigenze, gli accessori possono dare un surplus non indifferente nella resa e nella semplicità di lavorazione. Rendono più veloce ed efficiente il prodotto, rendendolo versatile nel modo più completo e per tutti gli usi! Con il giusto kit, non ti fermerà più nessuno!

A cosa serve un’idropulitrice?

Le macchine ad uso domestico danno il massimo con la pulizia di vialetti, cortili e verande esterne, oppure nella pavimentazione della piscina e nelle aree circostanti. Usala per disincrostare sporco dai muretti dai cancelli o dalle recinzioni. Anche su pietra, muri rivestiti o scale, vedrai la differenza tra prima e dopo!
E la pulizia di macchina, moto e bici? Brillerà tutto in pochi minuti, soprattutto se userai un detergente specifico!
Insomma, l’dropulitrice ha cambiato letteralmente le nostre abitudini per pulire il giardino, le aree fuori casa, l’auto facendoci risparmiare tempo e acqua ma soprattutto ottenendo un lavoro veramente di alta qualità!
Come hai visto questo strumento è molto semplice ma è un prezioso alleato nelle nostre case: ciò che veramente fa la differenza nelle prestazioni e nella polivalenza sono anche gli accessori. A tua disposizione spazzole fisse o rotanti, ugelli schiumosi, lava superfici, kit stura tubi, kit lancia sabbiante e tanti altri.
In base alle tue esigenze, occasionali o semi professionali, puoi trovare l’idropulitrice che fa per te, risultati assicurati.
Ti aspettiamo in negozio e online per aiutarti nella scelta!

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GUIDA ALLA SCELTA DEL PAVIMENTO LAMINATO https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_laminato_11358_1.png Tantissimi prodotti sul mercato, ma qual è quello giusto? https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-alla-scelta-dei-laminati 11358

Il pavimento laminato è ormai diffusissimo in tutti gli store dedicati al fai da te e bricolage, ma con il tempo è diventato un must have anche per negozi specializzati nelle pavimentazioni.

Vediamo insieme tutte le caratteristiche!

Nato durante gli anni 90, è stato inizialmente concepito per risolvere problemi di rivestimenti fieristici e ristrutturazioni veloci. Entrambi, fanno parte della categoria di ristrutturazioni veloci ed economiche, pertanto con il tempo questo tipo di materiale è stato acquisito anche nei lavori edili per privati e strutture commerciali.
Molto utile per chi deve ricoprire vecchi pavimenti senza dover demolire, il laminato è emerso come miglior compromesso, con una forte espansione.
Anche la praticità nell’uso ha determinato un’importante caratteristica: facile e veloce da posare, semplice da mantenere nel tempo con tantissime colorazioni disponibili sul mercato, che possono seguire le “mode” del momento. Cosa che un parquet tradizionale, non ha modo di fare! Insomma, un pavimento flottante di tutto rispetto!
 
Se sei una persona attenta all’ecosostenibilità ed all’ecologia, questa soluzione potrebbe essere fatta apposta per te: i laminati contengono molto legno all’interno degli strati di cui sono composti. Quest’ultimo, essendo un materiale organico, rende il pavimento in laminato, completamente allineabile alle concezioni di strutture e ambienti sostenibili.

 

Di cosa è fatto?

Ora dedichiamo qualche riga alle caratteristiche tecniche di cui è importante essere a conoscenza, quando si parla di laminato.
Infatti, questo prodotto è composto da più strati di diversa derivazione e con peculiarità funzionali precise: ognuno di loro incide sulla qualità del prodotto finito e ovviamente anche la fascia di prezzo dove si colloca. Con un’anima di fibra di legno ad alta o media densità (HDF o MDF a seconda della qualità di laminato) e un profilo ad incastro che permette la posa senza colle, ossia flottante. I materiali di cui è composto, come detto prima, sono molto importanti perché essendo flottante ed essendo costituito di legno (materiale vivo), ha necessità di muoversi attraverso le dilatazioni del materiale, ma allo stesso tempo deve anche garantire stabilità e resistenza.

 

Vediamo nel dettaglio gli strati:
  1. Pellicola trasparente e impermeabile creata con sostante di natura minerale deve resistere ad usura, graffi, macchie etc. E’ lo strato che più di tutti gli altri è stressato da forze meccaniche quali il calpestio, quindi la sua qualità determina anche la durevolezza del prodotto.
  2. Foglio stampato che riproduce il risultato estetico che si vuole dare. Infatti oltre che per riproduzioni di parquet in legno, è possibile trovare laminati che imitano superfici di pietra, marmi, metallo etc. Più il materiale è buono, più la stampa risulterà fedele alla realtà con la giusta profondità e decoro.
  3. Pannello in HDF o MDF composto di fibre di legno e resine per offrire resistenza all’umidità e stabilità. Più la grammatura al metro cubo è alta, più il composto risulterà qualitativamente alto e con caratteristiche tecniche ottime.
  4. Primo livello che definisce la bilanciatura del prodotto finito. Questo strato deve garantire al laminato il giusto equilibrio affinchè non subisca variazioni nel tempo come incurvature, sollevamenti e incrinature dei materiali.
 
Altri due attributi fondamentali per la scelta del prodotto sono la classe d’uso e la resistenza all’abrasione. Entrambi i valori sono comunicati tramite dei simboli molto chiari, che devono essere presenti nelle confezioni del pavimento.
 
La prima, trasmette il luogo per cui il laminato è stato concepito: se il simbolino è una casetta vuol dire che è studiato appositamente per essere inserito in ambienti domestici con basso calpestio. Al contrario, se l’icona rappresenta un edificio commerciale, il prodotto è indicato per essere usato all’interno dello stesso.
Inoltre sono presenti delle figure di persone: queste indicano il grado di utilizzo. Nel dettaglio se le sagome hanno dei numeri come 21, 22, 23 l’uso è casalingo, invece per numeri 31, 32, 33 l’uso è professionale o commerciale. Più precisamente stanno a significare la resistenza del pavimento al passaggio delle persone: da normale ad intenso.
 
La seconda, è la resistenza all’abrasione che si rifà ad una norma europea e quindi dei valori univoci per tutta la zona geografica. Nel dettaglio si vuole indicare per livelli, l’uso che può sopportare il prodotto finito.
 
Si va per livelli dal AC1 – il più basso – al AC6, il più alto.
In base alla categoria, varia anche lo spessore: infatti si possono trovare laminati di 6mm a quelli da 12mm – in Italia.
Solitamente il primo è dedicato a pavimentazioni fieristiche o comunque temporanee e quindi non viene indicato per rivestire case né, a maggior ragione, ad uffici o attività commerciali. Per uso domestico, solitamente viene consigliato un prodotto a partire dai 7 mm con livello di resistenza AC4 – almeno. Se invece ti stai informando per l’ambito professionale, meglio optare per un AC5 o AC6.
 

Consigli di stile

Ma la scelta del pavimento non è mai semplice. Come fai ad immaginarti abbinamenti, accostamenti e resa finale?
La maggior parte delle volte, il laminato presenta stampe che riproducono le vene e l’effetto del parquet più tradizionale. Le tonalità del legno sono limitate alle peculiarità della materia prima, limite che il pavimento laminato ha abbattuto viste le possibilità cromatiche pressoché infinite.
Ma il colore non è tutto: infatti la resa è data non solo da questioni cromatiche, ma anche di forma! Lunghezza e larghezza delle doghe e direzione di posa sono dettagli che fanno la differenza. Anche la presenza di venature, di nodi o bisellature condurranno ad un risultato più o meno rustico, più o meno moderno.
Le domande importanti a cui darti risposta sono: voglio rendere l’ambiente più luminoso? Rendere più grande una stanza piccina oppure un pavimento sottotono per dare risalto all’arredo d’antiquariato?
 
Qua sotto abbiamo raccolto qualche consiglio che ci sentiamo di darti a proposito della scelta del pavimento, non solo riguardo i laminati:
  1. Differenzia il pavimento nei diversi ambienti, soprattutto zona giorno e zona notte, oppure nei bagni. Le stanze si vivono in modo diverso e non c’è nulla di male differenziare anche l’atmosfera che vuoi donare all’ambiente attraverso il pavimento. Tipologie di rivestimento ne trovi a non finire, non avere paura di accostare!
  2. Ambiente piccolo? Non inserire formati grandi, farebbero sembrare tutto più piccolo di quanto sembri. Ogni tanto i tagli piccoli, anche se non sembrano bellissimi in esposizione, possono valorizzare ambienti come corridoi o piccoli bagni. Non scartarli a priori!
  3. Attento alle mode. Alcune tipologie di prodotti e colori sono molto usati in un’epoca storica, ma stonano immediatamente in tutte le altre. Se scegli qualcosa di meno eccentrico, forse potrai stufarti meno nel corso del tempo. Inoltre, se vuoi qualcosa di originale e fuori dal comune.. Beh, questo deve essere una tua caratteristica personale che vale un po’ per tutto. Altrimenti hai solo voluto osare, rischiando però di voler cambiare entro breve.
  4. La luce degli ambienti è un fattore cruciale. Se non puoi gustare di molta luce artificiale, opta per colori chiari, così da rendere aeroso lo spazio anche se piccolo. Lo scuro, lasciamolo per altri ambienti.
  5. Sempre riguardo l’illuminazione, puoi usarla per capire la direzione di posa. Cerca di posare il pavimento parallelamente alla sorgente di luce, che sia naturale o meno. Questo ti permette di valorizzare le eventuali venature del materiale e far notare meno i difetti.
  6. Per rendere un ambiente più lungo, prova con una posa in diagonale.
  7. Per allungare invece ti consigliamo una posa ortogonale all’ingresso.
  8. Hai i muri un po’ storti? Evita la posa parallela e valuta invece quella diagonale.
 
Manutenzione
 
E' bene scegliere un prodotto di qualità, ma è la manutenzione il segreto di tutto. Seguire le indicazioni dei produttori o dei rivenditori è importante per avere un prodotto pari al nuovo, almeno per il tempo più lungo possibile!
I laminati devono essere puliti con prodotti non aggressivi e con prodotti non abrasivi, altrimenti si danneggerebbe il primo strato trasparente. Acqua abbondante, non fa bene a questo tipo di rivestimento, strizza bene il panno prima di appoggiarlo a terra. I cattura polvere, panni in microfibra e prodotti appositi, sono il miglior trio per pulire e mantenere giovani i laminati.
Ora sei pronto per andare in punto vendita e scegliere quello che valorizza più i tuoi ambienti. Ti aspettiamo!
Scegli la lettiera giusta per il tuo gatto https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_gattopng_11327_1.png Orientati tra i tanti modelli disponibili sul mercato! https://www.eurobrico.com/it/blog/scegli-la-lettiera-giusta-per-il-tuo-gatto 11327

Hai un nuovo amico in casa? Vorresti prendere un gattino e ti stai preparando per l’evento? Eccoti alcuni consigli per scegliere correttamente la lettiera, sia come forma, sia tutte le dritte necessarie per acquistare la sabbietta corretta ai gusti del tuo 4 zampe!

 

Innanzitutto, devi sapere che scegliere la lettiera per gatti corretta è importante, in quanto incoraggia un comportamento naturale che il micio ha di scavare per sotterrare le deiezioni.
Questa tipologia di prodotto può avere diverse forme e caratteristiche, che dipendono soprattutto dal gusto del gatto dal momento che finirebbe per non usarla e fare i bisogni in casa.
Hai più di gatto, oppure ne vuoi aggiungere uno alla famiglia? Non pensare di cavartela con una sola lettiera per tutti! I gatti non sono come noi, a cui può bastare un solo bagno per tutta la famiglia. Loro desiderano avere la propria toilette personale... Anzi! Alcuni di loro,  fanno i loro bisogni in due parti diverse, spesso separando i posti per feci e urine. Quindi pensa al numero di gatti che hai o avrai, più una!

Iniziamo dalla forma e le dimensioni: non tutte le lettiere vanno bene per tutti i gatti! Si devono considerare età e prestanza fisica del micio, oltre che lo spazio di casa a disposizione. Un gatto giovane non avrà problemi anche con dei bordi alti – tanto comodi per non far uscire la sabbietta – ma più difficili da scavalcare. Forse però cuccioli e “anziani” potrebbero trovare queste barriere uno scomodo ostacolo per i propri bisogni giornalieri. L’ampiezza della base, deve essere larga e accogliente: il nostro amico peloso deve poter entrare con comodità e sedersi in maniera semplice. Consiglio: prendi un modello lungo almeno il doppio del corpo del gatto!


Lettiera chiusa oppure aperta? Questo, dipende esclusivamente dai gusti del tuo micio. Controlla azioni e comportamenti dell’amico peloso, ma se è una new entry, dovrai avere un po’ di fortuna, acquistando un modello e sperando che piaccia! Quello aperto è ovviamente più facile da pulire, potendo controllare subito lo stato della sabbietta, ma per un gatto che sparge molta sabbia fuori, potrebbe essere utile valutare un modello chiuso. Attenzione però: quest’ultima tipologia trattiene di più gli odori, essendo per sua natura, meno arieggiato. In commercio puoi anche trovare un modello autopulente, dotato di una griglia e di un sistema di rotazione che separa la sabbia raggrumata - cioè quella usata – da quella ancora pulita. Però, necessita di sabbietta agglomerante.


Il posto migliore dove posizionarla è sicuramente lontano a rumori e odori forti. Inoltre separa il posto dove il micio mangia, rispetto a quello dove “va in bagno”. Ti sconsiglieremmo di metterla sul balcone o in posti esterni: lì ci sono rumori che verrebbero considerati disturbanti, dal gatto che di conseguenza non utilizzerebbe la toilette volentieri. Ideale sarebbe mantenere la giusta privacy, magari dietro una pianta, in un angolo di casa dove poter raggiungerla in modo comodo e sempre a disposizione.

Passiamo alla tipologia di sabbie in commercio. Ce ne sono di diversi tipi e con diverse caratteristiche, dallo spessore dei granelli a composizioni organiche/chimiche.
Gli esperti raccomandano un tipo a grana sottile, che crea uno strato morbido, facile da scavare. Quelle a grana più grossa, sono commercializzate in egual misura, ma potrebbero non piacere alle zampette del tuo micio. Questo però dipende esclusivamente da lui e dai suoi gusti: per i gatti è importante sentire una superficie che li metta a proprio agio, più di ogni altra cosa!
Una delle principali caratteristiche della sabbia, oltre la dimensione dei granelli, è il fatto di essere agglomerante oppure assorbente. Solitamente quelle in bentonite, ossia di origine minerale, hanno qualità agglomeranti, ossia una volta bagnata, crea dei “pallini”. Questo facilita la pulizia, in quanto si vede chiaramente dove il gatto ha fatto i propri bisogni, riducendo lo spreco di sabbia “buona” dal momento che elimini solo quella usata. Da dire però, vista la sua origine minerale, la sabbia a base di bentonite potrebbe essere importata o trasportata da lontano, quindi a livello ecologico/globale, potresti valutare una scelta più sostenibile.

Invece le sabbiette a base di silicio hanno un alto potere assorbente e diventa giallognola quando bagnata. Anche in questo caso, vedi chiaramente quando la sabbietta è da pulire e anche quando il potere assorbente finisce, lo sporco si deposita sul fondo, senza far sentire alcun odore. Attenzione però, questa tipologia di sabbietta potrebbe non essere gradita alle zampette del micio, oppure nel “peggiore” dei casi, potrebbe risultare allergico al silicio.

 

Ultima grande tipologia di sabbietta è quella biodegradabile, dato che le precedenti non sono sostenibili da un punto di vista ecologico e di smaltimento. Questi prodotti possono essere derivati da scarti di mais, orzo, carta, pellet, legno, paglia, terriccio, segatura. Tutti materiali ecologici che si possono smaltire in sicurezza nel wc o nei rifiuti compostabili, aiutando l’ambiente. Risultano ben accettate dai gatti infatti risultano morbide e gradevoli al tatto, anche se essendo naturali, si sporcano un po’ più in fretta e ci si deve fare attenzione frequentemente.

Un consiglio che ti diamo è a proposito della pulizia della lettiera: non utilizzare prodotti aggressivi o profumati, che renderebbero l’ambiente “inospitale” per le esigenze del gatto. Bicarbonato, acqua calda e sapone neutro, andranno benissimo!
 
Ora corri ad acquistare tutto il necessario, il tuo gatto ti aspetta impaziente!
Il tornio da legno e i suoi elementi! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_tornio_8979_1.png Non sai quale modello è giusto per te? Scoprilo con noi! https://www.eurobrico.com/it/blog/il-tornio-da-legno-i-suoi-elementi 8979

Per un appassionato di falegnameria questo strumento non può assolutamente mancare nel proprio laboratorio. Il tornio da legno è la macchina utensile indispensabile per la realizzazione di elementi di legno cilindrici o conici o comunque leggermente sagomati.
Continua a leggere per capire quello giusto per te!

In commercio ne esistono di varie misure, la scelta è determinata dalla grandezza dei pezzi che si vuole da lavorare: per pezzi fino ai 15-20 cm - per modellismo o piccoli oggetti – ti potrà essere utile il tornio da banco, che è il più piccolo e maneggevole, mentre per pezzi lunghi anche più di un metro come ad esempio le gambe di un tavolo, è necessario invece un tornio integrale, più prestante!

Qualunque sia il modello che si deciderà di acquistare, le principali componenti sono 4:
  • Il carrello, composto da due guide di acciaio su cui scorrerà l’elemento della contropunta, dove è presente anche una manopola utilizzata per stringere il pezzo da lavorare tra i due centri del tornio;
  • La contropunta è il componente che si trova dalla parte opposta della testa e che gira liberamente sul carrello;
  • La testa motrice dove si trovano motore, pulegge, cinghie e mandrino che fanno parte del sistema di trazione;
  • Il portautensili, lungo le guide del tornio scorre un braccio meccanico con guida metallica su cui si possono appoggiare gli attrezzi, di solito le punte del tornio, dette ceselli, utilizzati per la lavorazione. Per fare più pezzi uguali in serie su alcuni modelli è possibile montare un copiatore.

Il mandrino e il perno centrale che si trovano all’estremità, rivolta verso la controtesta, ci permettono le lavorazioni frontali ad esempio tazze o piatti o lavorazioni piane.
Il sistema pulegge è la parte che serve per adattare la velocità di rotazione al pezzo che stiamo lavorando, questo cambio di velocità può essere a cinghie, di tipo Norton o elettronico. Qui troviamo anche il vano ingranaggi che solitamente è possibile aprire solo muniti di chiavi o cacciavite, al suo interno c’è di norma un microinterruttore necessario a togliere la corrente al motore

Ma che differenze ci sono tra il modello da banco o quello integrale? Il tornio da banco va montato su un piano di lavoro ad un’altezza tale che ci permette di lavorare in piedi. I supporti di appoggio per questo tipo di modello ha dei fori necessari per il passaggio dei bulloni di bloccaggio al tavolo. Alcuni modelli sono venduti con delle gambe autonome come accessorio. Il tornio integrale è un macchinario che va semplicemente posizionato nel posto più adatto, chiaramente è necessario uno spazio adibito!
Per chi ha poco spazio c’ è una terza alternativa, una versione semplificata, con contropunta e poggia attrezzi bloccati al banco da une serie di morsetti, assieme al supporto del trapano che funge da motore.
 
Come per tutti i macchinari è fondamentale imparare un po’ alla volta e prendersi del tempo, se si è principianti meglio iniziare con progetti semplici, ad esempio trottole e yoyo per i quali sono sufficienti pezzi di legno piccoli ed economici.
 
Ora hai scelto il giusto modello per le tue necessità? Faccelo sapere nei commenti e mostraci i tuoi lavori migliori!
Guida: quale tipo di termosifone scegliere? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_termosifone_10104_1.png Le principali caratteristiche di tutte le tipologie di termosifoni in commercio! https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-quale-tipo-di-termosifone-scegliere-1 10104

In ogni casa andrebbe pianificato un vero piano di riscaldamento prima di intraprendere delle modifiche, dove un progettista qualificato studia il fabbisogno energetico dell’ambiente e crea un progetto capace di migliorarne l’efficienza termica. Tuttavia, è bene conoscere i tre tipi di termosifoni disponibili sul mercato.

 

Con l’arrivo dell’inverno e il conseguente abbassamento delle temperature, è importante pensare al riscaldamento di casa. Tra le diverse modalità i termosifoni rimangono la scelta più comune. Inffatti il termosifone, conosciuto anche come calorifero, è un sistema di riscaldamento molto semplice: l’acqua riscaldata da una caldaia, viene trasportata per mezzo di tubature all’interno del calorifero, che a sua volta propagherà calore all’interno dell’ambiente. 

I primi termosifoni commercializzati negli anni scorsi sono in ghisa e se ne trovano ancora nelle abitazioni non recentemente ristrutturate. Si tratta di un materiale sempre meno utilizzato, apprezzato per la sua alta inerzia termica, che richiede molto tempo per riscaldarsi ma altrettanto per raffreddarsi. Nell’ultimo decennio è stato sostituito da materiali che permettono la creazione di termosifoni di dimensioni più piccole ma con la resa termica di uno più grande. Non per ultimo, il limite delle forme con cui si può presentare, è uno dei punti a svantaggio di questo materiale.
I termosifoni in acciaio hanno la doppia funzione di riscaldare gli ambienti ed essere un elemento di design: questo materiale infatti,permette la creazione di termosifoni dalle linee meno tradizionali. Tuttavia, sembra riuscire meglio nella seconda funzione che nella prima. I termosifoni in acciaio si riscaldano facilmente, ma si raffreddano con la stessa facilità. Sconsigliati per ambienti di grandi dimensioni, sono utilizzati principalmente nei bagni, dove riescono efficacemente a riscaldare la stanza e fungono anche come porta salviette o asciugamani. 
 
Si dice: tra i due litiganti il terzo gode! Ebbene in questo caso il terzo è quello in alluminio. Facili da installare, relativamente economici, offrono una gamma non estesa come quella dei termosifoni in acciaio, ma decisamente più moderna di quelli in ghisa. Hanno una resa termica che si posiziona fra i due rivali sopra descritti.
Indipendentemente dal tipo di termosifone scelto, ci sono degli accorgimenti da seguire al fine di non limitare la prestazione termica del sistema di riscaldamento. Eccone alcuni:
1. Non coprire mai il termosifone con tessuti.
2. Arieggiare gli ambienti nelle ore più calde della giornata.
3. Controlla che gli infissi siano ben isolati.
4. Fai sfiatare i termosifoni all’inizio di ogni stagione invernale.   

 

Ora puoi valutare in serenità, che tipologia di termosifone vada meglio per le esigenze della tua casa.

GUIDA ALLA SCOPERTA DEI SOFFIATORI! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_soffiatore_10053_1.png Consigli sui modelli e sulle modalità d'uso per trovare quello giusto per te! https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-ai-soffiatori 10053

Il soffiatore è il miglior alleato in giardino durate l’autunno! Tale prodotto è comunemente conosciuto come uno strumento per pulire giardino e spazi esterni da foglie e detriti autunnali. Se questo è il suo uso più comune, con un soffiatore si può fare molto di più: non ha stagionalità, lo puoi usare in qualunque occasione sia necessario spazzare via sporco o materiale non troppo pesante in poco tempo e senza faticare troppo!

 

Come si utilizza un soffiatore?
Utilizzare un soffiatore non è complicato, è un attrezzo facilmente maneggevole, sicuro e pratico. Prima di iniziare, ti consigliamo di eseguire delle prove, testa lo strumento simulando il lavoro che andrai a svolgere, ricordati di indossare cuffie e visiera protettiva, o un elmetto comprendente cuffie e schermo protettivo, una soluzione conveniente! Procurati anche una mascherina se dovrai spirare materiale leggero. Non dimenticarti di indossare guanti e un abbigliamento appropriato e comodo; attenzione ai capelli lunghi! Raccoglili se non vuoi che finiscano nella ventola del soffiatore!


Quando avrai ottenuto la giusta confidenza nel maneggiare il soffiatore, accendilo e spegnilo un paio di volte per capirne il funzionamento. Presta attenzione: in particolare evita di utilizzarlo in luoghi piccoli e chiusi, non accenderlo mai se stai poggiando su superfici o oggetti poco stabili, come per esempio una scala. Il suo utilizzo dopo un paio di prove e con le giuste precauzioni risulterà facile. Ricorda, il soffiatore in azione fa molto rumore e i vicini potrebbero non essere molto contenti, vedi di utilizzare lo strumento in orari opportuni. Non usarlo per muovere grandi quantità di polvere, potrebbe causare seri problemi respiratori a te o a chi ti circonda. Può essere pericoloso per i bambini, usalo in loro assenza e tienilo lontano dalla loro portata.

Quale scegliere?
Cominciamo con il consigliare un prodotto che possa anche essere utilizzato come aspiratore, uno strumento conosciuto con il termine aspirafoglie, che associa le caratteristiche di un soffiatore con quelle di un aspiratore, i cui detriti aspirati verranno tritati e raccolti in una sacca. Continuando, come per tutti gli acquisti è importante stabilire le proprie necessità e di conseguenza acquistare l’attrezzo più adatto. Nel caso dei soffiatori o aspirafoglie, una distinzione può essere fatta in base al tipo di motore: elettrico o termico.


I soffiatori elettrici sono per uso domestico, non prolungato. Si distinguono tra elettrici con filo e a batteria: entrambi sono silenziosi, leggeri e quindi facili da maneggiare e non richiedono particolare manutenzione. Il soffiatore a filo potrà non risultare scomodo per la presenza dello stesso, che si impiglierà e dovrà essere spostato di frequente. Il soffiatore a batteria risolve questo problema, ma la sua batteria non ti permetterà di lavorare a lungo, anche se risulta perfetto per lavori di breve durata.

I soffiatori termici o a scoppio sono decisamente necessari per lavori lunghi e più professionali. Hanno una potenza maggiore e possono essere utilizzati per ore, va ammesso che inquinano di più e richiedono una manutenzione più attenta.

Ora hai tutte le informazioni necessarie per poter fare un acquisto sicuro e valutato. Ti aspettiamo sul nostro e-commerce per sfogliare tutti i nostri modelli!

Notte di San Lorenzo: barbecue o picnic? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/630x467_sanlorenzo_9259_1.png E tu, quale preferisci? Un bel Barbecue o un semplice picnic in famiglia? https://www.eurobrico.com/it/blog/notte-di-san-lorenzo-barbecue-o-picnic-1 9259

L’ estate è arrivata e non c’è periodo migliore dell’anno per passare le serate insieme alla tua famiglia o agli amici; un buon bicchiere di vino, uno spiedino di carne o una torta salata, sono gli elementi giusti per dare inizio ad un barbecue o un picnic per passare la serata! La notte dedicata alle stelle cadenti si avvicina, è il momento giusto per passare una notte a testa in sù! E tu, sei più PicNic o Barbecue? Leggi con noi i consigli utili per assicurarti una splendida serata! 

Fan dei Barbecue? Se hai un bel giardino o un’ampia terrazza, potrai organizzare un bel bbq tra amici, nell’intimità della tua abitazione (i nostri consigli sui modelli di barbecue li puoi trovare qui)! Con questa tipologia di cottura, sarai in grado di cucinare carne, pesce e verdure in modo allegro, gustoso e salutare. Per la buona riuscita della serata è fondamentale avere a disposizione i “ferri” del mestiere:

  • ampi spazi per sistemare ospiti e amici;
  • tavolo e sedie adatte al giardino, ma comode per mangiare e rilassarsi;
  • ombrellone, gazebo o un tetto dove ripararsi dall’afa o dalla pioggia. 

Amante del Picnic: quello che ti serve per creare questo momento stuzzicante e genuino, sono solamente alcuni oggetti e qualche piccolo accorgimento pratico. Gli oggetti utili al picnic sono rimasti negli anni praticamente i medesimi: tovaglia, cestino, posate e buon cibo! Le differenze stanno nei piccoli dettagli moderni, che possono trasformare il tuo banchetto in un’uscita al passo coi tempi:

  • la coperta è un oggetto semplice, che può fare la differenza. Una caratteristica che non può più mancare, è il lato impermeabile da appoggiare sul manto erboso: questo ti aiuterà a non guastare l’atmosfera, malgrado il temporale del giorno prima;
  • la tradizione del cestino di vimini è rimasta e anche questo classico accessorio ha dei nuovi particolari che lo rendono più efficiente. Ora ti consigliamo modelli con pratiche cinghie porta oggetti all’interno per proteggere le tue porcellane;
  • durante la sera, alcuni ospiti inaspettati potrebbero gradire il tuo menù. Non trovarti impreparato davanti agli insetti! Basteranno una retina per mosche da appoggiare sui piatti e qualche essenza repellente, come i profumi di lavanda, menta e agrumi;
  • l’oggetto indispensabile per rendere un momento all’aperto rispettoso ed eco-sostenibile, sono i sacchetti della spazzatura. Tutto ciò che arriva con te, lo devi portare anche via.

Le stelle cadenti sono uno spettacolo che ogni anno emoziona grandi e piccini e questo è il momento perfetto per stare in buona compagnia e lasciare a bocca aperta le persone amate. Qualunque sia il modo con cui vuoi passare la notte di San Lorenzo, sei pronto a goderti una piacevole serata e dell’ottimo cibo?!

Guida all'acquisto: i tipi di amaca https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog_Amaca_10749_1.jpg Tante e diverse, ma quale scegliere!? https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-all-acquisto-i-tipi-di-amache 10749

Non solo relax estivo, l’amaca è da sempre il simbolo del relax. Trova insieme a noi, il modello che fa per te!

 

Amaca di corda
Queste sono le più tradizionali e le prime che ti vengono in mente pensando ad un’amaca! La maggior parte di queste vengono prodotte utilizzando poliestere o cotone e solitamente vengono appese tra due pilastri. La maggior parte di queste possiedono delle barre di sollevamento, che la rendono più semplice da usare: infatti servono per mantenere separati i due lati dell’amaca così da uscire con molta più facilità. Sempre più popolari sono quelle in corda di poliestere, perché più resistenti alla muffa e più durature nel tempo rispetto a quelle di cotone, le quali sono invece più flessibili, un fattore importante, se si hanno problemi di schiena!
Il design dell’amaca a corda è a trama aperta ed è perfetto per una calda giornata d’estate così da sentire quella leggera brezza estiva.

Amaca trapuntata
Dopo le amache di corda le seconde più popolari sono quelle trapuntata. Con questo tipo di amaca si punta al comfort e all’estetica: rispetto a quelle fatte in corda queste sono reversibili, conferendo fascino alla vista di chi la guarda. Anche per questo modello, spesso saranno presenti le barre di sollevamento.

 

Amaca da campeggio
Questo modello è molto comune perché molto utile, leggera e facile da portare con sé: potrai averla sempre con te nella natura!
Per quanto riguarda l’installazione è tutto molto semplice, hai solamente bisogno di due alberi che siano alla giusta distanza fra loro e delle cinghie per il fissaggio: queste ultime sono un ottimo metodo, perché sono veloci e facili da usare e soprattutto non lasciano alcuna traccia sui supporti. Meglio non danneggiare gli alberi ospiti!

Amaca a bordo piscina
Un’ottima idea dove posizionare un’amaca è sicuramente la piscina: ci si rilassa, in un modo più completo! Se dopo un bagno in piscina vuoi sdraiarti comodamente sull’amaca non dovrai preoccuparti, il tessuto che viene utilizzato è resistente alla muffa, adatto anche all’umidità presente sul bordo piscina. Anche per questa tipologia avrai in dotazione delle barre di sollevamento, sarà quindi facile salire e scendere dall’amaca.
Per quanto riguarda la loro pulizia tutto quello che devi fare è usare dell’acqua calda e del sapone liquido. È difficile che si crei della muffa se l’amaca viene pulita regolarmente, qualora si creasse, utilizza un po’ di candeggina diluita!

Amaca Maya
Queste amache sono solitamente caratterizzate da colori brillanti e materiali di cotone o nylon, ma non possiedono la barra di sollevamento. Il cotone è certamente più flessibile e morbido, però è sensibile all’umidità, ti sconsigliamo quindi di lasciare l’amaca sotto la pioggia. Se invece preferisci evitare disguidi di questo tipo, optare per il nylon sarà sicuramente la scelta più adatta. Il nylon è più resistente, anche se meno flessibile. 
Adesso spetta a te trovare il modello che fa al caso tuo. Preferisci qualcosa di leggero per averlo sempre con te, oppure l’amaca perfetta da tenere nel tuo giardino di casa sotto agli alberi?

Tasselli e cartongesso: ecco i migliori! https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Tasselli-Cartonge.jpg Scegli il prodotto giusto per i tuoi lavori di Fai Da Te https://www.eurobrico.com/it/blog/tasselli-e-cartongesso-ecco-i-migliori 10563

Tutti ci troviamo prima o poi a dover fare qualche cambiamento o ristrutturazione in casa: è proprio in queste occasioni che entriamo in contatto con l'edilizia! Uno dei must have in questo campo è il Fischer, un comune tassello che deve il suo nome al marchio di produzione più famoso. Il suo intento è quello di fissare un materiale all’altro: è composto da due parti, una è la vite, l’altra è l’involucro esterno in plastica o metallo. Si può dire quindi che il tassello è come un contenitore di plastica al cui interno si trova una vite: questi due diventano un tutt’uno molto più resistente rispetto ad un chiodo, in grado di creare un fissaggio sicuro. 

Il cartongesso è del gesso compressato fra due pareti di cartone; è un materiale poco consistente e resistente, per questo per poterci fissare saldamente qualcosa servono dei tasselli. Quelli ad espansione sono i più utilizzati quando si tratta di questo materiale: sono adatti a sostenere oggetti non eccessivamente pesanti come porte a soffitto, binari per le tende, lampade e molto altro ancora. Sono presenti in commercio molte tipologie di tasselli specifici per cartongesso reperibili presso i punti vendita EuroBrico, i nostri esperti sapranno consigliarti nella scelta, la quale dipenderà soprattutto dalla consistenza del materiale. 
Di seguito trovi alcuni esempi di tassello adatti per questo tipo di rivestimento.

 

Tassello SNB9
Questo modello si può utilizzare sul cartongesso e sui mattoni forati. Da notare le due alette presenti lateralmente, che rendono la fase di ancoraggio e avvitamento del tassello più semplice. Il cono inferiore si trova già collocato sulla vite, questo permette che la parte in plastica più esterna si espanda permettendo però al tassello di rimanere unito. Le alette laterali del cono evitano la fuoriuscita della vite dal tassello, in particolar modo durante le fase di richiamo per avvitamento. Si presta bene dunque, se vuoi fissare i battiscopa, i binari per tende così come quadri e lampade.

 

Tassello HM

Il tassello HM ha un’aspetto diverso da quello precedente, questo infatti è rivestito di metallo. Nella rondella di testa troviamo delle punte aguzze che consentono una buona saldatura all’asta di cartongesso e minimo movimento durante l’avvitamento. Ha una filettatura che gli concede di estendersi mentre viene serrato al supporto: è proprio grazie alle alette di espansione a largo raggio che la stabilità migliora. Utile quando si ha da fare con le tende o con piccole mensole a muro, armadi leggeri, lampade e quadri…Si può perfino utilizzare per gli interruttori elettrici!

Tassello PD
Tale modello non ha una vasta zona di espansione e ciò permette il fissaggio su pannelli con cavità di ridotte dimensioni. Anche qui non mancano le alette laterali che aiutano a far sì che il tassello non ruoti durante il processo di avvitamento. È molto più piccolo rispetto aagli altri, in particolar modo rispetto a quelli rivestiti in metallo, ed è adatto per lampade, interruttori elettrici, quadri e cornici.

 

Tassello GK

Con il cartongesso, un tassello speciale è proprio il GK: con lui non avrai più bisogno di utilizzare altri strumenti per forare, pensa a tutto lui! Mentre utilizzi un avvitatore, si fa strada nel pannello e scava fino a crearsi lo spazio necessario. Ha una tenuta resistente e sicura, non ti deluderà! Immancabile se si tratta di fissaggi di pareti singole o doppie, ottime anche per lampade, binari per tende, battiscopa, quadri elettrici e tubi rigidi.

Insomma tanti piccoli prodotti per poter fissare tutti i tuoi complementi d'arredo senza fatica! Trova quello più adatto alle tue esigenze nel tuo punto vendita di fiducia o anche sul nostro assortimento online!

Biotrituratore... Perchè acquistarlo? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Biotrituratore_10.jpg 5 motivi per cui è utile un biotrituratore! https://www.eurobrico.com/it/blog/biotrituratore-perche-acquistarlo 10399

Il giardino può richiedere un notevole impegno, soprattutto per un risultato ottimale. Le mansioni sono molteplici: tagliare l’erba, bruscare le piante, togliere le erbacce, raccogliere le foglie… Ad ogni stagione corrisponde uno sforzo diverso!
Fortunatamente, esistono attrezzi che rendono questi lavori più veloci e meno faticosi: indubbiamente uno di questi è il biotrituratore! 
Non ne hai ancora uno?! Continua a leggerci e corri nei nostri negozi!

 

Che cos’è il biotrituratore?
Il biotrituratore è un attrezzo solitamente alimentato a corrente elettrica - ad eccezione di quelli professionali - che trita gli scarti organici del tuo giardino. Dotato di due aperture, una superiore nella quale si introducono gli scarti e una inferiore dalla quale esce il materiale tritato, è un alleato formidabile per velocizzare la decomposizione e diminuire il volume di rami, radici, erba o foglie.  

Questo strumento è un acquisto di cui non ti pentirai, ma se non ne sei sicuro eccoti alcuni validi motivi:

  1. Puoi dire addio a quell’ammasso indefinito di ramaglie ed erbacce! Il trituratore sminuzza e quindi rimpicciolisce tutti i composti organici che normalmente accumuli in un angolo del giardino perché troppo ingombranti per qualunque contenitore,.
  2. Niente più odori creati dalla decomposizione all’aria aperta. Questo ammasso lentamente inizia a decomporsi emanando cattivi odori e calore come risultato delle reazioni organiche. Grazie al biotrituratore, avrai modo di raccogliere tutto il materiale tritato in un apposito decomposter.
  3. Guadagni molto più spazio e riduci il volume dell’organico prodotto dal tuo giardino. Triturando, si riduce moltissimo il volume di rami, radici ed erba, che verranno sbriciolati. Questo ti permetterà di raccogliere  tutto il tritato in un semplice composter. 
  4. Velocizzi la decomposizione e la produzione naturale di humus. Produrre più humus, ti permetterà di avere più componente organico per concimare. Normalmente i rami impiegano anni a decomporsi se lasciati all’aria aperta o integri, immagina di dover ammassare per anni i rami delle tue piante, non sarebbe sicuramente un bel vedere! 
  5. Il biotrituratore sminuzza la flora del giardino e ciò permette ai batteri di accelerare la biotrasformazione
  6. Non dovrai più utilizzare concimi per la decomposizione. Proprio perché il biotrituratore velocizza e semplifica la decomposizione, non dovrai utilizzare prodotti chimici per agevolarla, permettendoti di risparmiare anche economicamente.   
  7. Pacciamatura più veloce con foglie ed erba tritate. Dalla tritatura di foglie ed erbe otterrai un composto pronto da usare per la pacciamatura, senza dover ricorrere a costosi concimi.

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Come scegliere un biotrituratore?
Esistono molti biotrituratori, per uso casalingo potrai optare per quello elettrico

La differenza di prezzo, solitamente è dovuta dalla variazione di potenza del motore, che incide sulle dimensioni dei rami in grado da triturare. Altre divergenze da considerare sono: 
  • la grandezza dell’imbuto, posizionato sull’apertura superiore, che agevola l’inserimento del materiale;
  • l’apertura inferiore, che può terminare con un sacco di raccolta o un cesto, da cui consegue una diversa capienza;
  • la struttura portante, come le ruote, per materiale e grandezza. Ad oggi, quasi tutti i prodotti in commercio sono dotati di motori silenziosi e di accurati sistemi di sicurezza.

Ora tocca a te, scegli il tuo biotrituratore! 

Attrezzatura da picnic, quale serve? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Eurobrico-Blog-Picnic-Barbecue_10323_1.jpg Il tuo picnic ha bisogno dei Must Have, ma non dimenticare i dettagli! https://www.eurobrico.com/it/blog/attrezzatura-da-picnic-quale-attrezzatura-serve 10323

Il picnic della domenica è un bel momento per passare del tempo in famiglia, o con gli amici, all’aria aperta! Ma non cadere sugli accessori fondamentali per la giornata!
Partiamo dalle basi...

 

Tavola o coperta? Una prima valutazione da fare è se scegliere una coperta o una tavola con sedie e panche. La prima è certamente più facile da trasportare, ma meno comoda e più disordinata quando si mangia. Esistono molti set picnic pieghevoli in valigetta, composti da un tavolo e quattro sgabelli, semplice da portare e poco ingombrante nella macchina.

 

 

Frigo Box
Immancabile un frigo box dove tenere al fresco le bevande e poterle trasportare. Ne esistono molti con capienze diverse, scegli quello giusto per te! Ricordati di inserire gli accumulatori di freddo, necessari per mantenere basse temperature all’interno del frigo: sono composti di liquido eutettico che si raffredda in due ore nel freezer e in condizioni normali, ha una durata anche superiore alle 12 ore. Potrai anche optare per una più semplice borsa frigo, semplice ed economica!

 

 

Materassino
Se hai intenzione di abbronzarti, ricordati di prenderti un materassino sottile, sul quale potersi comodamente sdraiare. La spugna di cui è composto renderà il tuo riposo più confortevole. Attento a dimensioni, struttura, materiali ed impermeabilità, perchè sono questi dettagli a fare la differenza! Se ne desideri uno poco ingombrante ma comodo, ti consigliamo quelli confiabili attraverso una pompa gonfiabile: piccola e leggera!

Barbecue. Fare una bella braciolata è sempre un modo divertente per prepare il pranzo. Se per il tuo picnic hai intenzione di fare una grigliata, organizzati cercando un parco che permetta l'utilizzo di barbecue, che l’area sia pianeggiante e il terreno sia ben battuto. Esistono diversi tipi di barbecue portatili da campeggio che soddisfano diverse esigenze. A cominciare da quelli a carbonella, solitamente i più economici e più utilizzati in queste occasioni. Ne esistono alcuni che si richiudono a valigetta, grazie al loro sistema ad incastro montarli risulta sempre veloce e semplice. I barbecue a carbonella rimangono i preferiti per i picnic, in quanto la carbonella è facile da trasportare, e rimangono i meno ingombranti e i più leggeri.


Ombrellone e tenda da picnic.
Suggeriamo di fare la braciolata all’ombra sotto qualche bel grande albero. Potrete comunque mangiare sotto il sole, ma indubbiamente vi servirà un ombrellone che faccia ogni tanto un po’ d’ombra. Il più adatto al picnic è il classico ombrellone da spiaggia rotondo con una semplice base quadrata molto pratica. Facile da trasportare in macchina, pieghevole e dotato di una sacca per coprirlo.
Se hai intenzione di fare una bella pennica, non dimenticarti di una comoda tenda da picnic o spiaggia, veloce da montare, completamente aperta su un lato, un perfetto riparo da vento e sole dove poter riposarsi o per lasciare al fresco bevande e cibo.

Pergola, gazebo od ombrellone, quale scegliere? https://www.eurobrico.com/foto/NOR/Blog-eurobrico-vivere-la-primavera_9791_1.jpg Leggi i nostri consigli, acquista consapevolmente! https://www.eurobrico.com/it/blog/guida-allacquisto-pergola-gazebo-od-ombrellone 9791
Scrivi gli ordinali delle foto che vuoi che compaiano nella slideshow separati da virgola

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